Politica - 11 ottobre 2021, 17:50

Finale, Benito Mussolini resta cittadino onorario: il Consiglio Comunale respinge la mozione di revoca

Maggioranza contraria ma divisa, col Pd che vota a favore della proposta di "Per Finale" che chiedeva all'amministrazione di "ribadire di non essere onorati di avere il Duce tra i suoi cittadini"

Solamente quattro favorevoli, tra cui i tre consiglieri di maggioranza espressione del Partito Democratico, gli assessori Clara Bricchetto e Franco De Sciora e il consigliere Pier Paolo Cervone, e undici contrari.

Così il Consiglio Comunale di Finale Ligure ha respinto la mozione presentata dal gruppo "Per Finale" per revocare la cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini nel 1927 dall'autorità prefettizia del primo comune finalese nato dall'unione di Borgo, Marina e Pia proprio dal Duce.

Una discussione apertasi già nel marzo 2019 con la precedente amministrazione grazie alla mozione presentata dall'allora consigliere Simona Simonetti e sospesa con la promessa del sindaco, sempre Ugo Frascherelli, di riaffrontare il discorso dopo aver approvato un regolamento cittadino sul conferimento dell'onorificenza, approvato, non senza alcune divergenze in particolare sul punto riguardante proprio la decadenza della cittadinanza proprio nell'odierna seduta dell'assise.

Seduta preceduta da un breve scambio di battute tra il sindaco e Adelmo Cervi, giunto dall'Emilia per perorare la causa condivisa anche dall'Anpi, che insieme ad altre associazioni e formazioni politiche ha organizzato un presidio in via Pertica, proprio sotto il Palazzo di Città.

Un atto col quale Finale, "che si dichiara cittadina antifascista, afferma di non essere onorata di avere tra i suoi cittadini Benito Mussolini" ha spiegato il consigliere Tiziana Cileto, controbattendo all'affermazione del sindaco Frascherelli dei giorni scorsi secondo cui il fatto sarebbe un falso storico, gesto che si potrebbe considerare tale se preso in considerazione a Predappio, dove nacque Mussolini.

"Non vogliamo negare la storia ma farla, in questo periodo dove la comunità ha bisogno di sicurezze in tal senso. In quel periodo vi fu chi si sentì obbligato, ma alcuni si rifiutarono, e anche per rispetto loro siamo qui oggi" ha detto Cileto proponendo di lasciare il nome di Benito Mussolini "scritto su quel quadro, piuttosto con una X sopra, perché resti vivo nella memoria, ribadendo di non essere onorati di averlo tra i nostri cittadini".

"Nessuno di noi si considera fascista o mussoliniano, anzi rivendico il mio antifascismo" ha ribadito il primo cittadino, ripetendo il concetto già espresso secondo cui il riconoscimento preso con quella delibera prefettizia del Ventennio, e peraltro mai revocato dai sindaci succedutesi anche dopo la fine della dittatura mussoliniana tra cui esponenti del Comitato Nazionale di Liberazione, "non celebra nulla, non è l'intitolazione di una piazza o di una via" e, condannando le nefandezze del Fascismo, non si deve lasciare spazio alla cosiddetta "cancel culture".

Una sorta di "damnatio memoriae" di latineggianti recrudescenze, come ha affermato la capogruppo di "Le Persone al Centro" Camilla Fasciolo. "Fu una decisione imposta dall'alto, vogliamo cancellare questo?" ha detto annunciando il proprio voto contrario, al quel si è unito anche il collega Folco.

La sorpresa è stata invece il voto favorevole dei membri del Partito Democratico della maggioranza, tra i quali l'assessore a Sanità, Servizi Sociali e Istruzione Clara Bricchetto che ha ribadito come le due amministrazioni Frascherelli, sia in questa legislatura che nella precedente, "si sono sempre dimostrate antifasciste nei fatti, a supporto degli ultimi e dei deboli".

Una spaccatura ricomposta poi nel nome di Gino Strada, al quale, sempre su proposta di "Per Finale" si è deciso di intitolare uno spazio pubblico.