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#ILBELLOCISALVERÀ | 21 agosto 2021, 10:00

Attacco al cuore: quando si ferisce la pubblica assistenza

Ambulanze rubate e danneggiate in settimana: reati e ferite che vanno davvero oltre l’immaginazione. Ricordiamo cosa fa la pubblica assistenza h24 per tutti, nessuno escluso

Attacco al cuore: ambulanze rubate e danneggiate feriscono la pubblica assistenza

Questa settimana ad Albenga è successo un fatto increscioso: per due notti consecutive sono state rubate ambulanze della Croce Bianca della città, poi riportate nei rispettivi parcheggi la mattina dopo.  Una delle due è stata danneggiata gravemente.

Al secondo furto, l’autore dell’inqualificabile gesto è stato individuato e arrestato dai Carabinieri.

Lo sgomento è stato enorme. Benché effettivamente accadano in continuazione cose che superano la più fervida immaginazione, al punto che quasi non ci si stupisce più, questo fatto ha sbalordito tutta la comunità.

Ho pensato di parlare proprio della pubblica assistenza  nella mia rubrica #ILBELLOCISALVERÀ, perché chi meglio delle associazioni di volontariato può incarnare la bellezza del cuore che salva, nel vero senso della parola, il mondo? E lo fa senza chiedere nulla in cambio, ogni giorno, ogni notte, 24 ore su 24, senza badare a giorni di festa o di ferie. La pubblica assistenza c’è sempre: è lì per noi , segue la storia delle città, dei loro bisogni e delle loro sofferenze. Contemporaneamente,  segue la storia dei propri cittadini, grazie a militi impegnati volontariamente per portare aiuto agli ammalati e a intervenire nelle pubbliche calamità, uniti dal vincolo della solidarietà e dell’amore verso il prossimo.

Le pubbliche assistenze nascono nel 1860 come associazioni di volontariato, libere e laiche, sotto diversi nomi: Croce Verde, Croce Bianca, Croce D'Oro, Società di Salvamento, Fratellanza Militare, Fratellanza Popolare. Dalla Sicilia al Piemonte, unanimi nel loro impegno, le pubbliche assistenze hanno lo scopo di servire chiunque esprima un bisogno, senza porre condizioni all'aiuto prestato e dimostrandosi aperte a chiunque voglia prendervi parte.

Nello specifico, la Croce Bianca è anche intesa come luogo di incontro, dove le persone esprimono reciprocamente trasparenza, solidarietà e partecipazione. Proprio i volontari ne fanno uno strumento sociale per la promozione di una cittadinanza attiva, solidale e sussidiaria.

Con una metafora, si potrebbe paragonare la Croce Bianca a un grande albero secolare, per i tanti anni di storia che si porta dentro, sotto la corteccia. Grazie alla linfa che alimenta la sua fronda, le sue radici, i volontari, continuano a stare ben piantate nel terreno in una crescita continua.

Una grande famiglia, formata da tanti fratelli e sorelle, padri e madri, zii, nipoti, nonni, amici ed estranei, una famiglia “differente”, unita da un ideale: aiutare il prossimo, soccorrerlo nel momento del bisogno, senza fare distinzioni sociali, politiche, di razza.

Una divisa che è una bandiera di cui andare fieri e  che rappresenta un simbolo che unisce, penetra in profondità e rafforza l’anima nei momenti di sconforto, tonifica i muscoli nei numerosi momenti in cui vengono richiesti sforzi, tiene svegli quando il corpo chiede riposo, tiene caldo quando fa freddo. Molto più di una divisa.

Sempre pronti e disponibili, quando c’è bisogno di aiuto, quando c’è una persona che sta male o si fa male, che è sola o in difficoltà. E ci sono anche quando sono chiamati a soccorrere persone in stato di ubriachezza, che perdono il controllo e fanno risse per strada, cosa che purtroppo sta succedendo sempre più spesso anche nel nostro savonese.

I militi scelgono di essere quelle persone che soccorrono e cercano di attenuare il dolore, facendosi stringere la mano, portando calore, per risollevare chi è caduto. Prestano il loro tempo per garantire gratuitamente il servizio di primo soccorso sanitario a favore della comunità nel territorio. Hanno compiti di grande responsabilità, dove empatia, “sangue freddo”, buon senso e competenze sono fondamentali.

Sono angeli che ci insegnano il vero altruismo, quello che non vuole nulla in cambio, né soldi né altro. Una grande famiglia di volontari che ci abbraccia tutti e a cui dovremmo portare un grandissimo rispetto, perché la bellezza che hanno nel cuore salva veramente vite umane, senza discriminare nessuno.

Maria Gramaglia

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