Ancora una volta la Diocesi di Albenga-Imperia assurge alla ribalta della cronaca nazionale. A scatenare il dibattito, questa volta, è un articolo a firma Ferruccio Sansa pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”.
Sono stati infatti resi pubblici gli atti di un’inchiesta avviata il 15 gennaio dalla Procura di Savona e, tra quelle pagine, emergono dichiarazioni sconcertanti. A parlare è Filippo Bardini, che in quel periodo ricopriva la carica di direttore della Caritas Diocesana di Albenga.
Bardini, messo agli atti, avrebbe dichiarato: “Il vescovo Mario Oliveri paga sistematicamente per avere prestazioni sessuali”. Sempre secondo le dichiarazioni all’epoca emesse dal direttore della Caritas, questi atti di prostituzione venivano consumati nello studio vescovile. T
ra le affermazioni di Bardini si legge: “Che io sappia si tratta di maggiorenni che, in cambio della prestazione sessuale, ottengono soldi. Sono soggetti che vanno per un aiuto e poi subiscono le pesanti richieste del vescovo”.
Francesco Zanardi, noto in tutta la provincia di Savona e, da tempo, anche a livello nazionale per le sue battaglie contro la pedofilia, all’annuncio della pubblicazione di questi atti ha sottolineato l’unicità dell’evento: “Si tratta del primo atto di accusa proveniente da un sacerdote nei confronti delle Diocesi di Albenga e di Savona”.
Nessuna indagine fu mai aperta nei confronti di Mario Oliveri, che nel frattempo non è nemmeno più a capo della Diocesi ingauna, e la vicenda risulta ormai prescritta.
Tra le esternazioni di Filippo Bardini si parla anche di Nello Giraudo (condannato in quella vicenda a un anno con il patteggiamento): “Il fatto che don Giraudo avesse rapporti con minorenni era di dominio pubblico. Anche l’allora vescovo Dante Lafranconi e il Cardinale Domenico Calcagno, che si avvaleva di Giraudo come cuoco, sapevano”. Ed emerge una lettera scritta dal Cardinale Calcagno nel 2003 all’allora papa Joseph Ratzinger, nella quale chiedeva di “evitare a Giraudo responsabilità che lo mettano a contatto con bambini e adolescenti”.