Un anno di scuola perso nel 2020 e un altro forse quest'anno. Sotto il profilo dell'apprendimento è come se i nostri ragazzi (tutti, bravi e pelandroni) fossero stati bocciati una prima volta e ora rischiano il bis.
Un dramma per l'istruzione, inutile girarci intorno. La didattica a distanza sta palesando tutti i suoi limiti. Al di là dei problemi tecnici, difficile per gli insegnanti catturare l'attenzione degli studenti; difficile per i ragazzi calarsi nell'aula virtuale guardando lo schermo di un pc. Al netto dei furbetti, professori e studenti, che approfittano della situazione per fare il meno possibile, c'è chi vive con legittima angoscia il tempo sospeso della scuola.
Alcuni insegnanti savonesi di scuola media superiore si sono confrontati sulle conseguenze che lo stop dell'anno scorso ha avuto sui ragazzi. E sono arrivati a una valutazione che la dice lunga sui danni patiti dagli studenti. Sarebbero gli allievi del secondo anno di superiore i più sfortunati.
Questo perché avendo di fatto saltato il primo anno, fondamentale per la carriera scolastica, si sono trovati catapultati nella nuova realtà senza essere attrezzati.
Chiacchierando con loro gli insegnanti hanno avuto risposte eloquenti: "Cosa facevo a casa? Dormivo, giocavo alla playstation, guardavo la tivù. E oggi siamo punto a capo". No, abbiamo il dovere di liberare i nostri ragazzi da questa prigione. O avremo la schiacciante responsabilità di aver "soffocato" una generazione.