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| 19 dicembre 2018, 16:51

Savona che non cambia: fatti e misfatti di una provincia in declino

È proprio vero come pare dicesse Mark Twain che “la storia non si ripete ma spesso fa rima”

Savona che non cambia: fatti e misfatti di una provincia in declino

È proprio vero come pare dicesse Mark Twain che “la storia non si ripete ma spesso fa rima”: la Provincia di Savona – a partire da quel di Alassio (ma pare anche altrove) – sembra precipitata nell’inverno di 35 anni fa con un mix pauroso tra crisi economica, rischio implosione di industrie manifatturiere di eccellenza (Piaggio, Bombardier) e questione morale.

Anche allora (1980 – 1983 caso Teardo) come oggi, c’era un legame tra ristrutturazione industriale, chiusura delle grandi fabbriche a partecipazione statale (ma anche private), dialettica sulla gestione del territorio e delle Partecipate, legami spuri tra imprenditoria rampante e politica malata, assenza di certezze sul riposizionamento strategico del futuro della Provincia (si ricordi la polemica su Savona come la sovietica e oscura Odessa).

Pier Paolo Pizzimbone non è un uomo qualunque, ma un imprenditore storico di primo piano nel settore delicato dello smaltimento dei rifiuti, un personaggio politico influente come creatore dei cosiddetti “Circoli del Buongoverno” di Imperia e di Savona collegati alla rete di Marcello Dell’Utri, Vice Presidente dell’Associazione “Politica per Passione” (di cui è Presidente il Sindaco di Alassio Marco Melgrati) che ha sostanzialmente orientato il recente voto di Alassio, Imperia (ed oltre) e Coordinatore Provinciale (senza contrappesi o condizionamenti) di Fratelli D’Italia; incarichi politici venuti meno poco prima o poco dopo il provvedimento di custodia cautelare.

Ciò che colpisce e fa riflettere della triste vicenda (fermo restando la mia visione garantista che tale rimane) è da un lato come sia possibile che un personaggio esterno, pur influente, possa fare addirittura negoziare con controparti imprenditoriali, come riferito dalle indagini, “a insaputa” del Sindaco e dell’Assessore “ufficiale” all’ambiente della cittadina del muretto; e, dall’altro, come abbia potuto candidarsi ad acquisire il 49% di ATA e tentare di concorrere ad altri affari di interesse nel Comune di Savona e nelle sue Partecipate, parrebbe tentando di utilizzare la rendita di posizione del suo incarico politico e, persino parrebbe di dotarsi di una rappresentanza in seno al Consiglio comunale di Savona; operazione non riuscita per la coerente irremovibilità del Consigliere Comunale oggetto di cotanta attenzione e di particolare interesse politico.

Ciò che più preoccupa e fa drizzare le antenne riguarda il peso specifico che la questione dell’intreccio ciclo rifiuti (ed altro annesso e connesso), corruzione politica e imprenditoria malavitosa ha nell’intera Provincia e se trascenda o meno i confini ristretti della Città del ponente; non saprei davvero dirlo! Si sussurra che le inchieste siano in pieno svolgimento, che la pentola sia in ebollizione e che ci potrebbero essere presto sorprese; lo vedremo solo vivendo!

L’altro fatto politico da decodificare è il ritorno di Giovanni Toti (accompagnato da Angelo Vaccarezza, tanto per dare un ulteriore segnale su Chi sia il Referente a Savona….) nella nostra martoriata Provincia dopo un po’ di mesi di assenza; un distacco non solo dovuto ai gravosi impegni post Morandi, ma voluto per marcare un dissenso con le scelte del Sindaco sulla nuova Giunta di Savona; stavolta le tappe scelte sono state Albisola, Andora e, alla fine del tour, il magro brindisi in Comune e la cena offerta da Costa Crociere.

Raccontano i bene informati che il clou della visita prenatalizia del Governatore sia stata la tappa ad Albisola e l’incontro (assai partecipato) con il Comitato Promotore del Presepe degli Abissi; un incontro assai produttivo che, peraltro, pare aver avviato a soluzione le questioni economiche per realizzare il progetto della messa a dimora delle statue regalate dagli artisti albisolesi.

Ricevuto al canto collettivo dell’inno nazionale, Giovanni Toti è stato anche coinvolto in “Ma se ghè pensu” e comunque è stata premiata l’idea di Un Presepe permanente, in ceramica, con statue in scala 1:1, inabissate nello specchio d'acqua di Albisola: un Paese di Ceramica, negli Abissi, della Città della Ceramica.

Diverso il clima nell’incontro e nel brindisi “glaciale” nell’atrio del Comune di Savona; una visita più dovuta che voluta.

Accolto dalla Signora Sindaco e dall’intera Giunta (assente il Vice Sindaco Arecco), pare fossero presenti solo 8 Consiglieri di maggioranza e il tutto si sarebbe svolto senza baci e abbracci in un clima surreale da mordi e fuggi!

L’appuntamento vero d’interesse era la cena da Costa Crociere e la firma dell’accordo con il rinnovo della concessione fino al 2044, nonché una previsione di investimenti di 24 milioni (19,3 da parte dell’Autorità Portuale e 4,5 da parte di Costa Crociere). 

Molto ci sarebbe da dire su questo accordo presentato come una intesa “per la città e il suo futuro”, ma in realtà assai funzionale agli interessi legittimi di Costa Crociere e assai poco di Savona e dei suoi residenti; un’intesa che implementa le servitù portuali e ambientali della Città verso il colosso crocieristico senza sostanziali ritorni sul terreno della vivibilità della darsena e delle zone limitrofe.

La socializzazione dell’accordo – come avviene sempre a Savona anche per fatti come la certificazione smart for cities – è stata presentata con i soliti toni trionfalistici “rilevanti impegni di investimento” per il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale Paolo Emilio Signorini (soldi pubblici), la riconferma del sodalizio “Savona home port principale di Costa Crociere, dove generiamo un traffico annuale di oltre 800.000 passeggeri” per il Direttore di Costa Crociere Neil Palomba, “asset strategico per la Liguria e per il suo sviluppo turistico che si candida a diventare protagonista a livello italiano e europeo” per il governatore Giovanni Toti; mentre la Sindaca Ilaria Caprioglio dopo aver espresso “soddisfazione”, ha confermato “l’impegno per rendere  la città sempre più accogliente”.

Ma l’intesa per il prolungamento della concessione al 2044 ha davvero i contenuti innovativi entusiastici ricordati e, soprattutto, è una intesa volta al futuro strategico, ambientale e occupazionale della Città? A me non pare e sarei molto più cauto, anche al netto dei rischi di socializzazione delle spese per investimenti pubblici e di privatizzazione dei profitti.

Di che si tratta in realtà? Si tratterebbe di scavare (dragare) il fondale davanti al terminal crocieristico di ulteriori due metri (da 9 a 11) e di adeguare strutturalmente il Palacrociere in tempo utile per Il 3 novembre 2019; quando verrà celebrato a Savona il battesimo della nuova ammiraglia Costa Smeralda (180.000 tonnellate di stazza lorda e 2.612 camere), attualmente in costruzione nel cantiere Meyer di Turku (Finlandia), prima nave da crociera alimentata a gas naturale liquefatto.

Stupisce come a pochi giorni dall’intesa, con una velocità davvero impressionante, siano già stati assegnati ben 13 milioni di investimenti per l’approfondimento di 2 metri del fondale davanti al Palacrociere; la gara d’appalto è stata vinta dall’associazione temporanea di imprese che riunisce RCM Costruzioni di Salerno e la società Fincosit Srl, attualmente impegnata nella costruzione della piattaforma Apm Terminals di Vado Ligure; imprese che parrebbero aver fatto il ribasso più consistente e l’offerta più congrua: cosi è se vi pare! Di vincoli perché le imprese utilizzino manodopera savonese? Neppure l’ombra!

E il resto degli investimenti strategici? Contestualmente ai lavori in banchina, Costa Crociere, da parte sua, investirà ulteriori 4,5 milioni di euro per acquistare e installare due nuovi “finger”, i passaggi sospesi che collegano il terminal alla nave per consentire il l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri e adeguare – potenziare il Terminal crocieristico.

Questo è quanto! E, come si vede, non vi è alcun riferimento, né alcun investimento per la compatibilizzazione ambientale, l’alleggerimento delle ricadute dell’inquinamento per fumi e rumori sulla città e, tantomeno, alcun impegno – neppure in progress – per il cosiddetto Porto Elettrico.

Ancora una volta – come prima e più di prima – a segnare il passo sulla Città sono stati i tre storici poteri forti (Autorità Portuale, costruttori e imprese di riferimento) che hanno a Savona un radicamento indiscusso a prescindere dal voto popolare e dalle maggioranze che amministrano la Città.

Basta guardare le foto sorridenti dei diversi soggetti della rappresentanza istituzionale con il “regista” dell’intesa, pubblicate durante la cena con inviti ad personam delle note personalità che contano e determinano i giochi di potere e gli intrecci sui destini di Savona in declino ieri, oggi e, speriamo, non anche domani!

D’altra parte, di che ci si meraviglia? Quando le figure che esprimono l’Amministrazione comunale scendono in qualità e autorevolezza, gli Stakeholders storicamente forti aumentano in influenza.

Le recenti polemiche sull’uso e l’abuso dei Social del “fumino” Assessore allo sport e alle manifestazioni, sono il segno di una caduta di credibilità, senza precedenti, di alcuni membri della Giunta Caprioglio; un tracollo di attendibilità che mette in discussione l’abc della correttezza istituzionale e le regole elementari della rappresentanza della sovranità popolare nelle sue diverse articolazioni di maggioranza e minoranza.

Ma come si fa a scrivere pubblicamente “se mi attaccate... un consiglio, non perdete tempo a venire in ufficio più avanti, sperando magari che io dimentichi….ho la memoria buona e a volte sono stronzo…ma tanto (se lo dice lui)…spiace", evidenziando un ruolo “privato” della funzione pubblica e un ascolto “a discrezione” di una figura assessorile che dovrebbe essere a disposizione di tutti, a prescindere dal colore politico dei rappresentati.

Troppo comodo e assai semplicistico cavarsela con la solita indolore tiratina “pubblica” di orecchie (non è mica la prima volta e temo non sarà l’ultima) da parte della Signora Sindaco; forse è venuto il momento di prendere atto dei fatti e, ancora di più, la complessa parrebbe incompatibilità del suo carattere con la congruità della funzione di servizio pubblico che dovrebbe svolgere.

Non ci sarà, dunque, da meravigliarsi troppo per la prossima caduta di stile, visto che parrebbe prediligere gli atteggiamenti da Shreck.

Succede anche che, ad una cena organizzata da Forza Italia ad inviti, si presentino (non invitati) il Sindaco, l’Assessore della tiratina d’orecchie, un consigliere in permanente ansia di referenti e un giovanotto che dicono coordini l’associazione Alpha, tra l’imbarazzo generale! Appunto come in qualche cine panettone di Natale! 

Bruno Spagnoletti

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