CGIL Informa - 30 maggio 2011, 16:51

Genova: critiche sulla scelta della sede per la festa della Polizia Penitenziaria

SAPPE: un fallimento la scelta della sede per la festa della Polizia Penitenziaria di Genova. La nostra istituzione deve essere una "casa di vetro"

Genova: critiche sulla scelta della sede per la festa della Polizia Penitenziaria

“Il Corpo di Polizia Penitenziaria non ha bisogno di manifestazioni autoreferenziali ma di cerimonie allargate alla partecipazione dell’opinione pubblica genovese che deve conoscere quali e quante difficoltà operative incontrano le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria nel quotidiano lavoro nelle carceri genovese e liguri.

Siamo e dobbiamo essere una Istituzione sempre più trasparente, una casa di vetro, perché non abbiamo nulla da nascondere, anzi dobbiamo assolutamente valorizzare quello che ogni giorno i Baschi Azzurri fanno nel mondo sconosciuto delle carceri. In questo contesto, festeggiare la ricorrenza della Festa della Polizia Penitenziaria fuori dalle mura della nostra Amministrazione dovrebbe essere un evento davvero solenne, in quanto prerequisito per la solennità dell’evento stesso è il suo aspetto pubblico.

Nel caso della Polizia Penitenziaria poi, proprio  per l’importanza che tale ricorrenza ha quale celebrazione di quell’incontro e riconoscimento, tra la Società e uno dei suoi servizi fondamentali come quello svolto dal nostro Corpo, l’aspetto pubblico dei festeggiamenti non è solo un prerequisito, ma è carattere fondamentale senza il quale gli stessi festeggiamenti non hanno senso.

I cittadini hanno il diritto di conoscere da vicino le attività di una delle loro cinque Forze di Polizia e hanno ampiamente dimostrato di apprezzarne il lavoro quando glien’è stata data occasione di valutazione.

Celebrare invece una Festa della Polizia Penitenziaria, come quella che si terrà a Genova il 31 maggio prossimo, in una sala sconosciuta ed inaccessibile alla popolazione è già di per sé un fallimento”.

Dura presa di posizione di Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto e Commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, sulla Festa del Corpo di Polizia Penitenziaria che domani 31 maggio si terrà a Genova.

Martinelli sottolinea che “il SAPPE non parteciperà alla cerimonia celebrativa dell'annuale del Corpo, per protestare contro un'Amministrazione assente e una politica asfittica che non fa nulla nell'immediato per migliorare le condizioni delle carceri e della polizia penitenziaria”.

Ma denuncia la propria “totale disapprovazione per la scelta di organizzare nuovamente la Festa del Corpo di Polizia Penitenziaria della Liguria a Genova, presso la Scuola del Personale della Giustizia in cui vi sono solamente 100 posti (non uno di più!) a disposizione per assistervi, poliziotti e autorità comprese.

Tale scelta fa tornare indietro di molto la fiducia che il Personale aveva iniziato ad avere nei confronti di un’Amministrazione che dimostra, ancora una volta, di sottovalutare quanto l’aspetto della mancanza di riconoscimento sociale per il proprio lavoro, avvertito dai nostri colleghi, incida in ognuno a mettere in crisi il senso di appartenenza al Corpo e ai suoi doveri istituzionali.

Le motivazioni di ordine strettamente economico non solo non possono essere giustificate, ma sono un vero e proprio insulto ai quasi mille appartenenti alla Polizia Penitenziaria in Liguria, nonché dimostrano il senso di menefreghismo che una parte assolutamente minoritaria di questa Amministrazione, ha nei confronti delle persone che ne rappresentano di gran lunga sia la consistenza strettamente numerica, sia ne garantiscono l’effettivo funzionamento, spesso sopperendo alle lacune che gli altri non sono in grado di colmare.”

Martinelli sottolinea che “anche i dati recentemente elaborati dall’Amministrazione Penitenziaria, riferiti agli eventi critici accaduti nelle carceri liguri nel corso dell’anno 2010, devono fare seriamente riflettere sulle evidente problematiche del sistema e su quanto essi vadano ad incidere sul duro, difficile e delicato lavoro che quotidianamente le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria in servizio in Liguria svolgono con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità.

Da questi dati emerge una volta di più quali e quanti sacrifici affrontano ogni giorno le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria per garantire vigilanza e sicurezza all'interno e all'esterno degli Istituti di pena liguri partecipando nel contempo alle attività di osservazione e di trattamento rieducativo dei detenuti.

Nel 2010, nelle sovraffollate carceri liguri, i detenuti hanno compiuto 220 atti di autolesionismo (11 dei quali da donne ristrette) e 23 tentativi di suicidio – 6 a Genova Marassi, 5 a Genova Pontedecimo, 3 a Imperia, 6 a La Spezia, 1 a Sanremo e 2 a Savona - . Le morti per cause naturali in carcere sono state 5 – 2 a Sanremo e 3 a Marassi - e 2 i suicidi – 1 a Pontedecimo ed 1 a La Spezia. 61 sono stati i detenuti che hanno posto in essere ferimenti.

La manifestazioni di protesta individuali hanno visto 148 detenuti fare nel corso dell’anno lo sciopero della fame, 25 hanno rifiutato il vito o le terapie mediche, 89 detenuti sono stati coinvolti in proteste violente con danneggiamento o incendio di beni dell’Amministrazione penitenziaria. 5 sono state le evasioni da penitenziari, delle quali 3 a seguito di mancato rientro in carcere dopo aver fruito di permessi di permessi premio e 2 dalla semilibertà.

Capitolo a parte, infine, lo hanno le manifestazioni di protesta collettive sulla situazione di sovraffollamento delle carceri e sulle critiche condizioni intramurarie che si sono tenute nel 2010: 8 le proteste, che hanno visto coinvolti complessivamente nei 7 penitenziari della Liguria 1.475 detenuti, proteste che si sono concretizzate in scioperi della fame, rifiuto del vitto dell’Amministrazione e soprattutto nella percussione rumorosa dei cancelli e delle inferriate delle celle (la cosiddetta ‘battutura’).

“Il SAPPE torna a proporre con urgenza un nuovo ruolo per l’esecuzione della pena in Italia, che preveda circuiti penitenziari differenziati ed un maggiore ricorso alle misure alternative e sottolinea l’importante ruolo svolto quotidiano dai Baschi Azzurri del Corpo: “L’organico della Polizia Penitenziaria nei 7 penitenziari della Liguria dovrebbe contare 1.264 unità: in realtà, ne abbiamo in forza 850.

Nonostante queste gravi carenze, nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante sovraffollamento i Baschi Azzurri della Penitenziaria in servizio in Liguria credono nel proprio lavoro, hanno valori radicati ed un forte senso d’identità e d’orgoglio, e ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano quotidianamente, soprattutto sventando centinaia e centinaia suicidi di detenuti.”

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