Solidarietà - 26 luglio 2015, 14:15

Albenga: la storia di Giuseppina, 54 anni, invalida costretta a vivere per strada

"Ho dormito nello spazio del bancomat della banca in via Genova perchè non avevo altro posto, ora vivo per strada e dormo in spiaggia, nonostante i dolori alle ossa e la mia invalidità. Il mio compagno ora è ricoverato per polmonite, presto lo dimetterannoe allora non sapremo come fare"

Albenga: la storia di Giuseppina, 54 anni, invalida costretta a vivere per strada

Una fotografia scattata passando per Albenga, una persona a dormire all’interno dell’area bancomat della San Paolo in via Genova che cela la storia di una donna che turista non è di certo e che ha deciso di raccontare la sua disperazione.

Si tratta di Giuseppina Russo 54 anni invalida al 46% fuori casa ormai da giorni costretta a trovare rifugio per la notte dove possibile “Ho vissuto 7 anni a Campochiesa negli alloggi di prima emergenza. Pagavo 50 euro al mese e, bene o male riuscivo ad andare avanti. Poi mi hanno detto che c’era una casa popolare per me a Leca d’Albenga. Ho fatto presente che non sarei riuscita a pagare l’affitto, se pure basso per me era troppo oneroso comunque. Sono rimasta lì per 4 anni fino allo sfratto”.

Continua il racconto Giuseppina, ma nessuna commozione, solo una grande voglia di lottare e trovare una soluzione “Ho conosciuto il mio compagno a gennaio. Abbiamo convissuto per un po’. Lui poi si è ammalato, ha preso una brutta polmonite ed è stato ricoverato in ospedale. Il 16 luglio lo hanno dimesso con la raccomandazione di stare a riposo e di tutelarsi. Il 18 ci hanno mandato fuori casa. Le sue condizioni si sono aggravate e ora si trova ricoverato di nuovo presso l’Ospedale di Albenga. Tra poco lo dimetteranno, ma il medico stesso ha detto che il rischio è quello di una ricaduta se anche lui fosse costretto a vivere per strada”.

Così accade che 2015 una coppia si trovi costretta a dover vivere di espedienti per strada lottando quotidianamente per trovare come andare avanti e dove dormire.

Purtroppo Giuseppina Russo e Massimiliano Santamarina non sono i soli a trovarsi in una situazione di emergenza come questa, ma Giuseppina ha deciso di lottare, di non tacere e di metterci la faccia per fare in modo che la sua condizione e quella del compagno possa cambiare.

Mi sono rivolta ai servizi sociali che devo dire che in passato mi hanno aiutata. Ho potuto usufruire sia io che Massimiliano di alcune borse lavoro, ma allo scadere non siamo mai stati assunti. Purtroppo ho anche un’invalidità e recentemente ho subito un incidente che ha aggravato le mie condizioni di salute, non è la volontà a mancare, ma una possibile soluzione. Lunedì scorso è saltato l’appuntamento che avevo con l’assessore, ma mi hanno detto che sarebbero state valutate delle soluzioni per me e spero che possa essere realmente così.”

Conclude Giuseppina “In Italia stiamo aiutando così tanto i profughi, ma cosa si sta facendo per persone come noi? Forse dovrei dichiararmi profuga pure io per ottenere un aiuto reale

 

Mara Cacace

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