"Abbiamo preso atto della decisione dei sindaci di procedere all’affidamento del servizio idrico integrato negli ambiti di competenza della Provincia di Savona a tre Società per Azioni (o Srl)" commenta il comitato savonese "Acqua Bene Comune".
"Questa scelta non ci trova d’accordo e non ci convince. Una SPA risponde sempre al diritto privato, è organizzata in questa ottica che è, fondamentalmente, un’ottica nella quale lo scopo principale è quello dei profitti e, inoltre, tiene sempre aperta una strada verso l’ingresso dei privati".
"Ci rendiamo conto - continua - che il percorso verso una vera ripubblicizzazione della nostra Acqua e dei nostri S.I., che si ottiene solo con la creazione di tre Aziende Speciali Consortili, di diritto pubblico e partecipate in modo democratico, è ancora lungo, pieno di incognite e che, probabilmente, saremo chiamati in futuro a nuove lotte e mobilitazioni"
"Riteniamo perciò di accogliere a malincuore la proposta emersa di tre SPA come momento di transizione verso una vera gestione pubblica e partecipata dei S.I.".
"Abbiamo però chiesto ai Sindaci della nostra Provincia due cose:
- di modificare la bozza di documenti contrattuali per l’affidamento del servizio idrico integrato negli ambiti di competenza della provincia di Savona.
Modifiche riguardano:
- l’art. 3 dove pensiamo di debbano cancellare quella parte che permette all’Ente di Governo dell’Ambito la cessione o sub-cessione di parte del S.I. in quanto questo apre in maniera chiara all’ingresso dei privati.
- L’art. 19 dove pensiamo debba essere introdotto un nuovo comma che abbia come obiettivo “Ai fini del miglioramento costante dell'efficienza del servizio, è fatto divieto di ripartizione degli utili di bilancio ai soci del Gestore”. Questo per cancellare, come chiesto dal referendum del 2011, i profitti sull’Acqua.
- L’introduzione di un nuovo articolo 24bis, che abbia l’obiettivo di inserire forme di partecipazione nella gestione del Servizio Idrico, così come previsto anche dalla legge regionale 1/2014 all’art. 21, comma 1, lettera a, e dalle direttive europee"
"Di aprire subito un tavolo partecipato, non solo dal nostro Comitato ma anche dai lavoratori e dalle lavoratrici dei servizi, dalle associazioni ambientaliste e dei consumatori, al fine di lavorare concretamente e fattivamente per la trasformazione, in tempi ragionevoli (1 anno), delle tre SPA in tre Aziende Speciali Consortili" conclude il Comitato Acqua Bene Comune.