Le sculture di Claudio Carrieri a Savona. L’ultima personale dell'artista nella città della Torretta risale al 2003 con l'esposizione “Mater Domina”, una serie di tele dedicate al tema della rappresentazione della Madonna. Oggi l’artista, scegliendo la scultura, torna i Liguria per affrontare i temi del sacro e del femminile, da un punto di vista diverso che, in qualche modo, sembra guardare a ritroso; infatti le sue figure ci ricordano iconografie preistoriche, legate alla rappresentazione della Grande Madre da cui deriva appunto l’immagine di Nostra Signora.
"Le mie sculture hanno la forma di un racconto, quello narrato da un gesto fatto con artigianale naturalezza. Il decoro è la calligrafia, la trascrizione della voce inudibile del gesto - ha dichiarato l'artista -.
Come in natura un filo di seta custodisce la traformazione della crisalide, qui le corde d’argilla diventano pelle istoriata che, descrivendone il confine, raccoglie uno spazio misterioso, evoca il vuoto, il sacro.
Le assonanze con certe forme che appartengono a un passato lontanissimo, fino al Paleolitico superiore, sono dovute più che a un disegno dell’intelletto a una sorta di ridondanza morfica, che ritengo si manifesti quando l’agire è sorretto da un istinto codificato, che ci accomuna tutti, dall’età della pietra ai giorni nostri, in quanto uomini.
Ripetendo l’atto primario, origine e fine si intrecciano in una litania del fare che sale dal basso verso un oscillante polo siderale. Ecco come le “Odalische”, le “Osmunde” modellano l’assenza, di cui vogliono farsi impronta.
Questo andamento del gesto, circolare-tautologico, intorno a un centro cavo indica un riferimento cosmico, mitologico; finalmente la narrazione ritrova coincidenza con la forma: come in un “Mandala”, uno “Stupa”, una “Ziqurrat” che rispecchiano la cosmogonia, anche qui si rappresenta l’aspetto di un tempio contemporaneo".