All'ospedale di Cairo Montenotte inizia oggi l’attività del nuovo reparto di riabilitazione extraospedaliera residenziale che va ad inserirsi nel ventaglio di offerte che il nosocomio mette a disposizione dell'utenza.
"Dotato attualmente di 10 posti letto ulteriormente incrementabili offrirà prestazioni riabilitative estensive con possibilità di accesso anche dal domicilio previa visita fisiatrica - spiegano dall'Asl 2 - Nella struttura verranno erogate prestazioni riabilitative per esiti di patologie post-acute neurologiche, ortopediche o di altra genesi che abbiano determinato una disabilità ancora modificabile. Inoltre si interverrà con modalità proattiva secondo la medicina di iniziativa verso soggetti a rischio di sviluppo di disabilità. Progetti riabilitativi mirati verranno anche dedicati a soggetti con patologie degenerative e quindi nell'ambito della cosiddetta 'cronicità'".
Il reparto, inserito nella struttura semplice di riabilitazione del Levante quale articolazione organizzativa della SC Recupero Rieducazione Funzionale, è dotato di due medici fisiatri, fisioterapisti, infermieri, logopedista ed operatori sociosanitari che attuano progetti riabilitativi individuali mediante lavoro di team. A breve sarà inoltre disponibile una tecnologia innovativa quale la riabilitazione in laboratorio di realtà immersiva che permetterà di agire su problematiche motorie, cognitive, dell'equilibrio dell'adulto e del bambino.
Il direttore generale, il dottor Marco Damonte Prioli, ha espresso grande soddisfazione per questo nuovo e importante traguardo "che pone l'ospedale San Giuseppe quale struttura strategica dell'Asl 2 per la risposta ai bisogni dei cittadini".
Stessa soddisfazione è stata manifestata dal direttore socio Sanitario, la dottoressa Monica Cirone, e dal neo direttore di distretto, il dottor Luca Corti, che hanno sottolineano questa nuova apertura come "un'implementazione dei servizi della Val Bormida a favore della popolazione con necessità di riabilitazione ed accompagnamento dell'ospedale al domicilio".
"Un ponte di congiunzione tra ospedale e territorio immaginando finalmente di riempire quell’area grigia che va da ospedale a domicilio attraverso una presa in carico del paziente e della famiglia" hanno aggiunto i dottori Carmelo Lentino e Francesca Zucchi.