Agricoltura - 27 giugno 2017, 09:30

Coldiretti spiega il nuovo bando regionale di aiuti per l’agriturismo

Attenzione, però: le tempistiche per le richieste di contributi e per le domande di pagamento sono molto strette

Coldiretti spiega il nuovo bando regionale di aiuti per l’agriturismo

Si è svolta ieri pomeriggio, presso lo storico Palazzo Ricci di Finalborgo, la presentazione da parte di Coldiretti dell’apertura del bando per le domande di aiuto riservate alla sottomisura 6.4, cioè gli agriturismo. Un bando definito “difficile” dalla stessa associazione di agricoltori, per le tempistiche strette che lo contraddistinguono.

Come spiega la stessa Coldiretti nel suo discorso introduttivo, oggi almeno in provincia di Savona l’agricoltura sta diventando una realtà sempre più di nicchia, fatta di aziende piccole e di superfici ridotte, per cui l’affiancamento alla produzione agricola di aziende agrituristiche sta diventando un supporto sempre più importante.

Il consiglio importante che però la Coldiretti vuole ribadire a più riprese è quello di non basarsi sui PSR (Piani di Sviluppo Rurale) come unico motivo per fare investimenti. Al contrario, il PSR deve essere visto soltanto come una mano in più, un sostegno temporaneo, ma a fronte di un piano chiaro che deve essere analizzato con lucidità e che deve essere in grado di camminare con le proprie gambe, altrimenti, nel momento in cui eventuali contributi esterni verranno a mancare, il progetto in sé rischia di crollare.

La spiegazione tecnica del nuovo bando è affidata a Pier Luca Aicardi, che ne analizza i vari aspetti.

Tempistiche molto strette, come si diceva all’inizio: infatti il programma è stato varato ieri, 26 giugno, ma la delibera regionale scade l’11 di agosto. Circa un mese e mezzo a disposizione e, tra l’altro, in piena alta stagione, quando le strutture agrituristiche sono più impegnate e hanno altro a cui pensare. E non è tutto: anche per le domande di pagamento i tempi sono risicati. Infatti devono essere presentate entro il 30 giugno 2018 e, per quella data, bisogna dimostrare di avere chiuso tutti i lavori. “Sei mesi per un cantiere importante e di grandi dimensioni sono una scadenza quasi impossibile, però il bando può tornare comunque utile per realizzare interventi più semplici, come ad esempio l’installazione di impianti di condizionamento nelle stanze”, commenta Aicardi.

Però, annuncia la Coldiretti, sono già stati programmati dalla Regione anche i bandi per il 2018, 2019 e 2020. “Per quelli auspichiamo tempistiche più ragionevoli”, commenta l’associazione di agricoltori. Su questi tre anni la presentazione delle richieste dovrà avvenire tra il 15 gennaio e il 15 marzo (solo per il 2020 fino al 16 marzo). Però diminuirà il valore dei contributi regionali: quest’anno sono stati messi a disposizione 3 milioni di euro per tutta la Liguria, che diventeranno 2 milioni nel 2018 e un milione all’anno nei due anni successivi. Esiste la possibilità di ricevere fino al 50% di contributo regionale (IVA esclusa) per un tetto massimo di 200mila euro (quindi su progetti fino a 400mila euro). Se si prevedono nel proprio progetto delle demolizioni e ricostruzioni esse devono avvenire sullo stesso sedime.

Anche le regole per ottenere il finanziamento, però, sono molto rigide: esse infatti si basano su due parametri, dei quali il primo è la cosiddetta “produzione standard” (superficie di terreno e qualità della coltura), mentre il secondo è una graduatoria a punti suddivisa in quattro fasce: A (da 70 punti in su), B (45-70), C (30-45) e D (30 punti). A determinare i punteggi sono vari fattori, come l’area rurale nella quale si investe (nei tabulati della Regione la provincia di Savona è quasi tutta calcolata come zona C o, più raramente, D), l’età del richiedente, il numero di posti di lavoro full time che si vengono a creare e il rapporto tra investimenti e posti di lavoro mantenuti.

Per concludere, non sono ammesse domande per richiedere contributi inferiori ai 5mila euro, è necessario presentare prima la domanda di aiuto e poi avviare gli investimenti (non il contrario), deve trattarsi di investimenti cantierabili e, se riguardanti l’ospitalità di aziende già esistenti, devono essere volti al miglioramento dell’offerta turistica. Un miglioramento che andrà a comportare l’aumento del punteggio nella graduatoria di cui sopra (5 punti per l’accoglienza in fabbricati e 3 punti per l’accoglienza in aree esterne, come gli agricampeggi).

Alberto Sgarlato

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