Sanità - 08 ottobre 2025, 16:01

Consultori, in Liguria chiusi 30 in dieci anni. Il Pd: “Si tolgono presidi e si indebolisce la prevenzione, a scapito soprattutto delle nuove generazioni”

Il consigliere Arboscello ricorda l'odg presentato per una campagna di informazione sui metodi contraccettivi e la salute sessuale

Immagine di repertorio

Secondo un'indagine della Uil sui consultori familiari, dal 2014 al 2023, l'Italia ha perso 258 di questi presidi territoriali, con la nostra regione tra le più colpite in termini assoluti con la chiusura di 30 centri. Una fotografia della situazione “impietosa, un taglio che colpisce al cuore il welfare e la prevenzione”.

E' il commento del consigliere regionale del Partito Democratico Simone D’Angelo, che afferma: “La chiusura di un consultorio non è la semplice perdita di un ambulatorio. Significa cancellare un punto di riferimento fondamentale per la salute della donna e la sua autodeterminazione, per il sostegno alla genitorialità e alle famiglie, per l'assistenza psicologica ai minori e per l'integrazione socio-sanitaria dei migranti. Significa indebolire la prevenzione, l'educazione sanitaria e la capacità del sistema di leggere i bisogni complessi delle comunità”

Per questo, secondo il consigliere dem, “la denuncia della Uil, che chiede un rifinanziamento adeguato e standard minimi di personale, non è solo una rivendicazione sindacale, ma un appello a rilanciare la sanità pubblica. A livello nazionale, mancano all'appello 810 consultori per rispettare gli standard di legge (1 ogni 20.000 abitanti) e quelli rimasti sono sotto-finanziati, ricevendo in media solo l'1% del budget per l'assistenza distrettuale”.

Una “forte preoccupazione” condivisa anche dal collega Roberto Arboscello, che aveva presentato un ordine del giorno che chiedeva una campagna di informazione sui metodi contraccettivi e la salute sessuale rivolto alle giovani generazioni, che coinvolgesse e partisse proprio dai consultori. “Il problema è anche ligure - spiega - Una rotta che va invertita al più presto, tornando a investire in personale e strutture. Si tratta di luoghi che possono essere punto di riferimento soprattutto per le giovani generazioni”.

“Da tempo abbiamo sollevato in Consiglio regionale le necessita di sensibilizzare e informare i giovani sulla contraccezione e la sessualità - aggiunge il consigliere savonese -, perché troppe adolescenti ricorrono alla pillola del giorno dopo in farmacia considerandola a tutti gli effetti un sistema di contraccezione ‘facile’ e ‘senza rischi’, invece che un rimedio estremo e che non può essere utilizzato usualmente e con leggerezza, perché ha degli effetti collaterali di cui spesso le giovani donne non sono consapevoli. Per questo avevamo chiesto alla Regione di sostenere delle campagne informative che passassero anche e soprattutto dai consultori che con la loro capillarità potessero arrivare a tutte e tutti. Nel frattempo purtroppo i consultori chiudono.

“In questo modo il rischio è un ‘fai da te' che, quando si tratta di temi così delicati, avrebbe bisogno di supporto e sostegno, quello che da sempre danno i consultori, che negli anni anziché essere rafforzati sono stati depotenziati e svuotati. È importante per i giovani avere accesso a notizie chiare e precise confrontandosi con del personale specializzato, mentre oggi, secondo recenti indagini, l’89% dei ragazzi e oltre l’84% delle ragazze cercano online le informazioni sulla salute sessuale e sui metodi contraccettivi” chiosa Arboscello.

Redazione