Attualità - 23 dicembre 2025, 10:19

Savona, l’associazione Oblique dona giocattoli ai bambini accolti negli spazi del Seminario

Il presidente Daniele De Felice descrive l’emozione vissuta durante la consegna dei regali

La felicità non fa rumore, ma lascia il segno. È da qui che si può raccontare l’ultima iniziativa dell’associazione Oblique, realtà giovane ma già sorprendentemente concreta, che in pochi mesi ha dimostrato di saper trasformare i valori del terzo settore in azioni reali, misurabili e umane.

A Savona, negli spazi del Seminario che ospita alcune famiglie con prole in condizioni di disagio grazie alla Caritas, gli "obliqui" hanno scelto di esserci. Senza clamore, senza retorica, con una cosa semplice e potentissima: giocattoli donati dalla famiglia Cristiani Bross, storici giostrai, consegnati direttamente ai bambini accolti nella struttura.

Non giocattoli elettronici, non oggetti complessi o costosi, ma giochi semplici, essenziali. E proprio per questo capaci di riaccendere qualcosa che il consumismo ha anestetizzato: la sorpresa, l’attesa, la magia di ricevere un dono che non è scontato.

L’associazione Oblique è ancora in fase di sviluppo, ma il suo orientamento è già chiaro: mettere al centro la felicità delle persone più fragili, senza filtri, senza intermediari, senza progetti astratti. Lo aveva già dimostrato con la sua prima apparizione al convegno dedicato ai padri separati, quando ha messo a disposizione contatti e trovato lavoro a padri in difficoltà, spesso invisibili nelle narrazioni, e oggi lo conferma con un gesto che parla direttamente all’infanzia.

Il presidente Daniele De Felice racconta l’esperienza con parole che non cercano effetto, ma restituiscono verità: "Sono contento e, allo stesso tempo, commosso nel notare sui volti dei bambini la loro immensa felicità per i regali ricevuti. Giochi semplici, non elettronici, che fanno capire come le persone meno fortunate si accontentino di poco. Sono constatazioni che fanno riflettere".

Riflessioni che diventano ancora più profonde quando il confronto è con la nostra quotidianità: "È stato emozionante vedere quanta semplicità bastava a questi bambini nel ricevere giochi non elaborati — afferma il vicepresidente Antonio Marruca —. Purtroppo il consumismo ha tolto ai nostri figli questa capacità: ricevono regali tutto l’anno e non sono più abituati alla magia di qualcosa di unico, in un periodo speciale. Porto nel cuore l’abbraccio sincero di una bambina, avrà avuto tre anni. In quel momento ho capito che avevamo vissuto davvero lo spirito del Natale".

Iniziative come questa spiegano meglio di qualsiasi manifesto cosa voglia diventare Oblique: un’associazione che agisce, che osserva, che impara e che restituisce alla comunità non solo aiuti materiali, ma domande scomode e necessarie. Su cosa conta davvero. Su cosa abbiamo perso per strada. E su quanto, spesso, basti poco per fare la differenza.

A Savona, tra le mura di un seminario e gli sguardi di alcuni bambini, Oblique ha dimostrato che il terzo settore può ancora sorprendere, quando sceglie la strada più difficile: quella della semplicità autentica.

Redazione