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Economia | 14 aprile 2021, 08:37

Spirometria ed accertamenti dell'apparato respiratorio

La spirometria è sicuramente uno degli accertamenti più diffusi nell'ambito della sorveglianza sanitaria

Spirometria ed accertamenti dell'apparato respiratorio

La spirometria è sicuramente uno degli accertamenti più diffusi nell'ambito della sorveglianza sanitaria. Può essere uno strumento molto utile per il medico competente per valutare lo stato di salute dell' apparato respiratorio e delle vie aeree dei lavoratori. Approfondiamo il discorso legato alla spirometria ed allo studio dell'apparato respiratorio prendendo spunto del blog della società Sicurya e facendo due chiacchiere con i loro tecnici.

Anzitutto inquadriamo il problema

L'apparato respiratorio rappresenta uno dei principali organi bersaglio dell'esposizione a sostanze nocive presenti negli ambienti di lavoro. Le patologie respiratorie che possono sorgere in ambito lavorativo possono essere di natura irritativa, infiammatoria o neoplastica.

Tra le metodiche diagnostiche tradizionali più utilizzate in medicina del lavoro è importante ricordare la diagnostica per immagini e gli esami di funzionalità respiratoria.

Questi ultimi. In particolare la spirometria. Data la loro scarsa invasività, sono ampiamente utilizzati per monitorare la pervietà delle vie aeree in lavoratori esposti a broncoirritanti o sensibilizzanti. Nonché per studiare gli effetti di esposizione occupazionale sul parenchima polmonare e in particolare sulla diffusione alveolo capillare.

Quali sono le caratteristiche di questo tipo di accertamenti?

Le metodiche appena citate presentano comunque alcuni inconvenienti. Ad esempio molte metodiche di immagine comunemente utilizzate espongono i lavoratori a radiazioni ionizzanti. Dunque mal si conciliano con la finalità della sorveglianza sanitaria che impone, secondo il codice dell'ICOH, esami che per quanto possibile non siano rischio per il lavoratore.

D'altra parte, anche esami non invasivi, come la spirometria, non sempre riescono ad evidenziare un danno dell'apparato respiratorio in fase precoce. Dunque più probabilmente reversibile.

A riguardo è bene precisare, a dispetto di quanto si possa pensare, che una spirometria è un esame solo apparentemente di semplice effettuazione.

Infatti, a differenza di altri tipi di indagini mediche, nelle quali il paziente rimane passivo. In questo specifico esame per ottenere risultati adeguati in merito alla quantità di aria mobilizzata è necessaria una stretta cooperazione tra il soggetto e il sanitario esaminatore.

La validità dei risultati, inoltre, dipenderà dal rispetto di requisiti di qualità nella strumentazione. Nonché di protocolli operativi standardizzati nell’esecuzione delle manovre respiratorie.

Oltre alla spirometria ed alla diagnostica per immagini, vi sono altri test a disposizione?

Negli ultimi 30 anni molti ricercatori attivi nel campo della medicina del lavoro hanno provato a sperimentare metodiche già utilizzate in altre specialità. Ad esempio la pneumologia e l'allergologia.

Ciò col fine di offrire una migliore esperienza nello studiare gli effetti precoci e reversibili indotti da inquinanti occupazionali a carico dell'apparato respiratorio. L'obiettivo è quello di trasferire tali metodiche alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori.

Quali sono queste ulteriori metodiche, possiamo avere maggiori informazioni?

Le metodiche non invasive o, quantomeno, poco invasive più frequentemente applicate in gruppi di lavoratori esposti a sostanze nocive per l'apparato respiratorio sono divere.

Anzitutto la raccolta e l'analisi dell'espettorato indotto e l'analisi dell'ossido nitrico esalato. Ancora, la raccolta e l'analisi del condensato dell'aria espirata per non dimenticare la raccolta e l'analisi del liquido di lavaggio nasale e lo studio della citologia nasale.

Altre metodiche non invasive come la spirometria e molto promettenti, che tuttavia per ora non hanno trovato larga applicazione in medicina del lavoro sono due. La prima è l'analisi dei composti organici volatili esalati attraverso il "naso elettronico". L'altra invece è l'analisi delle particelle esalate.

Naso elettronico? Di cosa si tratta e cosa serve?

Il naso elettronico è un rilevatore di composti organici volatili (VOCs). L'insieme dei dati derivanti dalla rilevazione di diversi VOCs, che vengono organizzati in specifici profili di VOCs chiamati breathprint, ha permesso. In particolare in pneumologia, di ottenere dei dati interessanti. Utili a differenziare persone sane da pazienti con una particolare patologia.

Ad esempio, in medicina del lavoro, il naso elettronico è stato utilizzato in soggetti esposti ad asbesto. Nello specifico il breathprint dei pazienti con mesotelioma asbesto correlato, era diverso da quello dei lavoratori sani con una storia di esposizione ad asbesto.

Riprendiamo la prima delle ulteriori metodiche alla spirometria: "analisi dell'espettorato indotto". Di cosa si tratta?

Questa metodica permette di campionare materiale biologico proveniente principalmente dalle regioni centrali dell'albero respiratorio. Questo materiale è rappresentato per lo più da cellule e muco.

In medicina del lavoro questo tipo di analisi è usata principalmente nelle patologie infiammatorie delle vie aeree indotte dall'esposizione a sostanze nocive. Si tratta dunque di una metodica che trova uso in molte situazioni.

E' stata usata ad esempio in modo estensivo nella diagnostica dell'asma bronchiale professionale. In particolare nel corso del test di provocazione bronchiale specifico e la sua utilità è ormai consolidata. In ultimo è anche utilizzato come matrice biologica per valutare l'esposizione a silice.

Possiamo avere qualche altra informazione a riguardo?

In questa sede riteniamo opportuno precisare che sebbene l'espettorato indotto sia considerato un esame sicuro. Dal momento che, a partire dagli anni '90, la metodica è utilizzata in soggetti che non presentano una espettoraizone spontanea. Si procede quindi attraverso l'induzione dell'espettorazione tramite l'inalazione di una soluzione salina isotonica o ipertonica.

Questo tuttavia può determinare bronco-ostruzione in soggetti predisposti. Dunque la accolta dovrebbe essere condotta in strutture ambulatoriali in grado di rispondere adeguatamente a tale emergenza. Per lo stesso motivo il soggetto sottoposto all'esame dovrà effettuare una spirometria. Ciò per accertare l'eventuale presenza di una ostruzione delle ve aeree già esistente.

Questa, se significativa, controindica il test. Dunque il consiglio, anche di buon senso, è sempre quello di affidarsi al medico che sicuramente saprà indicare la corretta strada da seguire.

Dunque, concludendo, quanto è utile la spirometria oggi?

Sicuramente è uno strumento utile. Grazie alla spirometria è infatti possibile diagnosticare diverse malattie polmonari. Inoltre, può essere impiegata per monitorare l’evolversi e l’efficacia della terapia applicata alle affezioni polmonari croniche.

Tuttavia però, in funzione dei casi, non è possibile escludere il fatto che per essere in grado di giudicare lo stato dei polmoni e delle vie respiratorie. Il medico curante potrebbe ritenere necessario un altro genere di esami presso un medico specialista.



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