- 14 agosto 2018, 14:01

Crollo Ponte Morandi: i timori degli ingegneri tragicamente avverati

Da anni la struttura era oggetto di manutenzioni, ma il viadotto non era mai stato chiuso per non pesare sulla viabilità urbana. “Sarebbe costato meno rifarlo che continuare a ristrutturarlo”

Costa meno ricostruirlo da zero piuttosto che continuare a ristrutturarlo attraverso opere di consolidamento. Una struttura ormai seriamente compromessa. Un’opera superata. 

Sono moltissimi gli ingegneri che, nel corso degli anni, hanno espresso queste e altre opinioni critiche rispetto alla struttura del Ponte Morandi. Ma nessuno, ovviamente, si sarebbe mai potuto aspettare una tragedia del genere. 

A ‘risolvere’ il conflitto, purtroppo nella maniera più disastrosa, è stata la natura. Il forte temporale di ieri è stato il colpo di grazia dopo anni di infiltrazioni, intemperie, maltempo e rimedi non sempre efficaci e definitivi. La parola negligenza non è esagerata, ma sarà il tempo e saranno le inchieste a fare chiarezza. 

Di certo c’è che il Ponte Morandi era lì sin dal lontano 1967 ed ora non esiste più. Fu costruito a partire dal 1963, su finanziamento della Società Italiana per Condotte d'Acqua, con il progetto dell’ingegnere romano Riccardo Morandi. Aveva (ormai se ne parla già al passato) una lunghezza di 1.182 metri, un'altezza al piano stradale di 45 metri e due piloni in cemento armato che raggiungevano i 90 metri di altezza; la luce massima era di 210 metri. 

Si tratta di un ponte a ‘trave strallata’, dove gli elementi verticali sono cavalletti costituiti da due V sovrapposte: una ha il compito di allargare la zona centrale ove appoggia la trave strallata, mentre l'altra, rovesciata, sostiene i tiranti superiori. E’ stato proprio uno di questi elementi a collassare. 

Da anni il ponte era oggetto di lavori di manutenzione, senza però che venisse mai chiusa, se non alla notte, la viabilità. Troppo drastico spezzare la città in due. Così i cantieri sono sempre proseguiti a rilento. 

Il senso d’insicurezza era concreto, transitando nelle due carreggiate specialmente durante le giornate di pioggia: allagamenti ovunque, tratti completamente pieni d’acqua, che veniva scaricata abbondantemente lungo i piloni e giù per la zona sottostante. Da anni, ad esempio, i residenti di via Walter Fillak, a Sampierdarena, lamentavano questa situazione. 

Ma erano soprattutto gli ingegneri ad aver denunciato a più riprese la pericolosità del ponte. Tra questi, Antonio Brencich, professore associato di Costruzioni dell’Università di Genova: “Il Viadotto Morandi ha presentato fin da subito diversi aspetti problematici: oltre l’aumento dei costi di costruzione preventivati, è necessario ricordare un’erronea valutazione degli effetti differiti (viscosità) del calcestruzzo, che ha prodotto un piano viario non orizzontale. Ancora nei primi anni ’80 chi percorreva il viadotto era costretto a fastidiosi alti-e-bassi dovuti a spostamenti differiti delle strutture dell’impalcato, diversi da quelli previsti in fase progettuale. Solo ripetute correzioni di livelletta hanno condotto il piano viario nelle attuali accettabili condizioni di semi-orizzontalità”.

Eppure non è bastato: “Il ponte sul Polcevera fu interessato da imponenti lavori di manutenzione straordinaria, tra cui la sostituzione dei cavi di sospensione a cavallo della fine anni ’80 primi anni ’90, con nuovi cavi affiancati agli stralli originari. L’idea originaria pare fosse quella di precomprimere gli stralli, idea chiaramente discutibile in quanto gli stralli sono elementi strutturali così snelli da consentire una precompressione molto modesta e, quindi, destinata inevitabilmente ad avere scarsa efficacia”. 

Fatto sta che, dopo 51 anni, il Ponte Morandi non ha più retto. Avrebbe dovuto resistere per cento, secondo le previsioni strutturali dei tecnici. Si è congedato molto, molto prima. In una piovosa mattina d’agosto, senza nessun preavviso. E nella maniera più tragica. 

VIDEO e FOTO: 

http://www.lavocedigenova.it/2018/08/14/leggi-notizia/argomenti/cronaca-5/articolo/disastro-a-genova-il-crollo-impressionante-del-ponte-morandi-video-e-foto.html

Alberto Bruzzone