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Economia | 26 aprile 2021, 14:50

Funivie, ancora dubbi sul futuro dell’azienda, preoccupazione dei sindacati: “A breve non avranno più soldi per andare avanti, vogliamo risposte urgenti dal Mit”

I lavori di ricostruzione dovevano partire a maggio e il ripristino nel 2022 ma ci sono intoppi sugli espropri dei terreni. Nel frattempo ai lavoratori scade la cassa integrazione a novembre

Funivie, ancora dubbi sul futuro dell’azienda, preoccupazione dei sindacati: “A breve non avranno più soldi per andare avanti, vogliamo risposte urgenti dal Mit”

Rimane ancora incerto il futuro di Funivie Spa e dei lavoratori.

Quest’oggi i sindacati hanno incontrato l’azienda che nei giorni scorsi si è riunita con tutti i soci (Funivie, Italiana Coke e Pietro Chiesa) i quali hanno comunicato che attualmente il capitale sociale è di 900mila euro.

“Ogni mese questa azienda perde 200mila euro al mese e ne incassano 100mila, in quattro-cinque mesi non avranno più un centesimo di capitale” dicono Fabrizio Castellani, Cgil e Danilo Causa, Cisl.

Al momento i lavori per la ricostruzione dei due piloni crollati a seguito dei danni di una frana causata dal maltempo del 2019, 4 milioni di intervento, sono fermi e il commissario che era stato indicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Roberto Ferrazza è andato in pensione, quindi si attende una nuova nomina che potrebbe allungare ulteriormente i tempi.

A maggio dovevano partire i lavori dopo l’affidamento ad una ditta specializzata e la linea per il trasporto del carbone dal porto di Savona ai parchi di Bragno poteva essere riattivata indicativamente intorno ad aprile del 2022, ma nel frattempo i proprietari dei terreni dove sarebbero partiti gli interventi, hanno firmato per l’esproprio tutti tranne due che non hanno accettato l’indennizzo.

“Non si sa attualmente quando verrà nominato il nuovo Provveditore, ci vorranno 8-10 mesi all’avvio” spiegano i due sindacalisti.

“Ci preoccupano i tempi, sappiano bene che ci sono le elezioni e credo sia difficile che il comune decida di espropriare in questo momento. Siamo legati alle tempistiche del capitale che sta finendo, per un commissario che non c’è, per gli espropri, per la cassa integrazione per i circa settanta lavoratori che scade il 15 novembre 2021 e non sappiamo cosa ci sarà da lì in poi” proseguono i due rappresentanti sindacali.

Gli stessi rappresentanti sindacali hanno sollecitato un incontro al Mise e al Mit ma al momento non è stata data una risposta in merito al futuro della struttura e chiederanno una riunione urgente in Prefettura.

“La situazione sta peggiorando, non avranno più soldi a settembre e ottobre per andare avanti. Abbiamo deciso di alzare l’asticella chiedendo incontro con il Prefetto chiedendo di convocare tutte le parti tra i quali Autorità di Sistema, era stata indicata dal Mit per dialogare con Funivie di trovare una soluzione alternativa. Chiederemo anche un ulteriore anno di cassa al Ministero del Lavoro” ha specificato Castellani.

“Devono mettere mano immediatamente per decidere il nome del nuovo provveditore e capire se ci daranno una nuova cassa integrazione se naturalmente ci sono prospettive future, entro un mese ci devono dare la certezza di portare avanti questo impianto che necessariamente non deve trasportare carbone ma altre rinfuse oppure il trasporto dei croceristi nell’entroterra. Ce lo deve dire il Ministero, vogliamo risposte urgente” conclude Causa.

Sulla concessione (l’azienda l’ha restituita lo scorso gennaio 2020) invece bisognerà attendere la sentenza del Tar prevista per il prossimo 18 giugno.

Luciano Parodi

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