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Attualità | 19 dicembre 2020, 14:48

Tripodoro (Fipe) commenta il "Decreto Natale": "Un disastro. Tanti colleghi non potranno più alzare la serranda nel 2021"

L'appello della Federazione Pubblici Esercizi di Confcommercio: "Servono aiuti concreti, in troppi chiuderanno"

Tripodoro (Fipe) commenta il "Decreto Natale": "Un disastro. Tanti colleghi non potranno più alzare la serranda nel 2021"

“Un disastro. Un grande disastro”. Basterebbero queste parole di Pasquale Tripodoro, presidente provinciale di Fipe-Confcommercio, per riassumere come i commercianti vedono questo “Strano Natale”, suddiviso tra giorni “gialli”, “arancioni” e “rossi”.

Spiega il portavoce della Federazione Italiana Pubblici Esercizi: “Ne stiamo parlando tantissimo da ieri con i nostri associati. Innanzitutto colpisce la cervelloticità di certe regole: non si riesce a capire chi potrà stare aperto o chiuso e quando. E poi ci sono dei problemi logistici concreti: le scorte di merce acquistata, le ordinazioni e prenotazioni ricevute, le disdette a non finire”.

Di colpo Tripodoro si rabbuia ancora di più, nella sua analisi: “Il mio pensiero più forte va a quei colleghi che non riapriranno dopo queste feste. Per me è un dolore grande, da diversi giorni al telefono sento vari colleghi che piangono nell’annunciarmi che presto saranno costretti a chiudere”.

L’asporto non è la panacea di tutti i mali, come ci spiega ancora Tripodoro: “L’asporto non può sopperire ai mancati incassi. Troppe attività fanno asporto, si viene a creare competizione, chiunque si inventa qualsiasi servizio aggiuntivo pur di raggranellare due spiccioli in più ma al tempo stesso non c’è richiesta nel territorio per soddisfare tutta questa offerta, tra asporto e consegne a domicilio”.

Chiediamo una previsione sull’inizio del 2021, ma il quadro che propone non è lieto: “Previsioni? Che cosa vuole che le dica, dobbiamo aspettare giugno per vedere i primi raggi di sole. Purtroppo in tanti a giugno non ci arriveranno con la serranda alzata. E speriamo che il vaccino porti sollievo a tutti nel frattempo. Non è solo una questione di salute, che pure è importantissima, ma anche di benessere mentale, la gente è terrorizzata, vorrebbe soltanto poter uscire e respirare un po’ di serenità. Io vedo nel mio stesso bar ma anche in altri che la gente la gente è attenta, rispetta le norme, tiene la mascherina, ma al tempo stesso c’è tanta voglia di tornare a vivere nella normalità.

Manca la liquidità nelle casse, gli esercenti sono disperati. Non tutti hanno avuto accesso ai bonus di Stato e comunque sono cifre che non compensano i mancati guadagni. Non bastano questi ‘ristori’ a coprire le spese, non tutti i proprietari di muri vengono incontro ai commercianti, c’è ha ridotto e chi ha addirittura sospeso l’affitto, ma tanti invece hanno fatto spallucce”.

Il cosiddetto “Decreto Natale” comprende aiuti per gli operatori dei settori economici interessati dalle nuove misure restrittive (in particolare ristoranti, bar, pasticcerie) per un massimo di 455 milioni nel 2020 e 190 milioni nel 2021. Non andrà a coloro che hanno già beneficiato dei ristori previsti dal decreto rilancio per un importo pari a quello ottenuto in base al dl di maggio enon potrà superare i 150.000 euro. Come con i precedenti contributi a fondo perduto, sarà corrisposto direttamente sul conto corrente dall’Agenzia delle Entrate.

Alla luce di questa manovra, chiediamo al presidente di Fipe-Confcommercio un appello al governo a nome della categoria: “Una parola sola: aiutateci. Ma aiutateci veramente, come hanno fatto altri Stati. Qui vediamo bonus monopattino, bonus bicicletta, bonus di tutti i tipi che disperdono le risorse economiche e che si potevano fare confluire in aiuti concreti per le attività in crisi”.

Redazione

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