"Pensavamo che lo scempio in tema di sanità e socio sanitario visto nella scorsa amministrazione regionale fosse inarrivabile. Invece si sbagliavamo". Cosi commenta in una nota Andrea Pasa, segretario generale della Cgil Savona.
"Dopo aver chiuso servizi e reparti in tutti gli ospedali, come i PPI di Cairo e Albenga e il punto nascite di Pietra Ligure, ridotto le attività di pediatria, distrutto la sanità territoriale e non aver fatto nulla nel campo della programmazione, tanto è vero che si sono accorti in questi mesi, dopo anni di nostre denunce, che mancano medici, specialisti e infermieri, la coppiata Regione e Alisa è riuscita a sbagliare perfino il bando per gli Oss, causando cosi il blocco del concorso per gli operatori socio sanitari".
"Ma non è tutto: dopo sei anni la Regione si è accorta dell'enorme errore di voler privatizzare gli ospedali di Cairo Montenotte e Albenga - prosegue - Nel frattempo però, i due presidi sono stati svuotati (riducendo attività e servizi vitali) e de-finanziati".
"Le soluzioni proposte in questi giorni non stanno in piedi. La Regione vorrebbe mettere in campo un ospedale di comunità a Cairo. Questo significherebbe ridurre le potenzialità del nosocomio, oltre il totale disimpegno dello stesso ente regionale alle promesse fatte negli ultimi anni".
"È necessario contrastare questo modello socio sanitario che continua a de-finanziare la sanità territoriale, svuotando gli ospedali e dimenticando il territorio dell'entroterra. Cgil, Cisl e Uil di Savona, assieme ai 19 sindaci della Val Bormida e al Comitato sanitario, hanno condiviso un documento unitario per rafforzare la sanità territoriale e rilanciare la sanità pubblica attraverso un potenziamento dei servizi e delle attività".
"Questa sera è stato convocato il Consiglio comunale di Cairo con un ordine del giorno sull'ospedale e sulla sanità in Val Bormida - conclude Pasa - Auspico che i sindaci condividano una mobilitazione nei confronti della Regione attraverso le richieste e proposte contenute nel documento unitario. Non bisogna fare passi indietro. Anzi è necessario pretendere risposte certe alle tante domande e proposte contenute all'interno del documento che risale all'ottobre 2020".