E' andata deserta l'asta svoltasi in via telematica nel primo pomeriggio del 14 aprile per la vendita senza incanto delle ex cave Ghigliazza dopo che i creditori della "Cave Arene Candide srl" di Reggio Emilia avevano messo in moto le procedure conseguenti ad alcune insolvenze dell'azienda.
Si partiva da un prezzo fissato di 13 milioni e 711 mila euro con un'offerta minima di 10 milioni e rialzo a 250 mila euro, ma al momento nessun imprenditore si è rivelato interessato ad acquisire l'area di migliaia di metri quadri nei pressi della Caprazoppa, in uno dei luoghi di più antica testimonianza della presenza umana nel finalese, la caverna delle Arene Candide.
Uno spazio vasto che nel corso degli anni, a partire dalla sua dismissione, ha visto via via avvicendarsi diversi progetti, l'ultimo dei quali approvato dalla Regione nel 2018 con una previsione di 96mila metri cubi di nuove edificazioni per insediamenti di carattere residenziale, alberghiero e commerciale, la realizzazione della viabilità necessaria e parcheggi. Oltre ovviamente ai necessari lavori di messa in sicurezza del versante dell'ex area di scavo.
Progetto che a questo punto è destinato a subire un ulteriore rallentamento. Sull'argomento erano già intervenuti i Verdi, invitando l'amministrazione a ripensare completamente un progetto che avrebbe a loro giudizio creato una situazione critica dal punto di vista urbanistico ed "economicamente non sostenibile" puntando piuttosto al recupero dell'area che, nonostante lo stato di degrado attuale, presenta "grandi potenzialità" di una delle aree geograficamente collocata in uno dei più avveniristici e tipici scorci di paesaggio ligure.