Tappa ad Alassio questa settimana per la rubrica #ILBELLOCISALVERÀ, per provare a svelare i misteri che si celano dietro il primo film diretto da Alfred Hitchcock. Non tutti sanno che The Pleasure Garden – uscito in Italia come Il labirinto delle passioni – conserva proprio qui, nella Baia del Sole, alcune delle sue scene più suggestive, girate ben 100 anni fa. Il giornalista Massimo Boero ha studiato a fondo il caso attraverso un’indagine giornalistica durata oltre due anni, effettuata ad Alassio, ma anche a Genova e sul Lago di Como, gli altri due luoghi in cui è stato girato il lungometraggio.
Era il 1925: Hitchcock aveva appena 26 anni, il Muretto non era ancora nato (e per quello non c’è la sua firma) e Alassio era una terra di suggestioni molto nota agli inglesi. Eppure, probabilmente solo per un caso, davanti al Grand Hotel Alassio, il futuro “maestro della suspense” girò il suo primo delitto cinematografico. Non fu una diva del cinema a interpretare la scena in mare, bensì – raccontano le cronache – una cameriera dell’hotel, pare, chiamata a sostituire un’attrice che non poteva tuffarsi a causa delle mestruazioni. “Il regista – ha spiegato Boero -confessò candidamente che non sapeva cosa fossero”. Possibile?
Attorno a quelle riprese aleggia ancora un alone di mistero. Forse Hitchcock avrebbe dovuto girare a Sanremo, ma cambiò idea strada facendo, attratto dalla bellezza della spiaggia di Alassio o, più semplicemente, costretto da un budget esiguo.
A Genova, dove iniziò le riprese il 9 giugno 1925, dichiarò di aver subito il furto di 10mila lire (l’equivalente di circa 10mila euro di oggi). “Alcuni sostengono che fosse vero, altri che si trattasse di una scusa, poteva averli persi. In un’intervista a Truffaut nel 1962 affermò di aver fatto denuncia alla polizia, ma non ho trovato alcun riscontro – racconta Boero –. C’è pochissima documentazione disponibile su questo film e non dimentichiamo che Hitchcock era un grande narratore anche di sé stesso, e non sempre nei suoi ricordi la verità coincideva con i fatti”. Nelle scene riprese a Genova, una delle ultime immagini della vecchia stazione marittima.
Questi episodi, insieme ad altri retroscena, come il sequestro della pellicola alla frontiera o le difficoltà logistiche tra Liguria e Lago di Como, sono stati ricomposti da Boero in un’indagine durata oltre due anni fra archivi e testimonianze locali. Il risultato è un affresco affascinante, presentato nei giorni scorsi nell’Auditorium della Biblioteca civica di Alassio nell’ambito della rassegna “Alassio di Venerdì”, con la conferenza “Hitchcock ad Alassio – Cent’anni dopo”, moderata da Giulio Maria Geluardi.
“Il bello – conclude Boero – è che dietro queste disavventure si intravede già il regista che tutti conosciamo: ironico, enigmatico, pronto a trasformare gli ostacoli in suggestioni narrative. Ed è curioso pensare che il suo primo ciak, cento anni fa, sia partito proprio da qui, dalla Baia del Sole”.
Un viaggio indietro nel tempo, che restituisce il ritratto di un Hitchcock giovane e intraprendente, forse un po’ bugiardo, già abilissimo a intrecciare vita e cinema. Un regista che da Alassio iniziò a costruire il mito del mistero come arte universale.
Piccola curiosità: il Grand Hotel Alassio ha dedicato una suite esclusiva per rendere omaggio al capolavoro cinematografico che ha dato inizio alla straordinaria carriera di Hitchcock. Ovviamente si chiama “The Pleasure Garden Suite”.