Solo una messa i scena quella dei dissidenti Alessandro Chirivì, Enrico Bessone e Alessandro Geddo, sodali di Eraldo Ciangherotti (che non vota inquanto assessore, ai sevizi sociali) che tanto si è speso, quasi da rimetterci ora la faccia, nella battaglia contro il rientro "con premio" per gli oramai ex transfughi della maggioranza. Così al primo scrutinio segreto hanno fatto mancare il quorum per l'elezione di Gianni Pollio alla presidenza del consiglio comunale, solo 10 su 21 i voti a suo favore, il resto sono state schede bianche. Sospensione della seduta e chiarimento fra gli alleati.
Al secondo tentativo spunta il nome di Giuseppe Pelosi, del PD, segno del tentavo di accordo dell'opposizione con i dissidenti. Che però non sono andati fino infondo, nonostante siano state deluse le loro mire - puntavano infatti su Chirivì. Alla fine la maggioranza si è ricompatta e la votazione finale ha visto l'elezione di Pollio con 13 voti e solo 8 a favore di Pelosi, sollievo per la zarina verde Rosy Guarnieri che può trarre respiro almeno fino al prossimo scontro interno alla litigiosa maggioranza ingauna.
Il loquace Eraldo Ciangherotti, uscito sconfitto, per ora tace. Si starà consolando con un bel doppio cheeseburger, del quale sembra essere fiero estimatore, a giudicare dalle ultime uscite mediatiche e polemiche conseguenti - ma si sà, l'importante è far parlar di sè.





