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In Breve

| 24 gennaio 2021, 18:23

Russo: "Più welfare e meno cemento. Il mio patto con i savonesi"

Potenziamento dei servizi sociali con presidi nei quartieri; zero cemento; e rilancio di Tpl e Ata. Marco Russo accelera con il suo Patto, convinto di trovare l'adesione di PD, M5S, Sinistra e pezzi del centro destra. Un progetto ambizioso.

Marco Russo

Scusi, ma lei sarà il candidato sindaco del PD?

Come ho detto più volte, io sono il candidato del Patto, una proposta civica fondata su un progetto, che vuole coinvolgere anche i partiti e i cittadini indipendentemente dalla loro adesione al singolo partito. È una impostazione politica nuova, a mio avviso indispensabile per la nostra città. Ciò che chiediamo ai partiti è di non ragionare intorno a formule politiche ma di aggregarsi sul progetto per Savona e di compiere un percorso comune per redigere il programma della prossima amministrazione.  

Non la disturba sapere che non tutti in quel partito siano convinti della sua candidatura? 

Ho avanzato una proposta inedita per la nostra città ed è normale che ci siano discussioni, anzi lo trovo giusto perché è l’essenza della democrazia. Però va detto che nel PD si è diffusa in tutti i livelli, partendo dai circoli, una ampia consapevolezza della necessità di questo nuovo approccio ed una grande apertura verso la proposta del Patto. Aggiungo che la stessa apertura la stiamo registrando negli altri partiti. È un dato molto importante che è giusto rimarcare perché è un segno di speranza. Siamo davvero vicini ad aprire una pagina nuova per la politica savonese.

Il M5s dice che non accetterà pacchetti preconfezionati. Sembra una mezza bocciatura del suo nome. 

Non credo proprio. È noto, e l’ho ribadito più volte, che il Patto propone di compiere un percorso, partendo da un documento che disegna una visione condivisa da sviluppare insieme a tutti coloro che vi aderiscono. Quindi è l’opposto di un pacchetto preconfezionato. Non solo, ma la proposta segna un approccio nuovo ai problemi della città aiutandoci a risolverli senza ripercorrere divisioni che hanno spesso lacerato la nostra comunità ed hanno impedito di trovare soluzioni concrete ai problemi. Moltissimi cittadini hanno già compreso questa novità, ora occorre che le forze politiche abbiano il coraggio della innovazione. 

Qual è il perimetro in cui si muove la sua lista civica?

Il Patto si rivolge ai partiti della attuale opposizione in Consiglio Comunale ma si rivolge soprattutto a tutti i cittadini che ne condividono il progetto. Il centro è il progetto. Teniamo presente che dobbiamo fare i conti con le difficoltà della politica e dei partiti di rappresentare i cittadini, quindi occorre necessariamente dare vita ad una proposta più ampia, che coinvolga intorno al progetto. In questo modo ci proponiamo di superare divisioni che, come ho detto prima, hanno paralizzato la città: non è una semplice mediazione ma una sintesi avanzata.  

Si possono tenere insieme la sinistra estrema e i moderati ai quali lei punta? 

Se mettiamo al centro il progetto per Savona, si possono realizzare convergenze molto più ampie di quanto si possa immaginare sulla base di un approccio politico tradizionale. 

Nel Patto di Savona c'è zeppo di vecchi navigatori della politica.

Non so a chi si riferisca: il Patto sta aggregando moltissimi cittadini, dentro e fuori la politica, con grande spirito di collaborazione; la convergenza di persone di diversa estrazione e provenienza è la prova che la strada imboccata è quella giusta. 

Non ha mai pensato di aver lanciato la volata troppo presto col rischio di arrivare esausto al traguardo? 

Se la mia fosse una semplice candidatura, allora si, sarebbe stato troppo presto per lanciarla. Siccome però il Patto è un progetto di ampio respiro, il tempo è assolutamente adeguato. Siamo partiti presto perché lavoriamo in profondità per dare a Savona una prospettiva solida e di lungo periodo.

Autorizzerà l'operazione Solimano?

Come ho detto prima, il Patto non è un pacchetto precostituito ma un progetto che stiamo sviluppando con lo studio, il confronto e la discussione. Inoltre la mia azione si caratterizzerà per la serietà nell’approfondimento delle singole questioni. L’apporto dei consiglieri comunali attuali è fondamentale anche rispetto a questi temi specifici, perché portano informazioni, valutazioni, sensibilità essenziali al nostro progetto.  Non c’è dubbio che sui temi dell’Urbanistica dovremo aprire una pagina nuova, come peraltro affermiamo nel documento del Patto, una pagina che segua i principi della Agenda Urbana Europea, in particolare per quanto riguarda la rigenerazione urbana, l’ambiente e l’azzeramento del consumo del territorio. Questi principi devono poi trovare applicazione nelle questioni puntuali che riguardano la città. Ma se oggi rispondessi con un Si o un No ad una domanda come questa smentirei le fondamenta stesse della mia proposta.  

La Tpl deve rimanere in mano pubblica?

A mio avviso i servizi pubblici fondamentali, come trasporti e rifiuti, devono rimanere in mano pubblica perché devono rispondere necessariamente ad una logica pubblica. La mobilità sostenibile poi è un tassello essenziale nel quadro della città strategica e della rigenerazione urbana. Il punto fondamentale oggi per TPL quindi è coinvolgerla in un grande disegno di mobilità moderna e sostenibile.

Come pensa di risolvere il problema dei rifiuti?

Il tema dei rifiuti poi è molto complesso e necessita di uno studio molto serio, che stiamo conducendo. Nella prospettiva di medio e lungo periodo, ci sono certamente tre aspetti: da un lato dobbiamo garantire la conclusione positiva della procedura di concordato per pagare i debiti della società; dall’altro è necessario che sorga una società solida, in grado di gestire in rifiuti in modo moderno, con la differenziata spinta e la conclusione virtuosa del ciclo dei rifiuti; infine dovremo affrontare il problema del rapporto tra l’ambito savonese e il resto della provincia, che non possono viaggiare in modo separato. In tutto questo però c’è un punto che interessa immediatamente i savonesi: la città può e deve essere pulita anche con la procedura concorsuale; il contratto di servizio deve essere fatto rispettare. Questa è una necessità immediata perché oggi la situazione è insostenibile.

Amplierà le zone pedonali in centro? 

Penso che oggi non possa essere in dubbio la necessità di promuovere la cosiddetta mobilità lenta, limitando il traffico privato e promuovendo il trasporto pubblico. È un tassello della città strategica che proponiamo ed è la direzione delle città più avanzate e voluta dall’Agenda Urbana Europea sia per la salvaguardia dell’ambiente ma anche per il miglioramento della nostra qualità di vita. Non è solo un tema che riguarda la mobilità, ma anche la riqualificazione urbana, il commercio, il welfare e in genere le attività della città. Il nostro compito è di studiare il modo in cui questo possa avvenire in modo positivo per la città.

Quali saranno due progetti qualificanti se sarà eletto?

Non voglio smentire la impostazione aperta del nostro progetto, tuttavia ci sono due versanti che a mio avviso sono essenziali. In primo luogo, è necessario un grande piano di welfare locale, che aiuti i cittadini ad affrontare questo periodo di estrema sofferenza personale e sociale, mettendo a sistema il welfare istituzionale con il cosiddetto welfare spontaneo, ossia le moltissime attività alle quali i cittadini danno vita per solidarietà. Questo è il senso della comunità, che ruota intorno a due poli, l’Ospedale, da un lato, e i quartieri, dall’altro: partendo dalla valorizzazione dell’Ospedale, dobbiamo promuovere una rete di assistenza territoriale e un presidio dei quartieri, offrendo punti di riferimento alle persone per l’assistenza sanitaria periferica e per l’aggregazione sociale contro la solitudine e la sofferenza.

In secondo luogo occorre un grande progetto di rigenerazione urbana, sia in centro che nei quartieri, con il recupero dei tanti spazi di vita, di cultura e di socialità che oggi sono inutilizzati. Questo progetto è il perno per coinvolgere tutte le componenti della città. Porto, Campus, turismo, commercio ecc.., intorno ad nuovo obiettivo di sviluppo.

Il modo per tenere insieme questi due progetti, è la proposta che ho avanzato di lavorare per arrivare a presentare la candidatura di Savona a capitale italiana della cultura. È un progetto serio, sul quale stiamo lavorando concretamente, e che potrà dare una svolta al nostro futuro.

Cosa farà del campo nomadi?

Come ho detto, voglio studiare bene le pratiche, con l’aiuto degli attuali consiglieri. Mi lasci però dire che noi affronteremo il tema in modo diverso. Stiamo lavorando ad un progetto sui quartieri di ampio respiro per ricostruire coesione sociale, quindi sicurezza, e adotteremo questo approccio anche per il campo nomadi, ovviamente nel rispetto della legalità.  

Come giudica i 5 anni della Caprioglio?

Voglio caratterizzarmi per la proposta e non per la critica alla giunta uscente. Però posso dire che, se è vero che ha operato per il riequilibrio di bilancio, il tratto più evidente è stata la totale mancanza di una visione, che ci ha fatto perdere molte opportunità anche di finanziamenti e che ha ridotto la città come oggi la vediamo. Il simbolo può essere il cancello chiuso di Palazzo della Rovere 

Recupererà qualche reduce della giunta Berruti?

La giunta verrà composta a tempo debito, secondo tre criteri: l’alto profilo, l’adesione convinta al progetto e la rappresentanza. 

Se le toccasse la scelta del nuovo direttore del Chiabrera?

La farei in modo assolutamente coerente con la proposta che stiamo portando avanti sulla cultura. Abbiamo bisogno di un teatro innovativo, vivo, aperto e accessibile. La scelta del direttore deve essere conseguente.

Bruno Lugaro


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