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Attualità | 01 novembre 2020, 09:44

La Fiaba della Domenica: "Il cerbiatto spaventato"

Talvolta anche un piccolo cerbiattino può affrontare un ricovero ospedaliero... Ed è giusto che anche Mamma Cerbiatta reagisca con serena lucidità

La Fiaba della Domenica: "Il cerbiatto spaventato"

Un bel giorno d’estate, con il sole a picco che faceva brillare le foglie di un verde così acceso da renderle accecanti, il Dottor Talpone, un po’ triste, ma sempre professionale, comunicò a Mamma Cerbiatta che il Piccolo Cerbiatto non lo convinceva, con quella tosse continua, lo smagrimento, la spossatezza, la poca voglia di giocare e di rosicchiare le foglie e i rametti da lui solitamente preferiti.

Si dovevano fare accertamenti all’Ospedale del Bosco!

E per poterli fare con tranquillità e precisione, il Piccolo Cerbiatto doveva fermarsi qualche giorno e qualche notte nello stesso Ospedale.

Mamma Cerbiatta si sentì tremare le zampe, drizzare tutto il pelo, ma doveva mantenere la calma!

Doveva imporsi di apparire serena per amore di Cerbiattino, per non rendergli l’evento ancora più triste e pauroso di quello che già era!

Inghiottendo a fatica, annuì puntando gli occhi in quelli di Talpone, quasi a voler carpire al vecchio dottore le certezze e la tranquillità che neppure lui aveva.

E il piccolo Cerbiatto? Continuava a giocare imperterrito con i bastoncini da gioco presenti in gran quantità nello studio del dottore. Sembrava non ascoltare, ma in realtà registrava tutto.

E venne il giorno del ricovero in ospedale!

Nei giorni precedenti in casa non se ne parlava; mamma e papà divennero frenetici: le giostre, l’altalena nuova, la cameretta nuova, tanti amici in casa.

Il piccolo Cerbiatto era sicuro che questa frenesia, tutte queste cose belle e nuove erano fatte affinché lui non pensasse all’ospedale!

Amici che non vedeva da tempo, cinema, teatro dei burattini, ma il suo pensiero era sempre più centrato sull’ospedale. Ma anche quello dei genitori! Essi si resero infine conto che il problema andava affrontato, non serviva a nulla rinnovare e rimandare.

Bisognava prendere il coraggio a piene mani e parlare con Cerbiattino.

Lui tanto aveva già capito tutto! E fu lui ad aiutare i genitori: ne parlò per primo!

Io so perfettamente che devo andare all’ospedale, fare le punture, stare da solo, dormire da solo, mangiare cose che non mi piacciono, prendere medicine disgustose!”

I genitori così, confortati dal loro piccolo, spiegarono a lui che sì, aveva ragione, ma che all’ospedale avrebbe conosciuto nuovi amici, giocato con i clown e poi che alla mamma sarebbe stato consentito rimanere con lui praticamente per tutto il tempo della degenza: miracolo degli ospedali moderni!

A Cerbiattino e, soprattutto ai suoi genitori, tremavano le gambe; la mamma aveva controllato e controllato il pigiamino, il sapone, le pantofole, il borotalco, la biancheria per sé e per il piccolo.

Tutto era a posto meno il proprio umore in tumulto.

Nel frattempo il Dottor Talpone era roso dal dubbio: e se la malattia di Cerbiattino fosse legata al fatto che a settembre doveva andare a scuola, nella nuova scuola primaria dove non conosceva nessuno e dove avrebbe dovuto affrontare nuove maestre? Probabilmente era proprio così...!

Un cerbiatto molto sensibile può palesare una malattia, mettere in subbuglio se stesso e tutta la sua famiglia perché “la paura fa 90”!

Tratto da: "Le fiabe per... andare sereni al nido e a scuola (un aiuto per grandi e piccini)", di Elvezia Benini, Giancarlo Malombra e Cecilia Malombra, collana "Le Comete", Franco Angeli Editore. 

GLI AUTORI:

Elvezia Benini, psicologa, psicoterapeuta a orientamento junghiano, specialista in sand play therapy, consulente in ambito forense, già giudice onorario presso la Corte d'Appello di Genova. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere scientifico.

Cecilia Malombra, psicologa clinica, specializzanda in criminologia e scienze psicoforensi, relatrice in convegni specialistici per operatori forensi e socio-sanitari. Autrice di pubblicazioni a carattere scientifico.

Giancarlo Malombra, giudice onorario presso la Corte d'Appello di Genova sezione minori, già dirigente scolastico, professore di psicologia sociale. Autore di numerose pubblicazioni a carattere scientifico.

Associazione Pietra Filosofale

L’Organizzazione persegue, senza scopo di lucro, finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante l’esercizio, in via esclusiva o principale, delle seguenti attività di interesse generale ex art. 5 del D. Lgs. 117/2017:

d) educazione, istruzione e formazione professionale, ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53, e successive modificazioni, nonché le attività culturali di interesse sociale con finalità educativa;

i) organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale, incluse attività, anche editoriali, di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato e delle attività di interesse generale di cui al presente articolo;

k) organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale o religioso;

In concreto l’associazione, già costituita di fatto dal 27 gennaio 2016 e che ha ideato e avviato il concorso letterario Pietra Filosofale di concerto con l'amministrazione comunale, intende proporsi come soggetto facilitatore, promuovendo e stimolando proposte di cultura, arte e spettacolo sul territorio, organizzazione di eventi culturali e/o festival, ideazione e promozione di iniziative culturali anche in ambito nazionale, costruzione, recupero e gestione di nuovi spazi adibiti a luoghi di Cultura Permanente, anche all’interno di siti oggetto di riqualificazione e/o trasformazione quali ad esempio l’ex Cantiere Navale di Pietra Ligure, come già attuato nel 2018 presso la Biblioteca Civica di Pietra Ligure, ove ha curato un percorso specifico di incontri dedicati alla salute e al benessere attraverso il progetto Il sogno in cantiere": il sogno, in onore e ricordo del cantiere navale che un tempo a Pietra Ligure ha dato vita a tante navi che sono andate nel mondo, vuole ritrovare nel “Cantiere” il luogo di cultura permanente dove poter trascorrere un tempo dedicato al pensiero del cuore, per nutrire l'anima con letture, scrittura creativa, musica, conferenze, mostre.

La “Filosofia dell'associazione” è quella di ridare vita al "Cantiere" in una nuova forma e in un nuovo spazio, ma con lo stesso intento di progettare e costruire "mezzi" speciali, per poter viaggiare con l'immaginazione, strumento di fondamentale importanza per creare spazio e tempo migliori in cui vivere.

L'Associazione vuole favorire l'alchimia di differenti linguaggi, promuovendo spazi di arte, cultura e spettacolo, convogliando le energie nascoste, rintracciando il messaggio archetipico attraverso la narrazione, tentando di recuperare i meandri del proprio Sé, per creare momenti di incontro, scambio e ascolto e per gioire dell'Incanto della Vita. L'aspetto narrativo si è già concretizzato nel 2016 attraverso l'esperito Concorso letterario sulla fiaba; la fiaba è metafora di vita: se il suo linguaggio è ricco e articolato, anche la vita, di conseguenza, sarà ricca e articolata, capace, come per i personaggi delle fiabe, di conservare una nicchia di libertà che faccia considerare l'alterità, l'altro, come un patrimonio da tesaurizzare. L'intento è quindi quello di compiere il “varo” di un “Festivalincantiere” quale contenitore di numerose iniziative, in primis il recupero del concorso letterario sulla fiaba, per poter consentire di viaggiare con l'immaginazione, strumento di fondamentale importanza per creare uno spazio e un tempo migliori in cui vivere e per offrire al Comune l'ampliamento della propria visibilità culturale sia a livello locale sia nazionale e oltre.

«I luoghi hanno un'anima. Il nostro compito è di scoprirla. Esattamente come accade per la persona umana.» scrive James Hillman

La triste verità è che la vera vita dell'uomo è dilacerata da un complesso di inesorabili contrari: giorno e notte, nascita e morte, felicità e sventura, bene e male. Non possiamo neppure essere certi che l'uno prevarrà sull'altro, che il bene sconfiggerà il male, o la gioia si affermerà sul dolore. La vita è un campo di battaglia: così è sempre stata e così sarà sempre: se così non fosse finirebbe la vita. (C.G.Jung, L'uomo e i suoi simboli)

Pedagogia della fiaba

La fiaba è metafora di vita: se il suo linguaggio è ricco e articolato, anche la vita, di conseguenza, sarà ricca e articolata, capace, come per i personaggi delle fiabe, di conservare una nicchia di libertà che faccia considerare l'alterità, l'altro, come un patrimonio da tesaurizzare e non come un competitor o peggio come un diverso stigmatizzabile in minus da omologare coercitivamente.

 

"L'aspetto linguistico così intenso ed evocante contesti e costrutti, spesso caduti nell'oblio, è il necessario contenitore, è la pelle del daimon che consente a ciascuno di riappropriarsi di conoscenza e di dignità, ricordando a tutti e a ognuno che l'ignoranza è la radice di tutti i mali". (Giancarlo Malombra in "Narrazione e luoghi. Per una nuova Intercultura", di Castellani e Malombra, Ed Franco Angeli). 



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