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#ILBELLOCISALVERÀ | 06 marzo 2022, 11:35

Villanova d’Albenga, gli ideali e il coraggio di Andrea Schivo, l’importanza di ricordare l’“Uomo Giusto tra le Nazioni”

Un figlio dei vicoli del piccolo borgo, dove ha appreso dalla famiglia i sani principi che lo hanno guidato, fortificati dalla solidarietà di una tradizione contadina a cui è legata la storia del comune

Villanova d’Albenga, gli ideali e il coraggio di Andrea Schivo, l’importanza di ricordare l’“Uomo Giusto tra le Nazioni”

Questa settimana tappa a Villanova d’Albenga per la rubrica #ILBELLOCISALVERÀ: un bellissimo borgo medievale, le celebri coltivazioni di violette e la casa natale di un Uomo Giusto tra le Nazioni, Andrea Schivo. Voglio focalizzarmi sulla figura di Andrea Schivo, rimandando ad altro articolo le meraviglie del borgo.

Sono settimane molto difficili per il mondo intero, in cui anche io, che tendenzialmente ho una visione positiva delle cose, faccio fatica. Provo paura, pena, rabbia. Penso a quelle famiglie, a quei bambini che, improvvisamente, si sono ritrovati nel bel mezzo di una guerra. Guerra: che brutta parola. Fa rima con sogni che si spengono, speranze che svaniscono e, purtroppo, anche con morte e distruzione.

Noi siamo abituati a parlare della guerra in maniera distaccata, come un qualcosa che è sempre lontano, che non ci riguarda da vicino, ma se pensiamo a quei bimbi e quelle bimbe, a uomini e donne separati da un conflitto, il cuore diventa piccolo piccolo.

Ho pensato di fare tappa a Villanova d’Albenga perché nel 1895 diede i natali ad Andrea Schivo, Uomo Giusto tra le Nazioni, un grande Uomo che mise a repentaglio la propria vita, disobbedendo alle leggi della dittatura nazista, per rispettare quelle  della solidarietà umana. Uomo leale, onesto, coerente, coraggioso al punto da mettere in gioco la propria vita per combattere la sofferenza e la discriminazione  di piccoli reclusi ebrei.

In prima linea sul Piave, fu vittima di una pallottola che gli sfregiò il naso. Per i meriti di guerra, venne assunto come agente di custodia prima a Imperia e, in un secondo tempo, a Milano, presso il carcere di San Vittore.

Il “Superiore”, come lo chiamavano i colleghi, per la sua autorevolezza, tra il 1943 e il 1944 fu assegnato alla sezione dei detenuti ebrei, gestita direttamente dalle SS.  A un certo punto, iniziò a prendersi cura di alcune famiglie di ebrei rinchiuse, portando loro cibo di nascosto, cucinato a casa dalla moglie. La cosa gli fu fatale quando, tra giugno e luglio del ’44, i nazisti trovarono ossi di pollo in una cella occupata da una famiglia di ebrei. Le SS risalirono al colpevole, Andrea Schivo, subito arrestato nello stesso carcere, prima di essere trasferito, nei giorni successivi, nel lager di Bolzano e poi nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania, dove morì il 29 gennaio 1945. Pagò con la vita il tributo per il rispetto della propria coscienza.

Responsabile di aver procurato cibo per alcuni ebrei detenuti a San Vittore con i loro bambini, quindi colpevole di aver esercitato la sua umanità e compassione per la sofferenza altrui. Tra la minaccia di morte e l’imperativo morale di nutrire, come poteva, dei bambini incarcerati, “colpevoli” di essere ebrei, non ebbe esitazioni, scegliendo di ascoltare il cuore e aiutare anime innocenti che stavano subendo un’atroce ingiustizia. 

La vicenda cadde nel dimenticatoio, per riemergere nel 1998, con la pubblicazione di un documento d’archivio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) di Milano: si tratta della testimonianza di diciannove agenti di custodia contenente i particolari sull’arresto di Schivo. Nel 2003, la vicenda venne ripresa dal settimanale Panorama, così ne vennero a conoscenza le sorelle Cardosi, figlie di una donna ebrea detenuta a San Vittore negli anni ’43 e ‘44. Le tre sorelle riconobbero immediatamente la figura dell’agente di custodia, quindi si attivarono e istituirono la pratica affinché Andrea Schivo venisse riconosciuto “Giusto”.

Così fu annoverato  come “Giusto tra le Nazioni”, con medaglia alla memoria assegnata il 13 dicembre 2006 e intitolazione di un albero sul viale dei Giusti presso Yad Vashem di Gerusalemme

La cerimonia ebbe un’eco nazionale, ripresa da tutti i media. Successivamente gli venne intitolata la scuola primaria del piccolo borgo e, poco dopo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegnò a Giacomo Schivo la Medaglia d’Oro al Merito Civile alla memoria per il prozio Andrea.

Villanova d’Albenga, fiera del proprio figlio Andrea,  gli ha dedicato anche una targa, posta sulla sua casa natale, inaugurata in occasione della Giornata della Memoria 2021. In tale circostanza il sindaco Pietro Balestra affermò che “il paese si riconosce nel coraggio e negli ideali di Andrea Schivo. Un figlio di Villanova d’Albenga, di questi vicoli dove è nato e cresciuto, dove ha appreso dalla famiglia i sani principi che lo hanno guidato, fortificati dalla solidarietà umana propria del nostro borgo, di una tradizione contadina a cui è legata la storia del comune”.

Continuiamo a ricordarlo. Raccontiamo ai nostri figli, agli alunni, le storie di uomini e donne coraggiose, che hanno messo l’umanità e la compassione davanti a tutto, che hanno dato a tutti noi un insegnamento che, ahimé, forse non tutti abbiamo recepito. Non perdiamo la memoria.
#ILBELLOCISALVERÀ

Maria Gramaglia

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