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Attualità | 07 dicembre 2020, 13:55

Brexit, secondo Coldiretti: "Senza accordo via libera al falso Made in Italy"

Preoccupa inoltre per l’export di eccellenze territoriali, il possibile arrivo di dazi e ostacoli amministrativi

Brexit, secondo Coldiretti: "Senza accordo via libera al falso Made in Italy"

Senza accordo la Gran Bretagna rischia di diventare il porto franco del falso Made in Italy in Europa, per la mancata tutela giuridica dei marchi dei prodotti italiani a indicazioni geografica e di qualità (Dop/Igp), che rappresentano circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare tricolore Oltremanica. A pagarne il conto rischiano di essere le grandi eccellenze dei territori, comprese quelle liguri, come l’olio DOP Riviera Ligure e i vini DOC regionali. 

E’ quanto afferma Coldiretti Liguria in riferimento alle difficoltà nel raggiungimento di un accordo sulla Brexit tra Italia e Gran Bretagna. Il Made in Italy resterebbe senza protezione europea e subirebbe la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione realizzati oltreoceano e nei Paesi extracomunitari, a partire dagli Stati Uniti che hanno stretto un accordo commerciale con la Gran Bretagna.

Inoltre dannoso per le eccellenze Made in Italy è la possibilità che si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole alle esportazioni agroalimentari italiane come ad esempio l’etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l’85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop), compresi prodotti base della dieta Mediterranea, come l’ olio extravergine di oliva.

Senza accordi – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – quindi si andrebbe a condizionare anche l’export del Made in Liguria, colpendo eccellenze agroalimentari locali, quali l’olio DOP Riviera Ligure e il vino DOC, prodotto quest’ultimo che, soprattutto negli ultimi anni, è uscito dai confini regionali e ha conquistato, per la sua qualità, molti paesi esteri". 

"E neanche il settore del florovivaismo ne rimarrebbe indenne - aggiungono -per quanto riguarda la produzione di piante in vaso, concentrate principalmente nella Piana di Albenga, per le quali, una diversa gestione amministrativa, legata anche all’ambito fitosanitario, rischia di ostacolarne il commercio". 

"In un momento così difficile per l’economia dei territori è importante evitare ostacoli che sfavoriscano il nostro export  ed arrivare nel più breve tempo possibile ad un accordo, sia nell’interesse dei cittadini sia di tutte le imprese che con il loro lavoro custodiscono il territorio e valorizzano le grandi eccellenze locali” concludono Boeri e Rivarossa.

Comunicato stampa

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