Politica - 05 dicembre 2025, 16:47

Finale, ancora polemiche sul Consiglio comunale. Il Psi attacca la maggioranza: “Dichiarazioni sconcertanti. Ignorata la storia dell’Aventino”

A scatenare il commento le parole del presidente Testa e del capogruppo Calcagno: “Espressioni sconcertanti. Chi di dovere li richiami al rispetto dei ruoli istituzionali e politici”

Dopo il botta e risposta tra parte della minoranza e l'Amministrazione sullo svolgimento del Consiglio Comunale di ieri (4 dicembre, ndr), e l'assenza del gruppo "Impegno x Finale" a causa del mancato accoglimento della richiesta avanzata da questi ultimi  di rinvio della seduta, continuano gli strascichi polemici su quanto accaduto.

Sono la Federazione provinciale del PSI e la sezione finalese del partito a intervenire su quelli che per loro sono stati “fatti, a dir poco, sconcertanti”. Nel mirino dei socialisti sono finiti, in particolare, il presidente del Consiglio, Giuseppe Testa, che nel suo intervento, volto a respingere le critiche di Impegno per Finale, avrebbe “menzionato una barzelletta per denigrare chi lo aveva contestato”, assumendo così “un atteggiamento non consono al ruolo istituzionale di Presidente del Consiglio”, ed anche il capogruppo di maggioranza, Andrea Calcagno.

Ancora più severe le accuse rivolte a quest'ultimo, che, durante la seduta, il consigliere ha “paragonato l’assenza del gruppo di ‘Impegno per Finale’ alla secessione dell’Aventino del 1924, seguita all’uccisione da parte dei fascisti dell’onorevole Giacomo Matteotti, dichiarando che i Socialisti disertarono l’Aula del Parlamento anziché prendere posizione contro l’uccisione di un loro compagno”.

Una ricostruzione giudicata inaccettabile dai socialisti savonesi, che replicano duramente accusando il capogruppo di aver “dimostrato palesemente di non conoscere la storia”. Il comunicato ricorda infatti che “quella dell’Aventino fu una protesta con lo scopo di mettere in cattiva luce gli orrori del fascismo (compreso le intimidazioni elettorali, e l’uccisione di Giacomo Matteotti) e la complicità di Mussolini, cui presero parte i parlamentari del PPI (di De Gasperi), i socialisti (di Turati), i repubblicani (di Conti), i Liberali e democratici (di Giolitti), e i deputati indipendenti, escluso la presenza dei deputati del PCDI (PCI in seguito) che si concentrarono sulla mobilitazione operaria”.

“I deputati che aderirono ritirandosi sull’Aventino, confidavano nell’intervento del Re e la conseguente caduta di Mussolini” ricordano ancora i socialisti savonesi e finalesi, aggiungendo che poi questa “protesta forte” fallì solo “per il mancato intervento da parte del Re”.

Alla luce di questo quadro, la Federazione provinciale del Psi e i militanti finalesi “rigettano la formulazione del Capogruppo di maggioranza in quanto non rispettosa dei fatti storici”, respingono qualsiasi parallelismo con l’assenza di “Impegno x Finale” e ritengono necessario che “sia il Presidente del Consiglio che il capogruppo debbano essere richiamati da chi ne ha la responsabilità, al rispetto dei ruoli istituzionali e politici”. Una richiesta motivata, secondo i richiedenti, dalla necessità di garantire “il rispetto delle istituzioni e delle rappresentanze civiche e politiche della città”.

Redazione