7 anni e 6 mesi e il pagamento di una provvisionale di 25 mila euro. Questa la sentenza di condanna nei confronti di M.F. che nel 2023 aveva compiuto una violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della fidanzata che si era costituita come parte civile.
Si è concluso nel pomeriggio il processo davanti al Collegio del Tribunale di Savona con al centro una relazione "tossica" e gravi episodi ripetuti negli anni. Per l'uomo, al quale sono state inoltre concesse le attenuanti generiche equivalenti, il Pubblico Ministero Giovanni Battista Ferro aveva chiesto 9 anni e 9 mesi.
Nel maggio di due anni fa a seguito di una banale discussione l'uomo ad Andora le aveva spaccato il labbro lanciandole il telefono sul viso. In quel caso erano intervenuti i carabinieri chiamati da alcuni passanti ma non aveva poi sporto denuncia e dopo un periodo di studio fuori dall'Italia al ritorno era tornata con il fidanzato. Un mese dopo però a seguito di una discussione nata da una gelosia per un collega di lavoro (i due infatti lavoravano insieme in un'attività. Lui era il responsabile, lei faceva la cameriera) l'avrebbe obbligata ad avere un rapporto non consenziente.
A distanza di un mese, intorno al 19-20 luglio si era verificato un grave episodio di violenza che aveva portato poi la donna a decidere di lasciarlo e a denunciare alle forze dell'ordine.
Tutto era iniziato dopo una cena e un dopo cena in un locale in compagnia di una collega, con l'uomo che aveva iniziato a dare in escandescenze.
"Ha iniziato ad alzarsi, a urlare, a delirare e ad essere molesto. Lui si è allontanato con un collega, c'è stato uno screzio e i toni si sono accesi, allora l'ho calmato dicendogli di andare a casa - aveva proseguito la ragazza nel suo racconto - Ci dirigiamo verso Stellanello, guidavo io e lui era totalmente fuori di testa, continuava a sporgersi oltre al finestrino e a urlare dicendomi che mi amava".
Arrivati nella loro abitazione che dividevano con altri coinquilini poi era scoppiato il putiferio.
M. F. poi aveva iniziato a piantare il coltello contro la porta della camera dei coinquilini. Da lì poi era scattata l'aggressione contro la fidanzata.
"Si è indirizzato verso di me e ha chiuso la porta. Lui mi ha preso e mi ha scaraventata per terra, mi ha preso la testa per i capelli e ha iniziato a sbatterla a terra e a soffocarmi con le due mani intorno al collo e il ginocchio. Ho provato ad urlare ma non emettevo più suono. Gli ho morso il polso, lui poteva uccidermi e allora ho pensato fosse meglio evitare e mi sono lasciata andare. Ho pensato che se avesse capito che perdevo i sensi si sarebbe fermato".
Poi la giovane era riuscita a divincolarsi, aveva preso il suo zaino, aveva aperto la porta ed era riuscita a scappare.
"Lui mi ha raggiunto ed è riuscito a prendermi per il collo, sono poi riuscita a scappare ed entrare in macchina - aveva ripercorso la donna - I vicini poi hanno chiamato i carabinieri che l'hanno cercata e trovata nascosta nella sua macchina.
Successivamente era stata portata in ospedale dove le erano stati riscontrati lesioni al braccio, al viso, all'occhio e al collo, bernoccoli sulla testa con la diagnosi di un trauma cranico.
Il giorno successivo era scattata la denuncia.