"L'argomento è delicato visto che si tratta di anziani e persone fragili, le indagini andranno avanti, lasciamo che gli inquirenti facciano il loro lavoro, se tutto poi fosse confermato sarebbe ovviamente un fatto grave e di sicura denuncia a livello umano e morale".
Il vicesindaco reggente Luigi Pierfederici è intervenuto in merito agli arresti effettuati questa mattina dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona, nei confronti di 3 operatrici socio sanitarie in servizio nella Rsa "La Villa" a Varazze.
I reati contestati alle tre donne, attualmente agli arresti domiciliari e che verranno interrogate dal Gip Alessia Ceccardi, tutte italiane di 48, 58 e 64 anni, riguardano diversi episodi di violenza e maltrattamenti nei confronti di più ospiti della struttura.
"Le persone che sono più in difficoltà devono essere maggiormente tutelate, è un tema da trattare con le dovute cautele, se queste azioni fossero confermate sono deplorevoli e da condannare" ha continuato Pierfederici.
I provvedimenti restrittivi sono stati disposti al termine di una complessa indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Savona, dal Pm Chiara Venturi, e durata alcuni mesi, durante la quale sono stati documentati numerosi e reiterati episodi di violenze fisiche e verbali.
Dall'attività investigativa svolta, sono emersi bruschi strattonamenti dei pazienti durante le operazioni di pulizia personale e cambio degli abiti, fino ad arrivare a veri e propri schiaffi, accompagnati da insulti, minacce e imprecazioni proferiti dalle tre operatrici, cui corrispondono grida di dolore, pianti e implorazioni delle vittime.
Molto spesso, durante l’orario di lavoro, gli anziani pazienti erano lasciati incustoditi, senza che venissero soddisfatte le loro reiterate richieste di assistenza, attivate dagli ospiti anche attraverso i campanelli presenti nelle vicinanze dei letti.
Gli inermi anziani venivano anche minacciati di essere lasciati senza i pasti, fino al rischio di essere legati al letto e percossi, solo per aver “disturbato” le operatrici con le loro richieste di assistenza, peraltro più che legittime e pienamente rientranti nei doveri lavorativi delle tre arrestate. Le condotte contestate alle arrestate sono di assoluta gravità e durezza, prive dei più elementari sentimenti di umana compassione.
Comportamenti per i quali l’autorità giudiziaria ha contestato inoltre l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera e della minorata difesa delle vittime, molte delle quali non autonome a causa delle infermità che le affliggono.
Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, sono in corso, inoltre, le perquisizioni delle abitazioni in Genova, Varazze e Savona delle tre operatrici, per ricercare ulteriori elementi di prova ed acquisire le cartelle cliniche di alcuni ospiti della struttura, anche in previsione di possibili ulteriori sviluppi investigativi.