Attualità - 07 dicembre 2018, 17:48

Savona, a 4 giorni dalla sentenza del Tribunale su Ata, il consiglio approva la New Co e l’affidamento dei rifiuti

La discussione si è accesa tra minoranza e maggioranza sul futuro di Ata e la pregressa gestione

Savona, a 4 giorni dalla sentenza del Tribunale su Ata, il consiglio approva la New Co e l’affidamento dei rifiuti

Passa nel consiglio comunale di Savona la costituzione e il conseguente ingresso al 49% di un’azienda pubblica all’interno di Ata e la proroga fino al 2028 del contratto di servizio per l’affidamento del ciclo dei rifiuti solidi urbani e di igiene urbana.

La discussione è stata aperta dagli interventi dei consiglieri comunali di minoranza del Partito Democratico (Cristina Battaglia e Barbara Pasquali) il M5S (Manuel Meles) e Daniela Pongiglione di “Noi per Savona” che si sono concentrati sui diversi dubbi riscontrati sulla gestione dell’attuale cda, sui controlli passati della Guardia di Finanza, la gestione dei rifiuti, la salvaguardia occupazionale, il piano industriale e le tariffe.

“Con una mozione della maggioranza del giugno 2017 si sollecitava il consiglio d’amministrazione in merito alle responsabilità del passato ed era stato ritenuto indispensabile un piano strategico sul futuro della gestione dei rifiuti. Nulla è stato fatto - spiega la consigliere dem Battaglia - il partneriato con il privato deve tener conto di un assetto industriale e di una strategia, per quanto riguarda il piano industriale è complesso e bisognava ragionarci mesi fa. Prima di tutto bisogna pensare ad una salvaguardia occupazionale, poi è presente un sostanziale errore tecnico sull’istituzione di due metodi diversi per la gestione dei rifiuti che riguardano il centro storico e via Nizza. La maggioranza invece, intervenuta con le parole dei consiglieri di Vince Savona Luigi Bussalai, Alessandro Venturelli e Alberto Marabotto della lista civica, Silvio Rossi e Alfredo Remigio della Lega e Emiliano Martino del Gruppo Misto, ha puntato il dito, non tutti, contro il vecchio cda di Ata e l’amministrazione Berruti, cosa che non è andata giù alla capogruppo Pd Barbara Pasquali: “La maggioranza ha fatto osservazioni solo a prima del 2017, la minoranza invece ha parlato del presente, perché non si entra nel merito dell’attuale situazione? Parliamo di merito”.

A spegnere la discussione l’assessore alle partecipate e al bilancio Silvano Montaldo che ha cercato di rispondere a tutti i quesiti: “Non mi sono mai trincerato nel silenzio, ho discusso sempre sul merito degli argomenti, informando tutti i consiglieri comunali, se non ci fosse stato un controllo analogo non avremmo notato un primo trimestre 2016 ottimo e un secondo trimestre sufficiente ma invece abbiamo sollevato dei problemi e si è scoperchiata la pentola. Ho elencato tutte le criticità, non si fanno sconti, indubbiamente la chiusura della discarica di Cima Montà ha creato un problema a Ata. La Guardia di Finanza ha fatto dei controlli, bene che li faccia e sono terminati a maggio 2017”.

“Il servizio che diamo alla città non è sufficiente ma la cittadinanza non è comunque è stata istruita, con il nuovo servizio dovrà partire la nuova informazione. Il piano industriale sarà fatto per sostenere il piano concordatario” conclude Montaldo. I

ntanto mancano 4 giorni alla sentenza del Tribunale fallimentare che dovrà decidere se approvare il piano concordatario della partecipata savonese o farla scivolare nel baratro del fallimento, quindi Montaldo, cercando di convincere la Procura della Repubblica, titubante sia sul piano futuro di Ata che sulla chiusura della discarica di Cima Montà, nella giunta comunale di ieri ha deliberato per il rinnovo per 5 anni (fino al 2024) del contratto di gestione delle soste a pagamento, prorogare fino al 31/12/2018 il contratto del servizio di cremazione e per quanto riguarda il verde pubblico confermare la scadenza a fine 2019 per un importo totale di 790mila euro. Sula discarica il discorso è più complesso perché la chiusura, post chiusura e post mortem sarà a carico del comune e andrà a pesare sulle tasche dei cittadini che subiranno a un aumento della Tari e visto il risultato della perizia la spesa complessiva si attesta intorno ai 568mila euro per l’esecuzione dei lavori di chiusura della discarica definitiva da sostenere entro il 2019 e 180mila euro annui per la gestione post chiusura e post mortem.

Luciano Parodi

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