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#ILBELLOCISALVERÀ | 11 dicembre 2022, 10:12

Da Finale alla “fine del vecchio mondo”: il viaggio di Erika Scafuro alla ricerca del silenzio

Un meraviglioso Cammino di Santiago “alternativo” in 120 chilometri e 4 tappe, partendo da Santiago: Negreira, O Logoso, Fisterra e Muxia

Da Finale alla “fine del mondo”: il viaggio di Erika Scafuro alla ricerca del silenzio

La rubrica #ILBELLOCISALVERÀ questa settimana fa tappa a Finale Ligure, ma va anche un po’ più lontano, fino “alla fine del vecchio mondo”, in cerca di pace e silenzio, con Erika  Scafuro, che ha affrontato un magnifico viaggio in solitudine.

Conosco Erika, anima bellissima, lieve, delicata, così piena di carattere e coraggio. Lei ama viaggiare, scrivere, e praticare sport all’aria aperta. Pratica surf, stand up paddle e trekking, considerandosi una camminatrice su lunghe distanze. Passioni che spesso si intrecciano con il suo lavoro di copywriter. 

Qualche giorno fa, vedendo l’intervista che ha rilasciato a Endu Channel, il canale digitale dedicato agli sportivi che vivono la propria passione ogni giorno, ho tratto ispirazione per raccontarvi del suo meraviglioso viaggio, che piacerebbe molto fare anche a me: il “Cammino di Santiago”, in versione “alternativa”.

Ho fatto questo viaggio ad agosto. Avevo bisogno di silenzio intorno a me, quindi sono partita da Santiago e ho percorso 120 chilometri. Il famoso Cammino di Santiago, ma con un taglio diverso. Volevo arrivare alla ‘fine del vecchio mondo’ e capire cosa potesse rappresentare per me”, spiega la giovane camminatrice.

Erika ha affrontato da sola, in compagnia di cuffiette per la musica, un ebook reader e un blocco note su cui scrivere pensieri e impressioni del momento, il percorso che si sviluppa su 120 chilometri, per un totale di quattro tappe: Negreira, O Logoso, Fisterra e Muxia. In mezzo, una varietà di vegetazione rigogliosa e straordinaria, colori di una natura estremamente generosa, profumi inaspettati e panorami di una bellezza da togliere il fiato. 

Sono partita da Santiago, città dalla gioiosa confusione che mi sono lasciata alle spalle, per addentarmi nella pace di boschi mai visti prima e piante profumatissime, che mi hanno accolta. Si è subito instaurata una connessione molto profonda con la natura e con me stessa – racconta Erika -. Cabo Fisterra, sull’oceano, dove c’è il faro, era ritenuto il punto della fine del mondo, dalle popolazioni celtiche, prima ancora dei romani. Qui ho vissuto un bel momento di introspezione molto intenso. Ho interpretato questa fine del mondo come il mistero tra la vita e la morte e mi porto dentro questa esperienza come una delle più preziose della mia vita”. I popoli preromani credevano che, proprio in quel luogo, le anime salissero al cielo. Uno spazio mitico e simbolico che sicuramente lasciò sbalorditi i conquistatori romani quando videro sparire il sole dietro l'immenso oceano. Da allora, l'estremo del Cabo Fisterra continua ad affascinare tutti i visitatori.

Poi avanti, fino a Muxia, l’altro km 0 del Cammino di Santiago verso l’oceano, considerata una meta spirituale, un luogo magico”. 

Un magnifico viaggio, che le ha ricordato il valore dell’umiltà e della bellezza che nutre l’anima, nonostante la vita talvolta possa essere feroce e ingiusta. “Sono grata per tutta la meraviglia che ci circonda. Il cammino è una delle cose più belle che io abbia mai regalato per me stessa., un’esperienza spirituale intensa che ha un significato molto forte”, conclude la camminatrice.

Erika, magnifica ragazza, capace di cogliere la luce e rifletterla piena colori, illuminando anche il cammino di chi le sta accanto, sa cogliere quindi la parte più spirituale e introspettiva del viaggiare. Ha già percorso altri tratti del Cammino di Santiago e, chissà, magari ci racconterà anche altre future fughe dalla quotidianità e immersioni nella tranquillità di una bellezza senza confini.

#ILBELLOCISALVERÀ

Maria Gramaglia

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