Cari Lettori, ieri sera (giuro: non avevo bevuto!) mi si è accesa una immagine nella mente: un dente che sguazza allegro in mare sostenuto da una ciambella, ovvero “ il salvadente”…
Da ciò mi è venuto da pensare: ma “il salvadente” esiste, anzi, ce ne sono tanti (anche se non sono a forma di “paperella”)! Di molti di questi vi ho già parlato nei miei articoli e di altri vi parlerò in futuro.
Ma perchè deve eserci il concetto di salvadente? Non vi verrebbe mai in mente di pensare a un “salvadito”, un “salvapiede” oppure un “salvamilza”! Purtroppo siamo, da sempre, abituati a pensare che i denti possano essere persi senza che questo pregiudichi la nostra integrità fisica, un po’ perché ci “alleniamo”, da bambini, a perdere i denti “da latte”, un po’ perché per molti anni la soluzione più efficace ai problemi odontoiatrici è stata la pinza da estrazione.
Certo: i denti non guariscono da soli, se li rompi, contrariamente a un dito che, dopo aver ricevuto una martellata durante un maldestro tentativo di piantare un chiodo, in qualche giorno torna “come nuovo”… ma questa è una ragione in più per averne maggiore cura!
Per continuare ad aiutarvi a conservare i vostri sorrisi al meglio, con alcuni consiglii “pratici” senza voler essere troppo noiosi, da oggi la mia rubrica settimanale si chiamerà “IL SALVADENTE”, affronterà tutto ciò che riguarda il sorriso e rimarrà aperta a tutte le vostre domande (che attendo numerose!)
Buona domenica!
Dr. Attilio Venerucci
Prof. A contratto c/o
Master in Laser Dentistry
Università degli Studi di Genova