Tutte le opposizioni in consiglio regionale, Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Lista Orlando Presidente, fanno fronte comune contro la proposta di modifica alla legge regionale 6 aprile 2022 n. 4, “Disciplina dell’organizzazione amministrativa e della dirigenza della Regione Liguria”. Le minoranze annunciano una serie di emendamenti per bloccare quella che definiscono “una riforma dannosa e accentratrice”. E, secondo i calcoli, la riforma peserà 1,8 milioni di euro l’anno dal 2026 in avanti.
Selena Candia di Alleanza Verdi e Sinistra ha evidenziato la distanza tra la riforma e i problemi reali della pubblica amministrazione: “È una riforma che non condividiamo in nessuno dei suoi punti. Arriva in un momento in cui la macchina regionale è in affanno, tra crisi dell’amianto, lavoratori esodati, stipendi bloccati e un comparto che chiede da tempo adeguamenti salariali. E invece di affrontare tutto questo, Bucci pensa a creare nuovi ruoli dirigenziali: un sottosegretario di fatto, che non serve a nulla se non a politicizzare ulteriormente la struttura”.
Candia ha ricordato anche i costi: “Questa riforma costerà 1,8 milioni di euro ogni anno dal 2026. Non riguarda chi tiene in piedi la macchina pubblica, ma crea nuove figure apicali dipendenti dalla politica. È inaccettabile anche il tentativo di legittimare il doppio capo di gabinetto, su cui la Corte dei Conti aveva già espresso forti perplessità. È chiaro che si tenta di mettere una pezza a errori gravi, ma la toppa è peggio del buco”.
Molto critico anche Stefano Giordano, capogruppo del Movimento 5 Stelle: “Questo è un momento delicatissimo per la Liguria, e invece di pensare ai cittadini si aumenta la spesa della macchina pubblica. La riforma costa 1,8 milioni di euro l’anno, e non risolve nulla. Quando entro in consiglio ho la sensazione di essere in un’azienda che produce poltrone: mi è venuta voglia di chiedere a Bucci di scegliere il tessuto che preferisce”.
Giordano ha aggiunto: “A dicembre 2025 Bucci aveva promesso l’azzeramento del debito sanitario e la riduzione delle liste d’attesa. Invece stiamo assistendo all’aumento dei costi e all’alimentazione della sanità privata. È una riforma che militarizza la politica, che limita i poteri del consiglio e aumenta quelli del presidente. Non è una riforma, è una schiforma".
Il capogruppo di Lista Orlando Presidente Gianni Pastorino ha rincarato la dose: “Bucci ha già dimostrato in Comune di non credere nei processi democratici, e ora tenta la stessa cosa in Regione. Con questa riforma si sottopongono i vertici amministrativi a un controllo politico diretto. È una forzatura gravissima, perché la pubblica amministrazione deve essere imparziale e indipendente, non al servizio della giunta”.
Pastorino ha aggiunto: “Nei regimi autoritari si fa proprio questo: si controllano gli apparati pubblici per controllare la società. È un tentativo di concentrare potere e zittire il consiglio regionale. Lo si è visto anche nei toni di Balleari, quando ha detto ‘toglietegli la parola’: è la fotografia di un presidente che vuole un consiglio regionale asservito e muto”.
Durissima anche la posizione del segretario regionale del Pd Davide Natale, che ha definito la riforma “una vergogna istituzionale”: “Con questo disegno di legge si rompe l’equilibrio tra potere esecutivo e legislativo. Il numero degli assessori è vincolato ai consiglieri, e qui si arriva a 14 membri di giunta su 31 consiglieri regionali. È un mostro istituzionale che non esiste in nessuna regione italiana. In Lombardia ci sono 4 sottosegretari, ma su 80 consiglieri: qui invece si gonfia la struttura solo per creare posti di potere ben pagati”.
Natale ha poi concluso con parole durissime: “È la Regione delle banane, non la Repubblica delle banane. Si fanno riforme con i piedi per sistemare qualcuno, mentre i cittadini vengono dimenticati. La Corte dei Conti dovrà intervenire sul caso del capo di gabinetto, pagato 270 mila euro per organizzare eventi. Si distrugge lo statuto e si svilisce il ruolo della pubblica amministrazione. È una vergogna per la Liguria”.
Il consigliere dem Roberto Arboscello ha criticato il presidente del consiglio regionale Balleari: “Prima di lanciarsi in dichiarazioni infondate, dovrebbe ricordarsi di essere il garante del consiglio, non il megafono del presidente Bucci. Il suo compito è tutelare l’opposizione e l’autonomia dell’assemblea, ma oggi non lo sta facendo. È evidente un tentativo continuo di interferenza della giunta sulle prerogative legislative del consiglio regionale”.
In chiusura, la consigliera del Pd Carola Baruzzo ha sottolineato “il disegno di verticismo che attraversa l’intero provvedimento”: “Questo DDL accentra potere nella giunta e nel presidente, riducendo ulteriormente il ruolo del consiglio. Le nuove figure apicali si sovrappongono, creando confusione di ruoli e competenze. Perfino l’articolo 1 attribuisce alla giunta un potere superiore al consiglio, perché i regolamenti della giunta dovranno essere approvati per legge. È un passaggio tecnico ma fondamentale: sancisce la subordinazione del potere legislativo a quello esecutivo”.
Domani in aula le opposizioni presenteranno una serie di emendamenti: “Sarà una battaglia per difendere la trasparenza e l’imparzialità dell’amministrazione regionale - hanno dichiarato congiuntamente - e per impedire che la Regione diventi un feudo personale del presidente Bucci”.