Riceviamo e pubblichiamo dai diversi comitati ambientalisti e di pendolari quanto segue sulla vicenda del raddoppio ferroviario di Ponente tra Finale Ligure e Andora.
"Apprendiamo con soddisfazione della presa di posizione da parte di due importanti organizzazioni a tutela del comparto agricolo, Coldiretti e Confagricoltura, che palesano i danni che questo progetto di spostamento a monte porterà.
Insomma, non sono più 'solo' ambientalisti, comitati a salvaguardia del territorio e comitati di pendolari (che qualcuno ritiene - non si capisce perché - non rappresentativi) ma anche organizzazioni preposte a salvaguardare sia il lavoro sia un bene non rinnovabile come il territorio e le sue risorse che intervengono in modo forte per esprimere obiezioni a questo progetto. Che il comparto agricolo sia da sempre sensibile alla difesa del territorio è una cosa che non deve stupire. Anzi: da un’agricoltura sostenibile viene la difesa dell’ambiente e del territorio. Ma non è solo - si fa per dire - questo. L’intervento delle due organizzazioni ci ricorda anche i danni permanenti che verranno da questo spostamento, ad esempio ad un bene essenziale come l’acqua, con i danni irreversibili alle falde acquifere, che si aggiungono a quelli ambientali e paesistici più generali, con la compromissione di di aree naturali protette.
E giustamente viene messo in risalto il danno economico e al lavoro, con ettari ed ettari persi e conseguenze dirette su decine di aziende. È strano: in questa regione viene sempre portato il tema del lavoro e dell'occupazione a sostegno anche di opere devastanti per l’ambiente e il territorio, ma poi quando emerge che per queste opere ci saranno ricadute occupazionali negative il tema sembra divenire meno importante? Forse che ci sia un lavoro degno di tutela e un altro meno?
Riteniamo che sia necessario da parte di alcuni settori della politica una profonda riflessione sulle ricadute di una serie di opere su cui non c’è adeguata informazione e condivisione, che vengono da tempo indicate acriticamente come strategiche, anche rispetto al lavoro e alle ricadute occupazionali negative che portano con sé, oltre che ai danni enormi che ne vengono per l’ambiente e per la vita quotidiana dei cittadini. Lo spostamento a monte della ferrovia è una di queste.
Gli interessi dei Liguri del Ponente e di tutta la regione, pendolari o no, il suo fragile territorio, il suo equilibrio ambientale, la sua coesione sociale e l’economia agricola non hanno bisogno di questo spostamento a monte, ma hanno invece bisogno di un progetto serio di autentico raddoppio, stante il fatto, peraltro, che più di 1/3 della tratta tra Andora e Finale Ligure è già a doppio binario, cosa che una certa politica un po’ distratta non menziona molto.
E si può partire con quegli interventi infrastrutturali e tecnologici puntuali fattibili già adesso e iniziando a fornire sempre da adesso un servizio ferroviario maggiormente adeguato alle esigenze degli utenti e di tutti i cittadini".