Sanità - 18 febbraio 2022, 20:05

Netto no di Toti a un Pronto Soccorso ad Albenga: "Per le emergenze si va al Santa Corona"

Sebbene considerata struttura fondamentale, che prevede un potenziamento, il Santa Maria di Misericordia avrà solo un Punto di Primo Intervento. Forte la delusione della Commissione Sanità e dei sindaci

Un netto no alla proposta di ampliare l’ospedale Santa Maria di Misericordia e al Pronto Soccorso ad Albenga. È quanto sostanzialmente emerso dall’incontro di oggi, venerdì 18 febbraio, che ha visto riunirsi la Commissione Sanità allargata ai sindaci del territorio, i consiglieri in regione eletti in provincia di Savona e il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti, unitamente al direttore generale della Asl2 Marco Damonte Prioli e al direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi in video conferenza per parlare del futuro dell’ospedale di Albenga.

Il governatore Toti, pur dichiarandosi disponibile al dialogo e a ulteriori incontri nel mese di marzo, ha quindi chiarito che Albenga non avrà un Pronto Soccorso, specificando che l’ospedale in questione non verrà chiuso, ma sarà fondamentale per la sanità regionale e riavrà un Punto di Primo Intervento. Forte la delusione da parte dei partecipanti alla riunione.

In esordio il sindaco Riccardo Tomatis ha sottolineato  la complessità morfologica del territorio su cui sono distribuiti i comuni appartenenti al distretto sociosanitario Albenganese, con un bacino d'utenza servito al contempo da una rete infrastrutturale carente e spesso vittima di disagi legati al traffico (come nel caso dell'autostrada) che d'estate si amplia in maniera considerevole grazie ai flussi turistici.

Per le stesse motivazioni infatti, le associazioni di categoria hanno sottoscritto una lettera indirizzata al governatore per dare opportuna evidenza  di ciò che comporta l'assenza di un pronto soccorso sul territorio. Oltre alle difficoltà legate alle tempistiche nell'arrivo al nosocomio pietrese, soprattutto nei mesi estivi, sono infatti evidenti anche le criticità circa i tempi di attesa, anche oltre le 10 ore per i codici bianchi.

A questo si aggiunge lo sforzo a cui è sottoposto il personale. Da qui la richiesta di rivedere l'organizzazione e la programmazione dei presidi di emergenza e urgenza territoriali.

“L’ospedale di Albenga c’è, è in piena attività e lo è rimasto durante tutto il periodo dell’emergenza in atto, quando ha svolto un ruolo fondamentale di baluardo contro il Covid, mantenendo livelli di produttività analoghi al 2019, pre-pandemia per cui ringrazio tutto il personale che si è speso in prima linea – ha esordito Toti -. Per il futuro, dalla nostra programmazione l’ospedale di Albenga esce rafforzato rispetto ai livelli 2019 in termini di produzione, di prestazioni e di offerta medica. L’ospedale di Albenga con i suoi 200 posti letto riteniamo quindi che debba rimanere assolutamente centrale nel nostro sistema sanitario regionale, con un potenziamento anche della rete dei servizi territoriali, nella direzione che il covid ci ha insegnato e che il Pnrr ci indica. In questa direzione il ‘d-day’ è il primo gennaio del 2023: certamente ci sarà un percorso da costruire con tappe in parte obbligate, ma questa è la data, immaginando che da qui a giugno il Pnrr prenda la sua forma definitiva e poi siano necessari i tempi tecnici per le gare”.

Secondo quanto affermato in sede di riunione dal presidente della Regione, il potenziamento futuro riguarderà l’ambito della chirurgia generale e specialistica grazie anche alla tradizione dell’ospedale nella week e day surgery con impianti e sale operatorie avanzate. Verrà potenziato l’aspetto ambulatoriale. L’obiettivo è poi quello di specializzare ad esempio il reparto di medicina interna verso la geriatria e garantire tutto il percorso dell’ortopedia in particolare nel percorso della protesica, con un reparto di riabilitazione post acuti, implementando notevolmente l’offerta attuale. Tra gli obiettivi, anche la realizzazione dell’hospice, non solo per pazienti oncologici.

L’assessore regionale alla Sanità ha ricordato che “bisogna ragionare nel quadro complessivo del territorio di riferimento della Asl2, che conta 288mila cittadini e comprende anche il vicino ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, sede di Dea di secondo livello e su cui sono previsti interventi di ampiamento e ristrutturazioni finanziati con risorse nazionali ex articolo 20. Tra l’ospedale di Albenga, sede del servizio di elisoccorso, e il Santa Corona di Pietra Ligure abbiamo una situazione di contiguità molto spinta, ad appena 14 chilometri di distanza  l’uno dall’altro su un bacino complessivo di poco più di 100mila abitanti. Per questo il pronto soccorso di riferimento rimarrà quello di Pietra Ligure. Alla politica chiedo di scegliere, non di dire sì a tutto: l’obiettivo comune dev’essere costruire un vero sistema di hub specializzati e spoke, con un pronto soccorso che garantisca ai cittadini tutti i servizi necessari per salvare vite, dall’emodinamica alla stroke unit fino alla chirurgia d’urgenza, con attrezzature all’avanguardia e personale qualificato. Sono disponibile al confronto purchè le scelte si facciano con razionalità e nell’interesse dei cittadini”.

Circa le critiche sulla riduzione delle visite sul territorio, Toti ha risposto: “credo che il nostro approccio sia stato corretto e rispettoso nei confronti di chi negli ospedali non è entrato neppure per assistere un parente nei suoi ultimi minuti di vita. Non mancherà l’occasione per recuperare”.

Il direttore generale di Alisa Ansaldi ha infine ricordato che “nel 2020 e 2021, i dati di produzione in termini economici dell’ospedale di Albenga sono rimasti pressoché invariati, intorno a 10-12 milioni di euro. Sono diminuiti i ricoveri ordinari ma è aumentata la complessità in relazione ai pazienti covid”.

Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis in chiusura ha ribadito al presidente Toti: “Il nostro non è un atteggiamento di campanile! Difendiamo il nostro territorio perché riteniamo che oggi l’offerta sanitaria nel comprensorio di Albenga non è adeguata. Chiunque abbia avuto necessità di ricevere assistenza medica urgente si è reso conto che la situazione già oggi è difficile e che tra pochi mesi (con l’estate e l’aumento delle presenze e del traffico su strade e autostrade) diventerà inaccettabile”.

“Albenga e Santa Corona possono essere complementari, ma per le caratteristiche del territorio nel quale viviamo il Santa Maria di Misericordia deve poter dare una risposta alle emergenze sanitarie attraverso un Pronto Soccorso attivo e funzionante. Chiediamo al presidente Toti di prevedere investimenti per il nostro ospedale che si è rivelato nuovo, funzionale e strategico”, ha concluso il sindaco.

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