Attualità - 21 ottobre 2016, 12:24

Legambiente: sulla raccolta differenziata una regione a due velocità

Tra i comuni più "ricicloni" Giusvalla ha aumentato la propria raccolta tra il 2014 e il 2015 del 23%, Cairo Montenotte del 20%, Cosseria 24%, Altare 29%, Dego 33%, Piana Crixia 23%, Boissano 47%

Legambiente: sulla raccolta differenziata una regione a due velocità

E' una regione a due velocità quella che emerge dal dossier 2016 di "Comuni Ricicloni", lo studio sullo stato dell'arte della raccolta differenziata in Liguria promosso da Legambiente Liguria con il patrocinio della Regione Liguria in collaborazione con l’Osservatorio rifiuti della Regione Liguria, con il sostegno di Conai, il Consorzio nazionale imballaggi. Analizzando i dati della raccolta differenziata del 2015 presentati nel dossier emerge come i Comuni che vedono superare la soglia del 65% di raccolta differenziata passino da sedici a trentadue, il 13,8% delle amministrazioni liguri, ma che rappresentano solamente il 9% dei cittadini. Tirando le somme, in Liguria rispetto alla gestione sostenibile dei rifiuti sono ancora fuorilegge 1.434.166 abitanti sui 1.571.982 censiti.

Tra i trentadue comuni ricicloni, le prime quattordici posizioni sono occupate da comuni savonesi con percentuali di differenziata che superano il 70%. Tra questi vi sono sette comuni che entrano per la prima volta nella classifica dei migliori e lo fanno con grande autorevolezza: Giusvalla ha aumentato la propria raccolta tra il 2014 e il 2015 del 23%, Cairo Montenotte (il comune più popolato tra i primi quattordici savonesi classificati) del 20%, Cosseria 24%, Altare 29%, Dego 33%, Piana Crixia 23%, Boissano 47%.

Confermati dall’anno precedente nella provincia di Savona troviamo Giustenice come miglior comune ligure (con l’82,06% di differenziata), Tovo San Giacomo è nono con un 73,68%; Pietra Ligure, paese costiero che subisce una forte antropizzazione estiva, è venticinquesimo con quasi il 66,7% e Magliolo, pur non rientrando nella classifica dei ricicloni, ottiene il 60,39% di differenziata aumentandola in un solo anno del 40%.

Questi ultimi sono i Comuni del comprensorio del bacino del torrente Maremola, protagonisti del progetto europeo Life Smile sviluppato in collaborazione con la Regione Liguria che ha contribuito notevolmente al miglioramento delle prestazioni delle Amministrazioni coinvolte.

Maglia nera per il Comune di Genova che, con un timidissimo aumento dello 0,86% rispetto al trascorso anno, si attesta al 34,57% e per la Provincia di Imperia che con soli tre comuni ricicloni è la peggiore fra le quattro liguri con il 35,02% mentre il Comune capoluogo arriva, con un aumento del 5,78%, al 36,93%.

Tra i comuni costieri nella Città Metropolitana di Genova è evidente l’ottimo progresso registrato per il comune di Sestri Levante che, con i suoi 18.529 abitanti che decuplicano nel periodo estivo, passando ad un nuovo e più efficace modello gestionale aumenta la rd in un anno del 39,17% attestandosi al 18° posto, come primo comune di questa porzione di territorio ligure con il 71,27%.

"Quello che risulta evidente" sottolinea Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria "è una regione a due velocità: nelle zone dove la pianificazione e l'affidamento della raccolta dei materiali post consumo sono stati seguiti con attenzione, la differenziata ha fatto balzi da gigante. Ma i bassi risultati mostrati in altri ambiti mostra chiaramente come gestire i rifiuti con logiche oramai superate è inefficace, ambientalmente pericoloso e dispendioso. La nuova delimitazione dei territori in Bacini di Affidamento che raggruppano i diversi comuni dove organizzare e affidare in maniera unitaria la gestione dei rifiuti risulta efficiente e sostenibile a livello economico ed ecologico. L'analisi dell’andamento percentuale della differenziata, per tre di questi Bacini, dal 2006 al 2015 sulla nuova edizione del dossier non fa altro che confermare quanto siano efficaci le nostre proposte. Infine – conclude Grammatico - ricordiamo l’importanza della governance di questi processi sul territorio che hanno portato risultati positivi come nel caso del progetto Life-Smile o con Riciclaestate, campagna che ha coinvolto venti comuni costieri nel periodo estivo con azioni di informazione e sensibilizzazione, svolta in collaborazione con CONAI” conclude Grammatico.

“I dati evidenziano ancora ampi margini di crescita della raccolta differenziata” sottolinea Luca Piatto, responsabile Area Rapporti con il Territorio di Conai “e certamente essi sono fortemente influenzati dai dati del capoluogo, con tutte le criticità di una realtà così complessa. Vi sono peraltro buone prospettive: CONAI sta collaborando con il Comune di Genova e con AMIU per incrementare quantità e qualità delle raccolte differenziate. Vedere il Comune di Genova tra i soggetti premiati è forse oggi una prospettiva molto ambiziosa; speriamo però che già nel 2017 si colgano i primi risultati che rendano concreta tale prospettiva”.

Commenta Giacomo Giampedrone, assessore regionale al Ciclo dei Rifiuti: "Entro fine anno i Comuni liguri devono arrivare al 45% di recupero dei materiali sulla raccolta differenziata e al 40% solo per Genova, viste le difficoltà riconosciute: primo passo per arrivare entro il 2020 al 65%, un obiettivo che  a livello di differenziata andava raggiunto nel 2012".

"A situazioni di emergenza  - ha detto Giampedrone - si devono dare risposte straordinarie per far uscire la Liguria dal grave problema dei rifiuti in cui l’abbiamo trovata”. Nel commentare i dati presentati quest’oggi sui 32 Comuni liguri che hanno superato la soglia del 65% di raccolta differenziata, l’assessore li ha definiti “lungimiranti perché hanno iniziato un percorso quando ancora non esisteva la legge regionale che lo imponeva”. "Si tratta però di numeri – ha continuato Giampedrone – che devono crescere, sulla base di un patto tra Enti locali e cittadini: che deve portare ad una ‘normalizzazione’ della regione sul fronte delle politiche ambientali della gestione del rifiuto".

"Il mio obiettivo è quello di non arrivare a penalizzare economicamente  alcun, ma la nostra legge, la 20 del 2015, parla chiaro, entro fine anno si deve garantire una percentuale di recupero almeno del 45% per sei tipologie di materiali: plastica alluminio vetro, legno, carta e organico. Se l’obiettivo non sarà raggiunto verrà applicato un onere economico di 25 euro a tonnellata sul differenziale mancante rispetto all’obiettivo da reinvestirsi come incentivo alla crescita del sistema di raccolta differenziata".

Giampedrone ha inoltre inviato un ultimatum al Comune di Genova la cui raccolta differenziata in un anno è cresciuta solo dello 0,8%: "ancora sei mesi per inviare in Piemonte i rifiuti dell’area metropolitana, fino a giugno 2017,  e poi stop ad ogni accordo fuori regione. Dobbiamo ritornare autonomi – ha ribadito l’assessore regionale – almeno su Genova, riaprendo Scarpino, con gli opportuni investimenti e realizzando impianti di trattamento dell’organico ed arrivare a fine anno all’obiettivo del 40% di raccolta differenziata. E se per questo ad AMIU servono soci privati va bene, da tempo dico che Genova non è un bell’esempio rispetto alla Liguria: il capoluogo ligure è cresciuto dello 0,8% di raccolta differenziata veramente troppo poco per arrivare al 40% che è l’obiettivo di qui a fine anno fissato per il capoluogo di regione".

"Ben vengano dunque accordi tra Amiu e soci privati per risolvere i problemi dell’impiantistica – ha concluso Giampedrone - Abbiamo sempre detto che l’apertura al privato è positiva, soprattutto quando le grandi società pubbliche non riescono a garantire investimenti,  l’importante è riallineare la Liguria a un quadro di politiche ambientali che oggi ci vede fanalino di coda nazionale". 

Redazione

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