Attualità - 11 ottobre 2021, 15:41

Cgil, Cisl e Uil Savona sul nuovo modello socio sanitario in Val Bormida: “È arrivato il momento di pretendere risposte da parte della Regione”

In una nota condivisa, i rappresentanti delle 3 sigle sindacali savonesi esprimono le necessità per cambiare l’attuale modello di sanità in provincia e, più in generale, in Liguria

Cgil Cisl Uil Savona sul nuovo modello socio sanitario in Valbormida: “È  arrivato il momento di pretendere risposte da parte della Regione”

Cgil, Cisl e Uil di Savona, insieme ai 19 sindaci della Val Bormida e al Comitato Sanitario Val Bormida lo scorso 20 ottobre hanno condiviso un documento unitario per un nuovo modello socio sanitario in Val Bormida.

“È  arrivato il momento di pretendere risposte da parte della Regione. No a passi indietro delle istituzioni locali e dei sindaci che si sono impegnati attraverso il documento di rilanciare e potenziare la sanità in Val Bormida”, affermano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil Savona.

Con la delibera della Giunta regionale del 28 settembre scorso è stata revocata la gara per l’aggiudicazione ai privati dell’Ospedale di Cairo e di quello di Albenga.  “Il fatto che gli ospedali di Cairo Montenotte e Albenga restano pubblici è sicuramente positivo ed è ciò che chiediamo da sempre: ma adesso bisogna capire cosa se ne vuole realmente fare e soprattutto in quale sistema socio-sanitario saranno inseriti.

“Per il sindacato confederale savonese – continuano -  da tempo serve un nuovo modello socio sanitario in Regione, con ospedali in piena efficienza e una rete di servizi sul territorio per dare assistenza a una popolazione sempre più anziana”.

“Se per Albenga la decisione della Regione è quella di destinare l’ospedale alla riduzione delle liste di attesa, questa  garantisce un futuro almeno fino alla scadenza del PNRR – 2026, ma per quanto riguarda Cairo Montenotte e l’ospedale S. Giuseppe la situazione rimane molto nebulosa. Secondo la Regione Liguria – spiegano - è troppo piccolo per cure ad alta complessità e quindi deve essere trasformato in un ospedale di comunità. Questa è una soluzione che depotenzierebbe e ridurrebbe i servizi e le attività che in quel nosocomio potrebbero invece essere rilanciate. Non abbiamo nulla in contrario all’ospedale di comunità né, tantomeno, alle case della salute ‘pubbliche’, di cui siamo da sempre sostenitori, ma che non abbiamo ancora avuto la ‘fortuna’ di vedere realizzate nella nostra provincia, neppure una. Ma questo non può diminuire servizi e depotenziare attività socio sanitarie già abbondantemente ridotte in questi ultimi anni”.

“L’idea della Regione Liguria, a cui abbiamo ancora una volta sollecitato l’incontro così come da impegni del presidente Toti dello scorso mese di giugno , è quella di trasformare il S. Giuseppe in un ospedale di Comunità ossia, secondo le linee guida descritte nel PNNR, in una struttura con ventina di posti letti (massimo 40), ‘per assistenza sanitaria a media e bassa intensità e per degenza di breve durata’, a gestione infermieristica , con assistenza medica limitata a poche ore al giorno e, per di più, con organici limitatati (9 infermieri e 6 oss): è troppo riduttivo per un territorio che conta oltre 40 mila abitanti, con una larghissima  fascia di anziani,  distribuiti in un’area che è la più vasta dei 4 distretti savonesi, con una rete infrastrutturale e un territorio tra i più fragili del Paese, in cui spesso non sono possibili tempi ragionevoli negli spostamenti stradali e autostradali”.

“Il ‘semplice’ ospedale di comunità  - sottolineano -, così come descritto nel PNRR, sarebbe un enorme passo indietro rispetto sia alle reali esigenze del territorio che alle effettive capacità dell’Ospedale di Cairo. Il territorio valbormidese ha bisogno di ben altre risposte che l’ospedale di Cairo già garantiva in passato e che, opportunamente valorizzato, sarebbe in grado di garantire anche oggi: sale operatorie praticamente nuove, sale diagnostiche e di riabilitazione nuove e funzionali e molto altro”.

“Rimarchiamo che ancora la settimana scorsa a causa delle condizioni meteo avverse il territorio valbormidese si è trovato per l’ennesima volta isolato. È dunque necessario riattivare sin da subito questi servizi”.

“Alla luce dell’importante appuntamento previsto per la giornata di mercoledì 13 ottobre presso il Comune di Cairo Montenotte – proseguono -  con la convocazione del consiglio comunale in seduta pubblica avente come ordine del giorno la delibera della giunta regionale dello scorso 28 settembre, procedura aperta per l’affidamento , in regime di concessione della gestione delle strutture ospedaliere di Albenga , Cairo Montenotte e Bordighera, crediamo vada ricordato a tutti i sindaci della Val Bormida che lo scorso 20 ottobre 2020 , dopo molti incontri e riunioni , proprio nella sede del Comune di Cairo Montenotte , insieme ai 19 sindaci del territorio valbormidese e al comitato, abbiamo saputo costruire e concordare un documento in cui è indicato in maniera molto chiara un nuovo modello socio sanitario, i temi su cui investire per rilanciare la sanità dell’entroterra e,  più in generale del nostro territorio, partendo dalla sanità territoriale e da investimenti forti, fortissimi sull’Ospedale esistente”.

“Per OO.SS. di Savona da qui si deve ripartire e occorre che le istituzioni locali, i sindaci dei 19 Comuni della Val Bormida insistano nei confronti di Regione Liguria, a cui abbiamo presentato il documento lo scorso 7 giugno 2021.  Auspichiamo che non ci sia nessun passo indietro da parte dei sindaci firmatari del documento unitario dello scorso 20 ottobre 2020 e di riscontrare quella coesione del territorio tanto sbandierata ma, fino ad oggi, davvero poco riscontrata”.

“Nell'incontro di questa mattina con l'Asl 2  - sottolineano - riscontriamo ancora una volta dalle parole del direttore che non c'è ancora nessuna data per riportare i due PPI di Cairo Montenotte e Albenga dalle attuali 12 ore alle 24,  così come invece si era impegnato il presidente Toti , almeno su Cairo Montenotte,  così come non c'è ancora nessuna data per la riapertura del Punto nascite di Pietra Ligure” .

“C'è un solo risultato positivo, importante: una risposta alle tempistiche delle liste d'attesa per le invalidità civili: grazie alla nostra denuncia di inizio 2021, entro fine 2021 avremo una situazione in linea con le normative vigenti (90 GG ) dagli oltre 24 mesi di attesa di pochi mesi fa” .

“Noi ci siamo. Cgil Cisl Uil di Savona sono presenti per rivendicare una sanità pubblica, per la riattivazione dei servizi chiusi ad inizio pandemia e ancora inattivi o non del tutto riaperti come richiederebbero le esigenze del territorio e di chi nel territorio vive: Punto Nascite di Pietra Ligure, PPI di Albenga, PPI di Cairo Montenotte solo per citarne alcuni,  ma più in generale per cambiare l’attuale modello di sanità nel nostro territorio e nella nostra regione”, concludono.

Redazione

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