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Economia | 22 dicembre 2025, 07:00

Accessibilità nei servizi bancari online: cosa dicono gli utenti

Accessibilità nei servizi bancari online: cosa dicono gli utenti

Un numero crescente di persone con disabilità, ma anche utenti anziani o con difficoltà temporanee, sta oggi condividendo le proprie esperienze online su come vivere i servizi bancari digitali. Gran parte dei feedback evidenzia ostacoli davvero pratici: login che si bloccano, moduli poco leggibili, pulsanti troppo piccoli o mal posizionati per chi utilizza la tastiera o uno screen reader. C’è chi racconta di aver rinunciato a pagare una bolletta perché la voce sintetica non riusciva a interpretare le opzioni presentate, o di aver ricevuto un’email in PDF completamente inaccessibile, priva di testo alternativo e di una struttura logica. Ma non mancano testimonianze positive: alcuni istituti bancari hanno migliorato in maniera evidente l’esperienza utente, consentendo di navigare tra le funzionalità essenziali in modo più fluido, sebbene soltanto con determinati browser o dispositivi. È proprio da queste esperienze reali, spesso raccolte in forum e comunità digitali, che emerge un quadro concreto e urgente: i servizi finanziari online devono abbattere barriere tangibili, non soltanto rispettare principi teorici. Il confronto con le normative vigenti, che impongono un adeguamento progressivo, appare oggi più che mai necessario.

Normativa in evoluzione e la pratica degli utenti

Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto passi decisivi sul piano legislativo. La Legge Stanca, introdotta nel 2004, ha inizialmente imposto agli enti pubblici e alle realtà che erogano servizi di pubblica utilità di garantire un livello minimo di accessibilità dei propri siti web. Oggi però il quadro è cambiato radicalmente, perché le nuove direttive europee hanno esteso l’obbligo a una platea molto più ampia, comprendendo anche le banche e i loro servizi digitali. Con l’entrata in vigore del recepimento dell’European Accessibility Act nel 2025, le piattaforme di home banking, i sistemi di pagamento online e le app di consulenza finanziaria devono essere progettati e mantenuti affinché risultino accessibili per legge. Le sanzioni per chi non si adegua sono severe e possono compromettere non solo il bilancio, ma soprattutto la reputazione dell’istituto.

Eppure, a colpire maggiormente chi vive questi servizi sulla propria pelle è la distanza che spesso esiste tra il quadro normativo e la realtà quotidiana. Molti utenti segnalano l’assenza di dichiarazioni di accessibilità aggiornate, la difficoltà a trovare canali di feedback realmente efficaci o la mancanza di trasparenza rispetto allo stato di conformità dei portali bancari. In altre parole, il divario digitale non è alimentato soltanto da tecnologie non inclusive, ma anche da una carenza di comunicazione e di coinvolgimento attivo degli utenti, i veri protagonisti che dovrebbero poter contribuire a migliorare i sistemi.

Sul campo: cosa chiedono, cosa funziona, cosa manca

Le testimonianze raccolte mettono in luce con chiarezza ciò che gli utenti cercano e ciò che invece continua a creare difficoltà. Molti lamentano la scarsa possibilità di navigare da tastiera, un limite che rende impossibile portare a termine operazioni basilari senza l’uso del mouse. Altri evidenziano problemi nella compatibilità con gli screen reader, che si trovano davanti a link duplicati, pulsanti privi di etichetta o intestazioni mal strutturate. Un ulteriore ostacolo riguarda i contenuti non testuali, come immagini, grafici e documenti in PDF privi di descrizioni o testo alternativo. Infine, gli utenti sottolineano le difficoltà causate da modalità di autenticazione poco accessibili, come i CAPTCHA esclusivamente visivi, i codici complessi da riscrivere o procedure che richiedono rapidità non compatibili con disabilità motorie o visive.

Accanto a queste criticità, ci sono però esperienze positive che meritano attenzione. Alcuni istituti vengono apprezzati per aver introdotto zoom e contrasti regolabili, funzionalità che permettono di personalizzare la visualizzazione. Viene considerata utile anche la presenza di alternative audio per leggere le istruzioni, così come la scelta di un’interfaccia minimal e ordinata, capace di eliminare distrazioni e mettere in risalto le operazioni essenziali. Non meno importante è la disponibilità di canali di assistenza rapidi e ben visibili, che offrono supporto immediato in caso di problemi. Da queste testimonianze emerge che la chiave del successo non risiede in soluzioni complicate, ma in un approccio semplice, consapevole e realmente testato con chi ha esigenze specifiche.

Soluzioni, esempi concreti e tecnologia inclusiva

La spinta normativa e la pressione degli utenti stanno portando alcuni istituti bancari ad agire con decisione. Diverse realtà hanno adottato interfacce semplificate, investito in test con utenti reali e aggiornato regolarmente le proprie linee guida interne di accessibilità. In questo contesto si inserisce anche il contributo di okACCEDO, la prima realtà italiana che propone soluzioni tecnologiche proprietarie dedicate all’accessibilità digitale. Sul loro sito è disponibile una sezione con le linee guida sull'accessibilità degli strumenti informatici", una risorsa che si sta rivelando utile per chi vuole affrontare in modo concreto il percorso verso servizi realmente inclusivi.

Il cambiamento, però, non può basarsi soltanto su buone intenzioni. Servono audit tecnici periodici, controlli puntuali basati sugli standard internazionali come le WCAG 2.1, strumenti di verifica automatica in grado di individuare errori nascosti e, soprattutto, coinvolgimento diretto degli utenti con disabilità durante le fasi di test. Solo in questo modo si possono scoprire barriere che difficilmente emergerebbero in laboratorio. Secondo molti osservatori, un investimento in accessibilità non rappresenta soltanto un obbligo legale, ma anche un vantaggio competitivo, perché una piattaforma più inclusiva riduce gli abbandoni, fidelizza i clienti e migliora la reputazione dell’istituto.

Verso un futuro più equo e partecipativo

Oggi le banche si trovano di fronte a un bivio. Da un lato vi è l’obbligo di rispettare le normative, dall’altro l’opportunità di dimostrarsi sensibili e responsabili verso ogni cliente. Rendere i servizi digitali accessibili significa garantire pari opportunità di utilizzo e favorire la partecipazione economica di tutti, indipendentemente dalle capacità fisiche o cognitive. Gli utenti, dal canto loro, chiedono di essere ascoltati e coinvolti, reclamano canali chiari per segnalare problemi, pretendono aggiornamenti trasparenti e desiderano risposte concrete. È questa collaborazione diretta tra utenti e istituti, unita a un design che mette l’esperienza reale al centro, a poter fare la differenza.

Chi segue con attenzione il tema dell’accessibilità digitale sa che questo è il momento di osservare, segnalare e partecipare. Solo un impegno condiviso può trasformare i servizi bancari online in strumenti davvero senza barriere, capaci di unire etica, tecnologia e inclusione in un unico percorso di progresso sociale.







 

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