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Attualità | 10 ottobre 2020, 18:32

Vezzi Portio: al via una campagna di contenimento per la vespa velutina

La “vespa killer”, proveniente dalla Cina, ha raggiunto l' Italia attraverso la Francia e dopo aver nidificato in Liguria si è spostata verso la Toscana. In provincia di Savona ha già distrutto molte arnie a partire dall'albenganese

Foto: nido di vespa velutina identificato a Vezzi Portio

Foto: nido di vespa velutina identificato a Vezzi Portio

Parte da Vezzi Portio un'importante campagna per il monitoraggio, l'individuazione e la distruzione dei nidi di “calabrone asiatico” o “vespa velutina”.

Gli apicoltori Federica Delfino e Mirko Bulgarelli, dopo aver partecipato presso l'Università di Torino al corso “Progetto LIFE – Stop vespa velutina”, grazie alla collaborazione del Comune, hanno potuto organizzare un interessante incontro pubblico (nel rispetto delle norme anti-Covid), chiedere la collaborazione di tutti i cittadini per segnalare altre presenze sul territorio di questo micidiale nemico delle api ed aiutar loro a combatterlo.

La “vespa killer”, proveniente dalla Cina, ha raggiunto l' Italia attraverso la Francia e dopo aver nidificato in Liguria si è spostata verso la Toscana. In provincia di Savona ha già distrutto molte arnie a partire dall'albenganese.

Questo insetto, grande come un calabrone, è pericoloso anche per le persone in quanto la sua puntura può scatenare uno shock anafilattico.

A questo punto si teme fortemente per il settore dell'apicoltura e per l'impatto devastante sulla biodiversità e gli ecosistemi.

Le nostre api non conoscono il nuovo nemico, non sanno ancora come difendersi dagli attacchi, e

per neutralizzarlo non ci sono altri metodi se non quello della cattura della regina e la distruzione dei pericolosi nidi (v. foto di un nido di vespa velutina mostrato nella serata).


Dalla “Royal Geographical Society” di Londra è partito il nuovo allarme poiché il 70% dell'agricoltura mondiale dipende dall'impollinazione effettuata dalle api.

L' uso non controllato dei pesticidi, l'accentuarsi dei cambiamenti climatici, la deforestazione massiccia che riduce il numero dei luoghi sicuri per le api, la presenza del nuovo parassita rende ancor più grave il problema.

Dal “National Geographic” e dall'Associazione degli Apicoltori Italiani “UNAAPI” apprendiamo che la nostra produzione di miele è fortemente diminuita.

Secondo i dati della Coldiretti, dal consuntivo 2019 risulta che la produzione di miele è dimezzata e l'importazione dall'estero è pari a 27,8 milioni di kg. in aumento del 18% rispetto all'anno precedente (11,3 milioni di kg. solo dall'Ungheria).


Gli apicoltori liguri sono 2.299 (753 nel savonese), con una dotazione di 30.815 alveari.

Si parla poco di questo problema vitale che interessa non solo la produzione e il commercio del miele, ma tutto il ciclo della vita delle piante e molti coltivatori per avere una buona impollinazione noleggiano addirittura gli alveari (dati Copa-Cogeca).

Grande merito va a quei coltivatori liguri e savonesi che grazie ad una “agricoltura biologica” non solo aiutano la vita delle api ma portano ai consumatori frutta e ortaggi di qualità, senza quei veleni che sono purtroppo responsabili di gravi malattie.

Comunicato stampa

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