Al Direttore - 26 settembre 2025, 10:33

Raccolta porta a porta a Savona, un cittadino: "Un esperimento green imposto senza ascolto"

Lettera

Riceviamo e pubblichiamo: 

"Sono ormai trascorsi mesi da quando hanno iniziato a parlare della raccolta differenziata e del sistema porta a porta. Un dibattito che si è trascinato con la lentezza di una burocrazia stanca, mentre la città si è ritrovata sommersa, non tanto dai rifiuti, quanto da un senso diffuso di frustrazione e impotenza". 

"Si continua a sbandierare l’aumento della differenziata come fosse un traguardo virtuoso, ma la realtà è ben diversa: non si è trattato di una scelta consapevole, bensì di una costrizione mal orchestrata, imposta senza ascolto né adattamento. Un obbligo travestito da progresso". 

"Il mio pensiero prescinde dai colori politici del Comune di Savona. Non è una questione di maggioranza o opposizione, né di simpatie partitiche. È una questione di dignità civica, di rispetto per i cittadini e per il tessuto urbano che ci ospita. La politica, quella vera, dovrebbe saper ascoltare – ma un ascolto vero e reale, non piccoli meeting con quattro residenti di diversi quartieri –, correggere, ammettere gli errori. Ma qui si preferisce perseverare, fingere che tutto proceda secondo i piani, mentre i bidoni, i sacchi strappati dai gabbiani e i topi si moltiplicano come funghi davanti ai portoni, e il decoro urbano svanisce". 

"A questo punto, servirebbe un gesto simbolico potente, un atto di dissenso civile che non possa essere ignorato. Mi piacerebbe che i residenti dell’Oltre Letimbro, uniti e compatti, raccogliessero tutta l’indifferenziata e la depositassero lungo Corso Tardy e Benech, trasformando quella strada in una barricata di rifiuti. Non per vandalismo, ma per visibilità, per costringere il Comune e la SEA-S a guardare in faccia il fallimento di un esperimento “green” che, nella sua attuazione, ha perso ogni traccia di sostenibilità e buon senso". 

"Forse allora, e solo allora, si prenderà atto che non basta dipingere di verde un progetto per renderlo virtuoso. Che la transizione ecologica non si impone: si costruisce". 

"E magari, con un po’ di lucidità ritrovata, quei mille bidoni sparsi finiranno finalmente in un container, insieme ai banchi a rotelle e alle altre trovate che, più che soluzioni, sono diventate simboli di una gestione miope e autoreferenziale". 

Paolo Bazzano

Lettera


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