- 18 gennaio 2021, 07:55

Giunta Caprioglio: il "gioco" delle pagelle

La rubrica di Bruno Lugaro

Ilaria Caprioglio

Ilaria Caprioglio

A una manciata di mesi dalle elezioni comunali facciamo il gioco (tale va considerato) delle pagelle alla giunta Caprioglio.

Ilaria Caprioglio, un’occasione persa. Era la prima donna sindaco a Savona. Bella presenza, motivazioni a mille, buona empatia con la gente. Ma si è spenta lentamente come una candela. Ha litigato con Toti e mezza giunta, si è progressivamente isolata, ha evidenziato la sua inesperienza politica. Ha traccheggiato per cinque anni. Lascia la città come l’ha trovata. VOTO 5

Massimo Arecco, inconsistente. Ha deluso le aspettative, penalizzato anche da un pessimo rapporto con la sindaca. Ha portato a spasso per un anno gli abitanti delle Fornaci facendo loro credere che lo sciagurato progetto della passeggiata poteva essere modificato. Non era vero. Il suo piano del traffico è finito nel cestino. Ha portato a casa l’accordo sul Crescent Due, senza particolari vantaggi per la città.  VOTO 5

Maria Zunato, concreta. Ha trasferito il mercato civico dalla storica collocazione, trovando un’alternativa convincente. Non era affatto semplice. Solo per questo meriterebbe un sette, ma poi anche lei si è persa per strada, cullando il sogno di entrare in consiglio regionale. Anche in questo caso le tensioni con la sindaca non l’hanno aiutata. VOTO 6

Silvano Montaldo, colonna. Doveva puntellare la sindaca, sopperire alla sua inesperienza e lo ha fatto. Doveva mettere a posto i conti del Comune e in qualche modo ci è riuscito, seppure chiedendo ulteriori sacrifici ai savonesi. Ha fatto tagli “draconiani”. Un lavoro prezioso ma poco visibile. Qualcosa di più di un contabile. VOTO 6,5

Piero Santi, popolare. Parla con la gente, coltiva con sapienza il suo elettorato informandolo puntualmente sulla propria attività. Vietato aspettarsi da lui iniziative indimenticabili. Ma sul quotidiano c’è, eccome. Un gregario di lusso. Il volto familiare di una giunta che ha pochi contatti con la cittadinanza. VOTO 6,5

Roberto Levrero, fantasma. Non si ricorda una sola sua iniziativa degna di nota. Non si è palesato neppure dopo l’aggressione al vigile urbano. Eppure è assessore con delega alla sicurezza. Ma forse non lo sa. Viene da chiedersi chi abbia imposto a Caprioglio il nome di questo avvocato silente, magari fenomeno tra i codici ma come un pesce su un albero a Palazzo Sisto. VOTO 4

Maurizio Scaramuzza, generoso. Non si può dire nulla sull’impegno, ma i risultati sono modesti. Ha un medaglia da appuntarsi al petto: aver creduto nella valorizzazione della pista di atletica della Fontanassa. Come assessore alla protezione civile è stato fortunato a non incappare in eventi calamitosi. VOTO 6

Andrea Sotgiu, perdonato. Ha l’alibi di essersi insediato da pochi mesi altrimenti ne sarebbe uscito con un votaccio. Essendo un bravo avvocato magari sarà stato utile per gli affari legali. Certo, non è sembrata efficace la sua gestione dei rapporti tra giunta e consiglio comunale. VOTO 5,5

Doriana Rodino, prigioniera. Ha la delega alla cultura ma le questioni più importanti le gestisce la sindaca e Scaramuzza ne limita gli spazi nel settore delle manifestazioni. In più il Covid chiude musei, teatro e spegne la cultura. Insomma, se ha fatto poco o nulla ha un valido alibi. NON GIUDICABILE

Ileana Romagnoli, veterana. L’esperienza più che ventennale a Palazzo Sisto la aiuta a non commettere errori grossolani. I servizi sociali sono materiale esplosivo e lei pensa soprattutto a non fare danni. Un po’ in difficoltà sulla vicenda del campo nomadi. Troppo prudente. Non lascia il segno. VOTO 5,5

Bruno Lugaro

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