Rimane in carcere il 43enne, originario del Marocco, con precedenti di polizia, ritenuto responsabile del reato di incendio doloso aggravato nella notte tra sabato 27 e domenica 28 dicembre nell'Oltreletimbro a Savona.
Questa mattina in Tribunale a Savona si è tenuta l'udienza di convalida davanti al Giudice per le Indagini Preliminari Laura De Dominicis e al Pubblico Ministero Massimiliano Bolla.
Il Gup non ha convalidato l'arresto ma vista l'accusa di incendio ha confermato il carcere a Marassi.
La Squadra Mobile lo aveva arrestato nei giorni scorsi con l'indagine che era scattata a seguito delle segnalazioni ricevute lo scorso fine settimana al numero di emergenza 112, relative a un uomo che stava dando fuoco a diversi bidoni della raccolta rifiuti dell nella zona di Corso Tardy e Benech. In quell’occasione erano intervenute le volanti, che avevano immediatamente avviato gli accertamenti per individuare il responsabile.
In alcuni punti, le fiamme, che si erano propagate rapidamente dai cassonetti, avevano provocato danni anche alle autovetture e ai motoveicoli parcheggiati nelle immediate vicinanze, coinvolti così dall’incendio.
I roghi erano stati poi domati dai Vigili del Fuoco e le aree interessate messe in sicurezza.
Le successive indagini della Squadra Mobile, per le quali si era rivelato determinante l’ausilio della videosorveglianza (sia le telecamere del sistema comunale sia una appartenente a un esercizio pubblico della zona), avevano permesso di identificare il presunto responsabile. Quest’ultimo, già noto alle forze dell’ordine, era stato in passato destinatario di diverse denunce per reati come l'ubriachezza molesta, danneggiamento e minacce a pubblico ufficiale.
L’uomo era stato fermato anche poche ore prima dei fatti dalle volanti, proprio nella zona in cui poi aveva commesso i reati. Condotto in Questura, a causa del suo stato di ebbrezza, aveva dato in escandescenze, tentando di aggredire gli agenti e compiendo atti di autolesionismo, motivo per cui era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e sanzionato per ubriachezza molesta. Questa circostanza si era rivelata decisiva per il successivo riconoscimento dell’uomo, grazie alla visione delle immagini della videosorveglianza: era stato identificato senza ombra di dubbio sia per le fattezze fisiche sia per l’abbigliamento indossato.
Alla luce degli elementi raccolti, dei
numerosi precedenti a suo carico e del pericolo di fuga dovuto allo status di “senza fissa dimora”, nonché dell’allarme sociale suscitato dagli incendi e delle conseguenze più gravi che le azioni, se reiterate, avrebbero potuto causare, l’uomo, ritenuto responsabile di tutti e quattro gli incendi appiccati, era stato rintracciato dai poliziotti della Squadra Mobile, sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per incendio doloso aggravato e associato alla casa circondariale di Marassi a Genova.
L'uomo aveva dato fuoco ai cassonetti, uno dei quali per la raccolta degli indumenti usati, in Corso Tardy & Benech (dove aveva preso fuoco anche un'auto), in via Bourniquez coinvolgendo anche uno scooter, in via Carissimo e Crotti con alle fiamme anche materiale edile ed in Piazza Consolazione.
Nella notte tra il 18 e il 19 dicembre nei pressi della chiesa di San Paolo erano già stati bruciati dei rifiuti con l'allarme lanciato dal commerciante e consigliere della Lega Maurizio Scaramuzza.