“Un’operazione speculativo-immobiliare quella relativa all’acquisto della nuova sede Arpal di Savona per un valore di Euro 4.123.147,00 , nemmeno la migliore scelta visto che rimane il problema dei laboratori chimici rispetto ai quali si prospetta la riduzione delle attività. Un’operazione che non regge nemmeno sotto il profilo economico visto che si basa su risorse che ad oggi non sono nelle casse dell’agenzia, su poste ad oggi aleatorie, e che svuota di liquidità la cassa dell’Arpal”. Così dichiarano i consiglieri regionali del Pdl che annunciano la presentazione di un interrogazione urgente sulla questione.
Gli esponenti del Popolo della Libertà si dicono molto preoccupati e spiegano: “ il pagamento sarà effettuato in tre rate e per portare a termine l’operazione Arpal deve non solo impiegare tutte le risorse a disposizione ma monitorare costantemente le spese, per recuperare fondi utili da investire nel pagamento del debito per l’acquisto dell’immobile, dare integrale attuazione al Piano di rientro, e quindi sperare che non vi siano inconvenienti di sorta che distolgano denari su altre voci di spesa, cercare di incrementare le entrate proprie, trovare ulteriori mezzi di finanziamento, tipo ad esempio l’alienazione delle vecchie sedi di La Spezia e Savona, cosa molto difficile visto l’andamento del mercato immobiliare che rischia il black-out, e ricorrere a fondi europei, i fondi Fas, rispetto ai quali non vi è alcuna certezza”.
“Si sta facendo il passo più lungo della gamba – continuano i consiglieri regionali - soprattutto in un momento di recessione come quello che stiamo attraversando. Il tutto è aggravato dal fatto che sulle ipotesi alternative, e cioè la ristrutturazione dell’attuale sede, non è mai stata fornita documentazione precisa rispetto ai costi effettivi dell’operazione e non sono stati considerati nei costi da sostenere 2,5-3 milioni necessari all’allestimento della nuova sede ed al trasloco”.
“Un’operazione sbagliata – concludono i consiglieri regionali – che cercheremo di bloccare in ogni modo perché potrebbe causare dei danni economici ingenti alle casse pubbliche. Per questo stiamo valutando l’ipotesi di chiedere l’intervento della Corte dei Conti”.





