Savona - 30 marzo 2015, 17:00

Expo alle porte: nessuno sgomita

Expo alle porte: nessuno sgomita

A un mese dall'apertura di Expo non si sa come sarà messa "in vetrina" l'eccellenza agroalimentare e gastronomica della Liguria. Un vuoto ipnotico di intenti, accordi e coordinamento (rimbalzi tra Regione e Camere di Commercio) che rischia di far naufragare l'opportunità di esibirsi agli occhi del mondo. 

Mentre si consuma il countdown e il polverone degli scandali vortica intorno alla fiera internazionale, gli enti camerali si arrabattano per trovare soluzioni. Agli sgoccioli. Non si sa neppure con precisione chi rappresenterà il territorio savonese al Padiglione di Eataly. Il progetto italianqualityexperience.it, per esempio, messo in moto da Unioncamere già da tempo, è stato completamente snobbato dalle imprese savonesi. Ma più in generale alle aziende non piace l'idea di sborsare 20 mila euro per occupare uno spazio in cui, poi, dovranno presentare i propri prodotti praticamente white-label, senza farsi pubblicità e senza valorizzare il marchio.

Palazzo Lambo Doria, a corto di palanche, cerca di incrociare l'interesse degli operatori, perché a loro tocca sostenere i costi della partecipazione all'evento milanese. Missione molto dura. A parole il sistema camerale ha assicurato la presenza di operatori dei settori enogastronomici e della ristorazione nello spazio Eataly, ma di fatto non c'è ancora una lista precisa di partecipanti e aderenti. Tanto che il governatore regionale Burlando, a fronte di quest'inerzia, ha ventilato di far saltare il banco.

Il fatto è che si vuole far passare come attività di tipo commerciale quello che è, soprattutto per un'impresa di medie o piccole dimensioni, un investimento senza garanzie di ritorno d'immagine. La filosofia di Expo punta a promuovere l'olio, l'acciuga o il chinotto come eccellenze di per sé, non come prodotti di una specifica realtà produttiva. Poco appetibile per chi è chiamato a versare l'obolo.

I due padiglioni di Eataly all'esposizione universale, per un totale di 8 mila metri quadri e 20 ristoranti (uno per regione), saranno sotto il brand Eataly grazie al dominus Oscar Farinetti, renziano, noto per l'abilità commerciale e la tendenza a spacciarsi come portavoce degli interessi generali della nazione.

Farinetti, che si è aggiudicato gli spazi senza appalto, è l'unico a scegliere quali ristoratori far partecipare. Da tempo si parla di questo gigantesco affidamento senza gara. Allo stato attuale, a pochi giorni dall'inaugurazione, non si sa chi saranno i liguri a rappresentare la propria cucina regionale. Trenette al pesto e buridda di sottafisso vicino al cartellone della Coca Cola, soft drink partner, e di McDonald’s, sponsor ufficiale. 

Felix Lammardo

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