Attualità - 15 aprile 2009, 12:55

Finale: domenica un nuovo percorso di visita al campanile

Finale: domenica un nuovo percorso di visita al campanile

In occasione della XI Settimana della Cultura, domenica 19 aprile alle ore 16.00, presso il Museo Archeologico del Finale, nel Complesso Monumentale di Santa Caterina in Finalborgo, verrà inaugurato il percorso di visita al campanile e alle celle carcerarie conservate al suo interno.

 

La possibilità di rendere accessibile al pubblico questa suggestiva parte del Complesso Monumentale di Santa Caterina, da molto tempo, rientrava nei progetti di ampliamento dell'offerta culturale del Museo Archeologico del Finale, promossi dal Comune di Finale Ligure, dall'Istituto Internazionale di Studi Liguri - sezione Finalese e dallo stesso Museo Archeologico del Finale. Conclusi gli interventi di messa in sicurezza della struttura, che ne hanno rispettato le originali caratteristiche, il campanile di Santa Caterina entra a far parte del percorso espositivo del Museo.

 

Alla cerimonia di inaugurazione saranno presenti il Sindaco di Finale Ligure, Flaminio Richeri Vivaldi Pasqua, l'Assessore alla Cultura della stessa città Nicola Viassolo, e rappresentanti dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri e del Museo Archeologico del Finale.

 

La visita al campanile di Santa Caterina, che sarà regolato per piccoli gruppi accompagnati da volontari dell'Università delle Tre Età del Finale, consente di effettuare una salita tra anguste e buie celle di rigore, immersi nella dura atmosfera di un carcere ottocentesco, fino a raggiungere la sommità della torre da dove è possibile ammirare Finalborgo e il paesaggio del Finale dall'alto.

 

Nel 1864, in seguito alla soppressione degli enti ecclesiastici voluta dal Regno d'Italia, terminò la secolare storia del convento domenicano di Santa Caterina in Finalborgo, fondato nel 1359 dai marchesi Del Carretto.

Gli ultimi frati furono allontanati con la forza, gli arredi sacri della chiesa vennero trasferiti nella chiesa di San Biagio o dispersi e, come accadde in tanti altri casi, gli spazi conventuali furono confiscati e destinati ad altri usi. Su progetto della Direzione di Genova del Genio Militare gli antichi edifici furono trasformati in un penitenziario.

Anche il campanile tardogotico della chiesa di Santa Caterina fu adibito ad usi carcerari e nei diversi piani furono ricavate dodici celle di rigore, conservate nel loro stato originario dopo i recenti restauri del complesso monumentale. Si tratta di un ambiente di grandissima suggestione in quanto questa parte integrante del penitenziario è in grado ancora oggi di farci rivivere la drammatica sofferenza e le condizioni d'isolamento delle persone che vi furono rinchiuse.

 

Le celle, grandi circa 2 per 1,40 metri, erano totalmente prive di aperture all'esterno, ricevendo aria e luce unicamente dagli spioncini o dalle grate poste sopra la porta. L'interno di questi angusti ambienti era in gran parte occupato da una lastra d'ardesia o di Pietra di Finale, che fungeva da giaciglio, ai cui piedi era fissato un anello in ferro per la catena di contenzione.

Una diretta testimonianza della vita dei prigionieri è inoltre trasmessa da disegni, scritte e graffiti realizzati su porte e pareti delle celle, con nomi, date, frasi o semplici tacche tracciate per indicare il trascorrere del tempo.

 

Il carcere rimase in funzione fino al 1965 e durante il suo secolo di vita ospitò, accanto a omicidi e criminali comuni, detenuti politici tra cui alcune figure progressiste ostili alla politica del Regno d'Italia, come il sacerdote Davide Albertario e il giornalista Paolo Valera qui rinchiusi dopo il loro arresto durante la repressione dei moti socialisti di Milano del 1898, guidata dal generale Bava Beccaris.

A meno note figure di anarchici, che parteciparono a quei moti, si devono le scritte a carboncino rinvenute durante i lavori di restauro della chiesa, inneggianti al socialismo e al proletariato internazionale.

 

Al termine della visita, da una bifora sulla sommità del campanile, si può ammirare dall'alto un meraviglioso scorcio su Finalborgo, Castel San Giovanni ed il suggestivo paesaggio finalese delle valli dell'Aquila e di Perti.

Il percorso comprende infine la visita dell'Auditorium, ricavato negli spazi della chiesa conventuale, e del ciclo di affreschi della cappella di Santa Maria degli Oliveri, pregevole esempio della pittura tardo-trecentesca in Liguria, anche per i suoi chiari riferimenti all'ambiente artistico toscano del periodo.

 

 

ORARIO DI VISITA

 

Tutte le domeniche, dalle ore 10 alle ore 12.

 

Possibilità di visita in altri orari e giorni su prenotazione.

 

BIGLIETTI

Intero 2,00 €

Ridotto 1,00 €

 

Per informazioni o prenotazioni in altri orari:

Museo Archeologico del Finale

Chiostri di Santa Caterina, 17024 Finale Ligure Borgo SV

Tel. 019 690020

info@museoarcheofinale.it

www.museoarcheofinale.it

 

 

c.s.

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