"Dalla lettura dei quotidiani sulla seduta consiliare di lunedì 17 sull'azienda comunale ATA purtroppo dobbiamo dire che avevamo ragione" afferma Danilo Bruno dei Verdi savonesi.
"Il piano industriale? Non pervenuto e pare proprio che non se ne abbia allo stato attuale notizia se non su obiettivi generici e poco incisivi. Evitiamo di ripetere il nostro elenco su differenziata spinta, riuso, prevenzione, poichè temiamo che, quando e se mai uscirà il suddetto piano, possa dare poche risposte su questi temi. Naturalmente nella migliore tradizione italiana la colpa è sempre di chi governava prima ma noi Verdi tra chi ha scelto male (centrosinistra) e chi non sceglie (centrodestra) continuiamo a chiederci dove finirà la città di Savona e lo spazzamento nonchè il conferimento dei rifiuti poichè a fronte di una città irrimediabilmente sporca l'unica cosa proposta dal centrodestra è la "trasformazione dell'assessore all'ambiente in un artigiano". Egli ha promesso infatti l'ennesimo "giro di vite" per cambiare la situazione ma si vede che i "cacciavite comunali" non funzionano poiche' si tratta dell'ennesimo annuncio a cui speriamo che almeno stavolta corrisponda un aumento della pulizia e del decoro".
Continua: "Nel frattempo rammentiamo che Savona è stata multata per non aver raggiunto i livelli stabiliti dalla regione (di centrodestra come il comune e con Toti presidente) per la differenziata. Sulla vendita dei parcheggi il Presidente di ATA Garassini ha annunciato che non esiste un piano B per cui o si vende o si rischia il concordato preventivo per sanare il deficit aziendale" spiega Bruno.
"Purtroppo ciò che abbiamo denunciato piu' volte si sta realizzando e noi,a differenza di Garassini,non temiamo chi farebbe, a stare ai quotidiani, "melina" per comprare i parcheggi di via Saredo ad un prezzo inferiore quanto piuttosto il pesante rischio di una privatizzazione selvaggia a fronte della mancata vendita aziendale" continua Bruno.
Conclude Bruno: "A questo punto dopo aver visto i nostri timori manifestarsi realmente, concludiamo come hanno concluso i sindacati ovvero chiedendo garanzie per lavoratori, lavoratrici e per il futuro di una azienda, che è patrimonio di tutta la città".