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Politica | 16 novembre 2025, 18:00

Spostamento della ferrovia a monte, Pietra ha depositato le osservazioni. Carrara: "No al progetto così com'è stato concepito e presentato"

L’esponente di opposizione auspica una revisione del tracciato nella tratta pietrese e, in caso contrario, avverte: “Non rimarrà altra strada che impugnarne gli atti di fronte al Tar competente”

Spostamento della ferrovia a monte, Pietra ha depositato le osservazioni. Carrara: "No al progetto così com'è stato concepito e presentato"

Il Comune di Pietra Ligure ha formalizzato la propria contrarietà al progetto di spostamento a monte della linea ferroviaria con il deposito dell’ultima osservazione al parere favorevole espresso dal Ministero della Cultura. Lo annuncia il consigliere di minoranza Mario Carrara, che sottolinea come l’amministrazione abbia ormai “completato, ufficializzandola, la sua opposizione al progetto, così com'è stato concepito e presentato”.

Le osservazioni non rappresentano una richiesta di trattativa e, chiarisce Carrara, “non c’è scritto: 'Non siamo d’accordo, ma, se ci date tante compensazioni in opere e denaro, possiamo riparlarne'. No, le compensazioni se le possono tenere!”.

Restano infatti, a giudizio del consigliere, numerose criticità nell’attraversamento pietrese. La prima riguarda la tutela del patrimonio sepolto: lo spostamento della linea, sostiene, porterebbe alla “sicura devastazione” del sito archeologico presente nell’area. A questa si aggiunge la distanza della nuova fermata ferroviaria dal centro abitato, una stazione “alla quale non si fermerebbe che una manciata di essenziali treni locali”, condizione che scoraggerebbe i cittadini dall’utilizzare il treno. Carrara denuncia poi “l’assurda massa di espropri di casa, fabbricati e terreni” destinata a colpire residenti e proprietà, “non per un progetto condivisibile, bensì per un’opera che, se fatta davvero, causerebbe problemi più gravi di quelli che vorrebbe risolvere”.

Il Consiglio comunale, ricorda, ha affrontato la questione “ben 4 volte” e si è sempre espresso in modo coerente contro il progetto, “e, nelle ultime sedute, sempre all’unanimità”. Un voto compatto che, secondo il consigliere, dimostra che “quando si tratta di difendere il proprio territorio ed i propri cittadini, Pietra Ligure si stringe a coorte ed agisce come un unico corpo solo”.

Ora gli enti preposti alla valutazione delle osservazioni hanno a disposizione, secondo Carrara, “tutto il materiale di argomenti per fare le valutazioni necessarie, traendone le conseguenze, cioè modificando il progetto per la tratta pietrese”. Se ciò non avvenisse, avverte, “non rimarrà altra strada che impugnarne gli atti di fronte al Tar competente”.

In ogni caso, trattandosi di una questione di 'interesse pubblico' – osserva l'esponente d'opposizione – noi, come gruppo consiliare Indipendente, non ci tireremo indietro, e affronteremo il da farsi chiedendo il sostegno dei cittadini e dell'opinione pubblica pietrese sensibile alla questione”.

Carrara indica anche alcune alternative ritenute praticabili. Una prima possibilità sarebbe spostare la linea ancora più a monte, soluzione che renderebbe superate le obiezioni oggi sollevate dal Comune.

Un’altra ipotesi è quella avanzata dagli ingegneri norvegesi e illustrata da Gianluigi Taboga e Assoutenti: abbandonare lo spostamento a monte e mantenere invece la linea costiera, prevedendone l’interramento in stile metropolitano. Le stazioni resterebbero così vicine ai centri storici e sarebbero collegate da ascensori, come avviene nelle principali metropolitane del mondo.

Non servirebbero espropri e, sostiene Carrara, basterebbe “guardare i tunnel sottomarini del Nord Europa o quello che sta per partire sotto il porto di Genova” per comprenderne la fattibilità.

Un’ulteriore soluzione, giudicata la più economica, sarebbe il raddoppio dell’attuale sede ferroviaria nei tratti ancora a binario unico, accompagnato dal ripristino dei binari di incrocio, precedenza e servizio eliminati negli anni scorsi “per esigenze unicamente di risparmio, sotto lo slogan di rete snella”. Carrara ricorda che “quando c’erano questi binari, quindi oltre 40 anni fa, sulla Genova-Ventimiglia viaggiavano circa 80 treni”, mentre oggi sono 62 nonostante la linea sia in gran parte raddoppiata. Tempi di percorrenza e qualità del servizio, sottolinea, risultavano allora migliori di quelli attuali.

Secondo le stime riportate dal consigliere, il raddoppio in sede, comprensivo dei sottopassaggi sostitutivi dei passaggi a livello, costerebbe tra i 400 e i 450 milioni di euro, contro “i ben 2.560 milioni del preventivo iniziale per spostare a monte tutti i 32 km della tratta”. Un investimento che, avverte, “probabilmente salirà a tre miliardi e oltre”.

Il progetto attuale è costosissimo – rimarca Carrara  oltre 83.000 euro al metro di binario! È per questo che in 40 anni non è mai stato finanziato”. Da qui la proposta conclusiva: utilizzare le risorse risparmiate per opere viarie attese da decenni nel Ponente ligure.

Non sarebbe meglio – chiede il consigliere – fare il raddoppio in sede, che costa intorno a 450 milioni, e usare i due miliardi che avanzerebbero per opere come l’autostrada Albenga–Garessio–Ceva o la bretella Carcare–Predosa?”. Due infrastrutture, conclude con amarezza Carrara, “di cui si parla solo ogni 5 anni, durante le campagne elettorali”.

Roberto Vassallo

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