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Al Direttore | 26 marzo 2022, 10:30

Zone speciali di conservazione, l'auspicio di Ivano Rozzi: "Una seria rivalutazione dei troppi 'via libera' all'abuso del territorio senza alcuna regolamentazione"

Riceviamo e pubblichiamo il parere dell'ex sindaco di Giustenice

Immagine di repertorio

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Riceviamo e pubblichiamo il pensiero di Ivano Rozzi, ex sindaco di Giustenice, sul tema delle zone speciali di conservazione:

Torno nuovamente sul tema prendendo spunto dai legittimi dubbi che il sindaco di Finale ligure esprime sulla recente attività legislativa e regolatoria della Provincia per ribadire come tutta la questione outdoor ponga le radici su terreno effimero e instabile, nonostante la sua dimensione che farebbe pensare altrimenti, proprio a causa della mancata regolamentazione che, già da tempo, sarebbe stata non soltanto utile, ma soprattutto, stimolante per pratiche rispettose e adeguate. Invece tutto, o quasi, è stato bypassato e adesso porre il rientro nelle condizioni formali previste sarà più difficile e in molte zone “abusate” impossibile, a meno che non vi sia una rapida e attenta attività di controllo e vengano rimosse e ripristinate tutte quelle condizioni incompatibili a partire dal ripristino dei tracciati originali dei sentieri e non, come adesso, delle tante chicane e salti realizzati per il divertimento delle bici da discesa in terreni di privati, dei molti percorsi realizzati in tratti di nidificazione e parto della fauna, oppure dei tratti propriamente realizzati all’interno di macchie verdi per rendere “suggestiva e avventurosa“ la discesa.  

Va certamente detto che la competenza della Regione, di contribuire alla tutela della biodiversità attraverso la costituzione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e di Zone di Protezione Speciale (ZPS) e attraverso altre azioni volte alla tutela e alla valorizzazione delle emergenze naturalistiche, spesso è contraddittoria nei diversi provvedimenti, particolare quando si inverte l’onere della vigilanza sulla proprietà fondiaria. Dove , indipendentemente dal sito e dal tipo di coltura, si demanda alla proprietà un tempo brevissimo per il diniego a ritrovarsi una pista di biciclette da discesa o nuovo sentiero nel proprio podere. Fatto questo sul tipo dell’esproprio ma con prepotenza e arroganza e, soprattutto, gratis. Senza contare che permangono a carico della proprietà fondiaria le responsabilità inerenti nel caso che attraverso questi manufatti si arrechino danni da frane, ruscellamenti, caduta di massi, alberi ecc.. 

Dicevo quindi che nell’ambito delle attività assegnate dalla vigente normativa regionale all’Ente gestore, la Provincia di Savona rientra la necessità di provvedere alla redazione di un Piano di Gestione dei Siti Natura 2000 con l’obiettivo di garantire in uno stato di conservazione soddisfacente gli habitat e le specie di interesse comunitario in esso presenti. La Provincia, ha beneficiato di un finanziamento di 1.000.000 di euro per predisporre i Piani di Gestione delle 20 ZSC di cui è Ente Gestore attraverso i fondi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) sottomisura 7.1 2014-2020 “Piani di tutela e gestione dei siti Natura 2000”. Con Deliberazione del Consiglio Provinciale 2022/9 Adozione del Piano di Gestione della Z.S.C. IT1323201 “Finalese – Capo Noli” - Legge Regionale 28 del 10 luglio 2009, art. 5. Deliberazione del Consiglio Provinciale 2022/10 Adozione dei Piani di Gestione delle Z.S.C.: IT1323203 “Rocca dei Corvi - Mao - Mortou”, Z.S.C. IT1324011 “Monte Ravinet - Rocca Barbena”, Z.S.C. IT1324910 “Monte Acuto - Poggio Grande - Rio Torsero”- Legge regionale 28 del 10 luglio 2009, art. 5. 

Altro aspetto interessante sono le misure di conservazione valide per tutti i SIC della Regione Biogeografica Alpina Ligure approvate con DGR 23 dicembre 2015 n. 1459 (testo collazionato dagli Uffici regionali con le DGR 28.9.2012 n. 1145, 19.7.2013 n. 896, 7.8.2014 n. 1039 e 22.11.2013 n. 1467) le quali obbligano all’art. 4. Di redigere appositi regolamenti (questi sconosciuti) dove gli Enti gestori dei siti Natura 2000 di cui al comma 1 nel pieno rispetto delle finalità di conservazione e miglioramento di habitat e specie dei Siti, dovranno regolamentare entro 12 mesi dall'approvazione del presente, fino all'approvazione dei piani di gestione ove necessari, le attività di: a) Avvicinamento alle pareti occupate per la nidificazione dalle specie ornitiche di interesse comunitario, in particolare, nelle “Zone rilevanti” citate nelle Misure di Conservazione specifiche a ciascun SIC e nelle aree non coincidenti con Zone di Protezione Speciali, ove valgono norme e divieti di cui al Regolamento Regionale 5/2008, mediante elicottero, deltaplano, parapendio, arrampicata libera o attrezzata e qualunque altra modalita', fatta eccezione per i mezzi di soccorso, controllo e sorveglianza. Fino all'assunzione degli atti regolamentari e pianificatori di cui sopra, è vietato l'avvicinamento alle pareti occupate per la nidificazione dalle specie di interesse comunitario, mediante elicottero, deltaplano, parapendio, arrampicata libera o attrezzata e qualunque altra modalita'; b) Attività speleologiche o fruizione di geositi, come previsto dalla L.R. 39/2009 e, in particolare, nelle “Zone rilevanti” citate nelle Misure di Conservazione specifiche a ciascun SIC. Fino all'assunzione degli atti regolamentari e pianificatori di cui sopra, sono interdette le attività di fruizione delle grotte e delle cavità naturali; c) Attività escursionistica: in tutti i Siti, fino all'assunzione degli atti regolamentari e pianificatori di cui sopra, è fatto divieto di abbandono dei sentieri; d) Attività ricreative che per tipologia, entità, localizzazione, tempi e modalità di svolgimento potrebbero avere incidenza significativa sullo stato di conservazione di habitat e specie tutelate quali concerti, manifestazioni, gare, competizioni, dovranno essere sottoposte a valutazione d’incidenza.

Lettera firmata

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