Cisano sul Neva sulla scena globale. Ha fatto rumore ben oltre i confini sportivi, infatti: Paolo Ardoino, di Cisano, fondatore e Ceo di Tether, colosso globale delle criptovalute e delle nuove tecnologie, ha presentato una proposta ufficiale a Exor per rilevare l’intera quota di controllo della Juventus. L’annuncio è arrivato direttamente dai canali social dello stesso Ardoino, confermando un interesse che da mesi aleggiava attorno al club bianconero. A stretto giro, però, la replica di Exor che ne esclude la vendita.
Tether, comunque, era già entrata nel capitale della Juventus lo scorso febbraio, arrivando a detenere l’11,5 per cento delle azioni.
Ma perché Ardoino ci tiene tanto? Lo stesso imprenditore lega la proposta dell’operazione a un percorso personale, prima ancora che imprenditoriale: ”Sono cresciuto con la Juventus. Da ragazzo, ho imparato cosa significassero impegno, resilienza e responsabilità, guardando la Juventus affrontare con dignità successi e avversità, lezioni che mi sono rimaste impresse. Il nostro interesse per la Juventus nasce da profonda ammirazione e rispetto. La Juventus è un simbolo di eccellenza italiana con una presenza davvero globale, costruita nel corso delle generazioni attraverso il duro lavoro, l’ambizione e la lealtà incrollabile dei suoi tifosi. Questi valori rispecchiano il modo in cui abbiamo costruito Tether, con pazienza, indipendenza e un’attenzione alla resilienza a lungo termine”.
La notizia ha acceso commenti anche a livello locale. Il sindaco di Cisano sul Neva, Massimo Niero, scherza: “Da Sampdoriano, vedendo la squadra così in crisi, avrei preferito comprasse la Samp”.
Scopriamo chi è Paolo Ardoino, l’uomo che oggi prova a ridisegnare il futuro della Juventus. Quarantuno anni, cresciuto nell’entroterra ingauno, a Cisano, appunto, dove ancora vivono i genitori, ha coltivato fin da bambino una passione precoce per l’informatica e la programmazione. Dopo il Liceo Scientifico Giordano Bruno di Albenga, sezione sperimentale Pni, si è laureato in Informatica all’Università di Genova. Ricercatore nei primi anni della carriera lavorativa, nel 2013 ha scelto di lasciare l’Italia per l’estero, avviando un percorso imprenditoriale che lo ha portato prima a fondare una startup e poi a diventare uno dei protagonisti mondiali del settore blockchain. Oggi è il ligure più ricco d’Italia.
Dietro il profilo pubblico, resta però una dimensione privata fatta di discrezione, impegno e tanto lavoro. A raccontarla è la madre, Graziella Siccardi, direttrice dell’asilo nido di Albenga in pensione. “Mio figlio è una persona semplice, un grande lavoratore – spiega -. Dietro al suo successo ci sono anni di studio, impegno e duro lavoro, perché all’inizio nessuno ci credeva, ma lui ha saputo perseverare. Siamo orgogliosi dell’uomo che è diventato. È una persona riservata, ormai conosciuta da tutti per il suo lavoro, ma dietro c’è un uomo dai valori solidi, particolarmente attento al sociale, che aiuta chi è in difficoltà”.










