Agricoltura - 09 aprile 2014, 10:30

Lotta senza quartiere al cinipede del castagno anche in Provincia Savona

Lotta senza quartiere al cinipede del castagno anche in Provincia Savona

Dopo anni di produzione in forte calo, l'ultimo raccolto di castagne nel Savonese  è stato in lieve crescita. Un piccolo segnale ma comunque rassicurante dopo anni di lotta al cinipede del castagno (nella foto) che sta iniziando ora a dare i primi frutti. Individuato per la prima volta in Italia nel 2002, prima segnalazione anche a livello europeo, dopo il focolaio iniziale della provincia di Cuneo dove le piantine infette erano arrivate per essere allevate, il parassita si è diffuso in altre regioni e nel 2008 è stato scoperto anche nei castagneti della Toscana per invadere anche la Liguria e il Savonese. Il parassita ha inferto un grosso colpo alla produzione di castagne locali.
“Dopo anni di continua flessione dei raccolti a causa dell’infestazione – dice il direttore del centrio camerale di sperimentazione e assistenza agricola CeRSAA, Giovanni Minuto –, la campagna di lotta cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilus), parassita di origine orientale particolarmente dannoso per i castagneti da frutto, sta iniziando a dare dei risultati. Per avere un'efficacia i lanci di Torymus sinensis, antagonista naturale del cinipide, devono essere effettuati per almeno  una decina di anni di fila. A breve ci saranno nuovi lanci”.
Nel Savonese l'area interessata da castagneti da frutto è in particolare quella del Sassellese e dell’Alta Valle Bormida (Calizzano e Murialdo), due aree tipiche per la produzione della castagna dei “tecci”, presidio Slow Food. Queste ultime due località negli anni scorsi sono state pesantemente colpite dal cinipede, che tra il 2011 e il 2012 ha provocato una drastica riduzione del raccolto.

c.s.

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