Politica - 02 dicembre 2025, 12:06

Consiglio regionale: approvato all'unanimità un ordine del giorno del Pd per tutelare il territorio dalle attività di estrazione mineraria

La Regione ha chiesto un confronto con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Scajola: "Ribadiremo la fragilità del nostro territorio"

Non solo la Val Graveglia, dove si trovano giacimenti di rame, ma anche la Val Bormida, con quelli di grafite, rientrano tra le aree del Levante ligure interessate dal Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria. A queste zone guarda in particolare l’ordine del giorno presentato dal gruppo del Pd in Consiglio regionale e approvato all’unanimità, dopo alcune modifiche concordate con la giunta Toti.

L’ordine del giorno fa riferimento al Programma Nazionale di Esplorazione Mineraria, realizzato dal Servizio Geologico d’Italia di ISPRA e dal Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica (CITE), che comprende 14 progetti di ricerca distribuiti su tutto il territorio nazionale, con un investimento di 3,5 milioni di euro destinati alla fase preliminare di indagine sui depositi naturali.

In Liguria le indagini si concentreranno sulle ofioliti liguri per la ricerca di rame e manganese nel Levante (Val Graveglia, Val Petronio e aree limitrofe) e sulla grafite in Val Bormida, nel savonese. Per quanto riguarda il titanio del Beigua, il rapporto ISPRA lo cita ma lo considera al momento non utilizzabile, a causa dell’elevato impatto ambientale di un’eventuale estrazione a cielo aperto, senza tuttavia escludere completamente la possibilità in futuro.

"Io stessa arrivo da un territorio che in passato è stato purtroppo interessato da una minaccia particolarmente gravosa – afferma Katia Piccardo, prima firmataria dell’Odg – che è stata sostanzialmente sgomberata dal campo nel 2024, quando è stata esclusa la possibilità di ricerca e valorizzazione estrattiva del sito del Monte Tarinè, a cavallo dei Comuni di Urbe e Sassello, per l’ipotizzata estrazione di titanio. Ma ricordiamo che nel 2021 era arrivato un consenso alla compagnia estrattiva, su cui – anche a seguito di una grande mobilitazione della popolazione e degli amministratori del territorio – si è poi arrivati a escludere questa possibilità".

Tra gli impegni previsti dall’Odg per la giunta regionale c’è quello di attivarsi presso il Governo italiano per esprimere la contrarietà rispetto a quanto previsto dal Piano Nazionale di Esplorazione Mineraria per i territori liguri, in quanto in contrasto con le richieste espresse dai territori interessati, dalle amministrazioni locali e dai Comuni limitrofi.

"Ho voluto, vista la delicatezza del tema – dichiara l’assessore Marco Scajola – condividere alcune modifiche per dare parere favorevole da parte della giunta, ma questo non vuol dire che abbiamo annacquato il tema. Quando i Comuni ci hanno chiamato per chiedere aiuto, quando secondo i sindaci c’erano rischi di attività estrattiva invasiva, Regione Liguria c’è sempre stata e risultati li abbiamo ottenuti.

"Abbiamo più volte ribadito, in sede di Ministero dell’Ambiente e negli atti ufficiali, la fragilità del territorio ligure – conclude Scajola - Ogni scelta si fa con i sindaci. Continueremo a segnalare, come già fatto, che il nostro territorio è fragile. Il 21 ottobre scorso ho chiesto un confronto con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale proprio per approfondire il tema della Liguria e per ricordare che abbiamo zone strategiche, ma che non è possibile ipotizzare attività estrattive, perché comporterebbero conseguenze molto gravi sul nostro territorio".